Lo stack ranking è morto, viva lo stack ranking
L’odiosa pratica di distribuire lodi e compensi secondo una rigida curva statistica è stata finalmente abolita.
Pensare che fino a ieri, nel senso letterale del significato di ‘ieri’, c’era chi diceva che è impossibile avere un budget per salari e bonus senza avere necessariamente una curva di distribuzione da forzare giù a colpi di martello. E chi, come me, sosteneva che il budget deve essere dato in totale discrezione al manager e quest’ultimo può distribuirlo come crede, compreso in parti perfettamente uguali a tutti i sottoposti.
C’era chi fino a ieri faceva l’esempio che anche in una mano c’è il medio e il mignolo (deve essere un esempio classico che fanno in questi meeting per formare i manager automi). E chi come me contestava il fatto che sì, tutti (o quasi) abbiamo un mignolo, ma che le proporzioni tra le dita della mano non sono le stesse e questo ha fatto la fortuna di chi vende guanti elastici.
Implementazione del nuovo processo a parte le parole di Lisa Brummel non lasciano alcun dubbio:
No more curve. […] Managers and leaders will have flexibility to allocate rewards in the manner that best reflects the performance of their teams and individuals, as long as they stay within their compensation budget.
Ci hanno messo del tempo ma alla fine si sono accorti che in assenza di una metrica applicabile in maniera globale e imparziale, lo stack ranking è stata un’idea del piffero.
Insomma, avevo ragione io.
-quack