I am a PC again
Non è più un segreto che ho venduto il mio MacBook Pro ad una compaesana del mio paese d’origine. Che era così contenta che ne voleva comprare addirittura un secondo. Nel frattempo, mentre ero ancora in vacanza, ho comprato il nuovo portatile DELL con l’intenzione di trovarlo in consegna già ieri.
Trattasi di un DELL Studio 1535 refurbished e in quanto tale mi è costato addirittura meno del MBP comprato meno di qualche mese fa. La sensazione, date le caratteristiche hardware, è quella di un grosso upgrade (T9300, 4GB di RAM, un sacco di slot integrati, lettore di impronte digitali, display a LED). Visto che c’era preinstallata una versione a 32bit ho felicemente formattato e reinstallato da zero Vista x64: devo ammettere però che mi è sembrato particolarmente CRAP-free fatta eccezione per una dock simil Mac abbastanza pronunciata in cima allo schermo.
Sia chiaro che non l’ho venduto per tutti i guai elencati nell’apposita pagina, anche se la tentazione era fortissima quando ho letto alcuni commenti demenziali in giro, ma in quanto ho raggiunto in parte i miei obbiettivi: locazione gratuita (nel mio caso lautamente retribuita) di un mac per testare come si deve e da vicino la piattaforma della concorrenza. Nel frattempo ho scoperto che vivere multipiattaforma, laddove non ci siano evidenti vantaggi nel farlo, è uno stress quasi inutile.
Ora in pieno jet lag mi appresto ad installare gli applet indispensabili prima di passare ad Office e altre applicazioni “serie”.
As usual, queste le performance riscontrate dal tool di Vista:
A quanto pare le perf della scheda grafica del MBP sono decisamente superiori a quelle di questa ATI, ma c’è da considerare che non ho ancora installato i driver “ufficiali”: staremo a vedere se cambia qualcosa. Intanto il lettore di impronte digitali è davvero addictive. Non l’avevo mai usato come password manager, ma devo dire che vale veramente la pena farlo.
Nota di folklore: ieri, durante il viaggio da Francoforte a Seattle, ha viaggiato con me Carmen Consoli quì per un concerto. Io ero al 27G, lei era al 26E. Mi sono accorto di lei solo all’arrivo: il volto mi sembrava familiare ed una sbirciatina disinteressata ai suoi moduli del visto (CONS CAR) ha confermato la mia supposizione. Le ho chiesto un autografo ma ero sprovvisto di carta… mi ha chiesto che faccio e le ho accennato brevemente, chiedendo se fosse interessata a visitare il main campus. Ha chiesto ai suoi assistenti e pare abbiano detto di sì: per concordare l’eventuale visita mi ha chiesto di scrivere sul suo quaderno i miei recapiti. Ho come avuto la sensazione che l’autografo, nella sua accezione più generale, lo stessi lasciando io….
-quack