Offsite Backup–intervallo
Avevo promesso un post dedicato all’assemblaggio dei vari pezzi ma mi son scontrato con qualche difficoltà con OpenSSH a cui penso valga la pena dedicare questo post. La modalità SSH che mi interessa è quella senza password e cioè basata su keyfile per fare in modo che il client installato sul mio PC di test si collegasse automaticamente al server. Il keyfile in pratica sostituisce l’uso della password tramite una chiave privata RSA.
È stato un bagno di sangue ma ce l’ho fatta. In sintesi quello che ho scoperto. Ci sono due versioni di SSHWindows:
- quella ‘ufficiale’ 3.81p-1 datata 9 Luglio 2004
- quella derivata, 4.2p2-2, qualche anno più nuova
La prima ha un baco molto antipatico: non riconosce i permessi per Windows e si rifiuta, nonostante sia considerato un “warning” e non un errore, di caricare un keyfile senza i permessi settati correttamente; la cosa buffa è che settarli correttamente è impossibile. Il problema si scavalca installando la ‘nuova’ versione ma non è finita.
Sul lato server l’installazione di SSHWindows crea un servizio con permessi di LocalSystem. Questo previene la possibilità di impersonare l’utente desiderato usando il keyfile restituendo un errore di tipo “public key auth seteuid fails”. Cercando su Google e passando per tipi misteriosi che dichiarano che Windows 2003 non è un sistema multi user e blah blah blah mi son ficcato solo in vicoli ciechi. Ho provato invece a far girare il servizio OpenSSH con le credenziali di destinazione sperando che funzionasse al primo colpo. Un ulteriore intoppo, i permessi sbagliati nella cartella dei log, facilmente sistemabile.
Riassumendo i passi correttivi:
- installare sshwindows in versione “derivata” su entrambi i lati della connessione
- seguire il tutorial indicato in questa pagina per generare la chiave RSA
- cambiare i permessi con cui gira il servizio OpenSSH
- aggiungere l’utente desiderato al folder di log
Et voilà il gioco è fatto. Visto che sono riuscito a procurarmi ben due librerie diverse per .Net che consentono la connessione SSH, spero di trovare un ritaglio di tempo per creare un client customizzato da fare girare come un servizio alla stregua di PeoneFS. Nella prossima puntata metto tutti i pezzi insieme, ma garantisco che non sarà l’ultima. Ho in mente una versione due dell’accrocchio che… ssst…
-quack