A Ovest Di Paperino

Welcome to the dark side.

Corridori da aeroporto

Quella che segue è la sintesi del viaggio di ritorno, Bari -> Seattle. Se non fosse stato al limite del tragico, ci saremmo divertiti molto di più.

I bagagli "forse" arrivano. Al momento del check-in, siccome il volo è gestito da due compagnie, ci fanno solo il biglietto per Malpensa. La signorina molto gentile ci dice che a Milano c'è pochissimo tempo e ci spiega come correre a fare il biglietto della British. I bagagli, per la mancanza di tempo, forse "arriveranno".

Turisti per l'Egitto. Ingannati dal fatto che la coda per la security sembra molto breve, nel momento in cui varchiamo la soglia della porta ci ritroviamo una serpentina a quattro livelli di persone in attesa di imbarcarsi per Sharm El Sheikh. Facciamo la fila dietro un genio (si vede che ha viaggiato molto) che all'amico dice

Che ignoranti che sono. Una volta imbarcati i bagagli non ti possono lasciare a terra.

Beata ingenuità!

Maleducazione poliglotta. Poco dietro di noi, un signore poliglotta in viaggio anche lui per Malpensa, "sorpassa" un ragazzo che ci aveva lasciati passare (il suo volo partiva dopo un po', il nostro era ad "imbarco immediato"). Nasce quasi una collutazione e il signore chiama la polizia urlando a voce alta. Aspettavo che imprecasse in tre lingue, ma non è andata così. La security è dovuta intervenire.

Era meglio viaggiare coi sandali. Sono passato 3 volte sotto il metal detector per colpa di un paio di scarpette comprate in Italia. L'addetto sembra abbastanza incazzato ma i guai non sembravano ancora finiti.

Sono più di 100 mL. Questo ci è stato detto nel momento in cui ci hanno sequestrato 3 litri di olio super-extra-vergine di oliva fatto in casa e la bottiglietta di liquore che avevamo voluto tenere nel bagaglio a mano. Effettivamente stavolta hanno ragione loro, mea culpa per non essermi ricordato di questo importante dettaglio durante la preparazione dei bagagli.

Ce la faremo? Sul tabellone la partenza è rinviata di 30 minuti. Chissà se ce la faremo ad imbarcarci _NOI_ per Londra. Figuriamoci i bagagli!

Aspettando un segnale. Aspettavamo un segnale dal cielo, ma osservo imbarcare una bara (piena?) nella stiva. Se è un segnale, di sicuro non è rincuorante.

Agitazione. Dopo nove anni di viaggi Seattle/Bari A/R sono riuscito a beccare la prima vera agitazione sindacale in atto (le altre erano state fortuitamente evitate per manciate di giorni). Il personale di terra è in "sciopero bianco" e si limita a rispettare il contratto alla lettera causando gravi inefficienze (per la serie non è possibile manco incazzarsi con loro) e il ritardo si allunga di altri 15'. Tra me e me penso che se non ci fosse l'Italia, il mondo occidentale sarebbe un meccanismo svizzero. L'hostess gentile ci fa sistemare nelle prime file che se ci danno un finger si risparmia qualche minuto prezioso (no: troppo sfigati, ci danno un bus).

Prima corsa. Arriviamo a Milano con 45 minuti di ritardo e pochissimo tempo a disposizione per fare la carta di imbarco. Decidiamo di correre come dannati direttamente al gate. L'aereo parte alle 14.50, noi siamo lì alle 14 e 30. Ci danno i biglietti e ci dicono che di li a poco comincia l'imbarco. In realtà l'imbarco comincia alle 15.30 e si parte alle 15.50. La coincidenza per Seattle sembra ormai praticamente persa, l'hostess ci parla di prepararci ad accomodarci in albergo. In realtà siccome il volo è in discesa (??) l'aereo ci mette 1h e 30m anziché 2h, con un ritardo netto perció di "soli" 30 minuti. Forse basterà correre.

Seconda corsa. Arriviamo a Londra, un aereoporto così strano che ti fanno la security anche dopo il volo (????). Corriamo al gate dopo che la navetta ci ha portati dal terminale 1 al terminale 4. Stavolta facciamo davvero appena in tempo perché l'imbarco era già iniziato da un po'.

Corridori inutili. Anche l'aereo per Seattle sembra portare un ritardo non indifferente (circa 45 minuti). Per fortuna essendo destinazione finale non ci sarà da correre ancora, solo semmai fare qualche "solita" discussione alla dogana (anche se questa volta abbiamo "importato" decisamente di meno. Non c'è stato il tempo materiale per visitare una latteria, mentre olio e liquori sono stati sequestrati alla partenza.

E i bagagli? Arrivati "sani e salvi" nonostante tutte le probabilità contro. All'immigrazione l'addetto ci saluta in Italiano mente l'addetta alla dogana sembra leggere tutta la nostra stanchezza negli occhi e si fida ciecamente e giustamente della dichiarazione cartacea senza altri controlli.

Che sfiga, ma tutto è bene ciò che finisce bene (non ho ancora aperto le valigie, ma spero non manchi niente)