Ninna nanna
Ormai con i problemi di sleep di Windows ci sto prendendo estrema confidenza e non è cosa bella. Il primo era venuto fuori scambiando accidentalmente il cavo SATA di due hard-disk: il PC non ne voleva sapere di ibernarsi e neanche lo sleep, qualora lo sleep ibrido fosse attivo, riusciva ad attivarsi. Il sintomo era l’accensione immediata appena dopo lo sleep.
Sintomi identici per i problemi di insonnia con il Dell Studio: ma in questo caso non c’erano cavi SATA da scambiare. Alla fine è automagicamente scomparso con qualche aggiornamento. Stessa (buona) fine per quello del coma profondo: compare ormai solo occasionalmente (una volte al mese o meno) ed è un risveglio che richiede circa 2-3 minuti per completarsi durante il quale lo schermo è completamente spento.
Da un paio di giorni invece si è presentato un altro caso completamente diverso nei sintomi da tutti i precedenti, vittima designata la Workstation. Se lo sleep è forzato via menù o via pulsante power, tutto funziona. Lo sleep da timeout invece non funziona. Il problema assume dimensioni grottesche quando si considerano i casi in cui il PC si risveglia automaticamente per sbrigare alcune faccende, come ad esempio il backup giornaliero sul server. Il risultato è di ritrovare il PC acceso ma inattivo: chiuso nello sgabuzzino e magari pure sofferente. La cosa buffa, che mi ha dato qualche indizio per cercare la soluzione, è stato il fatto che il timeout affligge anche lo spegnimento dello schermo: neanche lo schermo, passato il tempo dovuto, va in stand-by come ci si aspetterebbe in questi casi.
Deciso ad andare a fondo della questione e forte delle indagini precedenti, mi sono imbattuto in quella che sembra la guida più completa ai disturbi del sonno di Vista. Ho seguito tutti i passi saltando quelli che mi sembravano più insignificanti, ma non ne sono venuto a capo. A questo punto ho deciso di provare davvero tutto: la guida parlava di rari casi in cui alcune periferiche sono in grado di interferire con il sonno. Bingo! Il colpevole nel mio caso è questo aggeggio. L’indizio dello schermo mi avrebbe dovuto mettere sulla buona strada visto che l’aggeggio emula la pressione di alcuni tasti e con certezza quasi assoluta genera qualche interrupt periodico che il driver ritrasmette come azione eseguita da un utente interattivo. Incredulo mi son preso la briga di fare diverse prove con l’aggeggio attaccato e staccato: prove su prove e alla fine è volato via più di qualche multiplo di mezzoretta e sereni, come per l’effetto di una ninna-nanna, ce ne siamo andati a dormire ognuno a proprio modo.
Morale della favola: MAI, MAI, sottostimare il potere dell’hardware.
-quack