A Ovest Di Paperino

Welcome to the dark side.

Licenze

Non pensavo mi sarebbe mai capitato di imbattermi in una licenza peggiore di quella GPL3 (*) ma invece...

Parto dal presupposto che una possibile suddivisione del software sia quella di software per sviluppo vs. software per “utenti finali”, ove per software di sviluppo si intende tutta quella caterva di applicazioni che servono a generare altro software.

Il software per “utenti finali” di solito ha licenze normali: nessuno si sognerebbe di non consentire all’utente di un Word Processor di stampare o di salvare i file (eccezione: il software shareware/trialware).

Nel mondo dei programmatori invece esiste il concetto di “licenza per sviluppatore” anziché utente: la differenza è subdola ma in alcuni casi diabolica. Supponiamo che il tool sia un compilatore a riga di comando: se Pinco e Pallino scrivono codice, ma è solo Pallino ad usare il tool per compilare, Pinco potrebbe violare la licenza di [non]-uso. Sembra un paradosso ma mi sono imbattuto in una libreria (which shall remain nameless) “royalties free” ma licenziata “per sviluppatore” e che per sviluppatore si intendeva chiunque modificasse l’applicazione. Alla mia richiesta di delucidazioni su cosa significasse “sviluppatore di applicazione” nel contesto royalties free mi hanno risposto seccati chiedendomi se stessi cercando di circumnavigare la licenza; ho chiarito che non mi interessava circumnavigarla ma capire se fosse possibile che “non-sviluppatori” della mia applicazione potessero scriverne template o plugin o se invece tali interventi facessero figurare gli utenti finali come “sviluppatori della mia applicazione”.

La risposta: il silenzio. Contenti loro…

licenza

(l’immagine è rubata da un post a tema di Coding Horror)

-duh

(*) ovviamente il metro di paragone è basato sul mio gusto personale.