2010 fuga da Google
Qualche giorno fa Google ha annunciato il ‘nuovissimo’ di zecca servizio chiamato Buzz. A differenza di Wave, che per provarlo ci voleva un invito di Sua Santità, Buzz è stato immediatamente aperto al pubblico. Quei genii di Mountain View hanno pensato che per fare il boot-strap dei contatti fosse simpatico che GrandeFratelloGoogle potesse scegliere per noi chi inserire nella lista di contatti. Hanno pensato poi che sarebbe stato interessante renderla pubblica. Ma non hanno pensato a chiedere il permesso di nessuno. Ciò ha creato alcune situazioni imbarazzanti, c’è qualcuno che ha visto mettere addirittura a repentaglio la propria incolumità fisica.
Fuck you, Google. My privacy concerns are not trite. They are linked to my actual physical safety, and I will now have to spend the next few days maintaining that safety by continually knocking down followers as they pop up. A few days is how long I expect it will take before you either knock this shit off, or I delete every Google account I have ever had and use Bing out of fucking spite. (fonte)
Dopo qualche giorno hanno deciso di sistemare un paio di cose, chiedendo scusa per non aver “testato a sufficienza” il servizio.
Buzz è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso:
- con google reader sanno cosa leggo e cosa mi interessa (starred items)
- con feedburner, a cui mi sono iscritto prima che venisse acquistato da google senza lunga ponderazione, sanno cosa pubblico e chi mi legge, anche se chi mi legge non usa google reader
- con gmail sanno cosa scrivo privatamente e chi sono i miei contatti telefonici; conoscono anche i miei contatti facebook grazie all’integrazione della rubrica via telefonino
- con google maps/location sanno spesso dove vado
- con Analytics/Chrome conoscono vita morte e miracoli della mia navigazione
Invece quando si tratta di dirmi perché hanno bannato il mio account AdSense sono riuscito ad avere solo risposte automatiche.
Ora capisco che una persona può rinunciare volentieri a pezzi di privacy, ma fino a quando ogni servizio era un silos, mi stava benissimo così: ognuno di noi è liberissimo di creare account in Facebook/Twitter/Wordpress e decidere di pubblicare quello che vuole. La mossa di Google mi ha fatto capire che i silos sono un illusione e che loro si sentono liberi di mettere in comunicazione mondi che io ho deciso di tenere separati senza chiedere il permesso.
E allora fan***o Google.
- Sto spostando il mio account Google Reader su Blogline
- Feedburner è stato quasi completamente eliminato
- GMail sta vedendo una drastica riduzione. Sto pensando di cancellare il mio vecchio account ed aprirne uno anonimo da usare con il Nexus One
- Analytics è stato abbandonato già da un pezzo
- Chrome sarà sostituito con Firefox. È un po’ più lento, ma chi se ne frega, ora che son riuscito a far funzionare l’extension Total Rechrome con la 3.6 sono felice come una pasqua
È ora di finire sotto il loro radar. Studierò un sistema per diventare invisibile a Google Analytics (magari via extension Firefox). Non mi avranno più.
(of course, se qualche collega mi fa la gentilezza di procurarmi un WP7 al più presto, metterò immediatamente in vendita il Nexus One)
-quack
UPDATE: L’arroganza di Eric Schmidt mi sta veramente sullo stomaco:
Think of it as an opportunity to instrument the world. These networks are now so pervasive that we can literally know everything if we want to. What people are doing, what people care about, information that’s monitored, we can literally know it if we want to, [pauses, lowers voice] and if people want us to know it. (fonte)
UPDATE 2: eh sì, mi hanno proprio fatto incazzare. Ho trovato un trucchetto banale (diciamo per chi non ha paura di editare un file di testo a mano) per bloccarli su tutti i miei PC. La manipolazione del file Hosts di windows.
Ovviamente non dimenticate di tirare lo scarico sulla cache del DNS tramite:
ipconfig /flushdns