Free the iPhones!
Devo ammettere che la cosa più irritante per me, da quando uso un iPhone come dispositivo principale, è il fatto di non sentirmi libero di scrivere un’app ad uso e consumo personale. Sarà pure che Apple voglia proteggere il suo Store dalla pirateria o più probabilmente pura smania di controllo, ma le soluzioni finora sono poche e poco soddisfacenti.
- donare $100 all’anno ad Apple per un certificato developer che - quando scade - porta via con sé la possibilità di continuare ad usare l’app.
- pubblicare l’app nello Store con tutti gli annessi e connessi che - per un’app a puro consumo personale - è un onere non indifferente (oltre a dover cacciare i $100 del punto 1.)
- usare il certificato gratuito con scadenza a sette giorni e ricompilare l’app ogni settimana; cosa aggravata dal fatto che ogni nuova versione di iOS richieda NECESSARIAMENTE GB su GB di aggiornamenti per XCode per rifirmare codice identico a quello della settimana precedente
- usare certificati abusivi in vendita a meno di 3 caffè da Starbucks con validità di un anno e “garantiti” contro la revoca. Che, aldilà dell’essere eticamente dubbio, mette a rischio di una revoca sicura come le tasse visto che questi certificati sono usati molto comunemente per piratare app e Apple si diverte a revocarne in quantità bulk
Nessuna delle opzioni di cui sopra è per me soddisfacente e sinceramente c’è quasi la tentazione di cambiare piattaforma; almeno fino all’altro giorno.
Qualcuno ha pubblicato un’app multipiattaforma OSX/Windows con tanto di codice sorgente per generare un certificato fresco a richiesta, firmare il binario e fare l’upload su cellulare via Wi-Fi sync: mecoj**i!
Peccato solo che sia scritta in C++ e non ci sia una versione per Linux.
Il resto lo lascio all’immaginazione del lettore…
-quack
P.S. eh niente, quando si tratta di proteggere il suo controllo sulla piattaforma, Apple fa cose allucinanti. Sistemare showstopper invece può aspettare.