64 bits are coming…
…but they are not here yet.
Questa è la triste conclusione a cui sono arrivato durante il weekend, speso per la maggior parte del tempo nel fare l’upgrade della workstation. Che è cominciato con l’upgrade della motherboard sostituita con una “firmata” e proseguirà con quello del masterizzatore DVD, che fa lo snob con alcuni supporti nuovi di pacca, e che per l’occasione sposto da uno slot IDE ad uno Sata. Per finire con quello della scheda grafica, ancora da ordinare per la verità: sempre e fedele ad ATI, sto strizzando l’occhio ad un’offerta che non si può rifiutare per una HD 2600. Stesso prezzo di Nvidia 7xxx, ma generazione successiva (DX10 vs DX9) e affidabilità più collaudata. Oltre ad un invidiabile Vista score di 5.9/5.2 (che ho scoperto si può controllare online qui prima di comprare qualcosa: http://checkyourscore.com http://shareyourscore.com )
Dopo aver fatto l’upgrade della motherboard ho reinstallato Vista 64. Tutto ha funzionato al primo colpo grazie alla dotazione del CD dei driver. Tranne il lettore di impronte da scrivania integrato con il ricevitore per il mouse wireless: mi sarei aspettato di dover avere problemi con i driver, in realtà i problemi li ho avuti con il software in bundle: la versione disponibile supporta solo i 32bit e non c’è un upgrade path per chi ha Vista 64. La cosa mi fa parecchio rabbia in quanto il produttore dell’aggeggio è MS anche se il bundle è preso in licenza da terze parti. Qualcosa combinerò, magari rompendo le scatole fino alla nausea a qualche collega (già il supporto di Vista x86 è arrivato quasi allo scadere del tempo!). La figata della nuova motherboard sta nel TPM da 2048 bit integrato. Il prossimo HD che si sfascia non avrà bisogno di essere trapanato se mi decido a criptare tutto con bitlocker.
Sul laptop c’è ancora qualche problema con l’insonnia che pensavo di avere risolto ma a quanto pare è molto più randomico di quanto a prima vista mi era apparso. I fattori in causa (sempre ipotetici) sono diventati troppi: la versione di Vista (x64), il Windows Home Server software connector (che è autorizzato appunto a svegliare il laptop) che ha fatto la sua apparizione in versione x64 solo da pochissimo, il lettore di impronte digitali (che mi ha dato l’impressione che da spento tutto andava benissimo) ed infine il BIOS che in certe condizioni di batteria si comporta in maniera inusuale. Esempio: a batteria completamente scarica ci mette circa un minuto per fare il pre-boot. Insomma capire cosa cavolo causa il risveglio immediato è un’operazione per persone estremamente pazienti, ma non è questo che mi ha convinto a tornare a x32: Internet Explorer, cortesia di Adobe Flash Reader, è una pena da usare; certe volte Flash viene rilevato correttamente, certe volte no: e se tento di installarlo il sito di Adobe mi spernacchia dicendo che x64 non è supportato. Silverlight intanto va alla grande, ma purtroppo non basta. Ho intenzione – se ci riesco – di ridurre l’attuale partizione di sistema ad un piccolo angolo da 25/30GB e controllare ogni tanto se eventuali update migliorano la vita. La cosa buffa è che in ufficio (e sulla workstation, lettore di impronte escluso) lo stesso setup gira che è una meraviglia. Quindi mi ritrovo con una bilancia che ha su un piatto la capacità di indirizzare tutti e 4 i GB installati e dall’altra una versione più stabile dell’OS: l’indice di affidabilità, dopo 5 giorni di “calvario”, è a soli 5.95(*). Too bad…
Il resto del weekend, nonostante fosse il weekend dei salmoni, l’ho passato da Fry’s per comprare un po’ di memoria Flash. Non potevo resistere alle offerte sulle SD da 2GB (il massimo che supporta il mio car stereo) che immagino presto scompariranno dal mercato; e ad un prezzo stracciato su 2 thumb drive da 8GB l’uno. Seguirà qualche esperimento per verificare alcune teorie strampalate di slipstreaming avanzato. Ovvero come complicarsi la vita quando non è nemmeno necessario….
-quack
(*) niente sarcasmo: quello Mac, se esistesse, sarebbe 0+ (tendente a zero da destra)