Bit-rot
Bit rot, o meglio Software rot, è secondo wikipedia un lento e aggiungo inesorabile deterioramento delle performance di un sistema software con l’avanzare del tempo. Compri un PC che emette fuoco e fiamme e dopo qualche mese è più lento di una tartaruga.
Il sofware rot è appunto inesorabile.
Il software rot affligge tutti i sistemi (già me li sento i “fortunati” possessori di Mac o altre piattaforme alternative di moda auto proclamarsi immuni: sorry non è così).
E così un mio PC windows, quando fa shutdown, mi fa comparire sempre la schermata in cui si dice che alcuni processi non vogliono saperne di morire.
Un altro PC va in BSOD hardware ogni due giorni.
Il mediacenter, a cui ho disabilitato persino gli update visto com’è protetto all’interno della rete casalinga e all’uso di cui se ne fa, ogni tanto esibisce problemi strani con Netflix (qui sto barando, in quanto Netflix è un prodotto che gira più sui server che sui client; ma non sto barando neanche tanto in quanto anche i server sono software e quindi affetti da bit rot).
Il bit rot è figlio del peccato originale del software: tutto il software viene rilasciato in maniera consapevolmente bacata. La madre del bit rot è l’impossibilità di testare gli aggiornamenti successivi come si può fare con i cosidetti golden bits, fotografia di un istante lungo quanto la durata di una build.
Nel momento in cui si aggiunge qualcosa a quei dannati bits si perde la speranza di avere un’idea per se già estremamente vaga della stabilità del sistema.
Certo è che oggi giorno, tra una sandbox quà e una nuova feature là (Windows PC Refresh), la vita è da un lato un po’ più semplice. Ma il tutto è costantemente vanificato dalla dipendenza tra bit rot e complessità, da sempre in crescita in maniera esponenziale: ai tempi di MS-DOS c’erano al più un paio di thread (imbrogliando di molto), oggi l’unica app di sistema mono-thread è il notepad.
Triste la vita fino alla prossima RTM.
-quack