Piange il telefono
Un uomo entra in un bar e dimentica il cellulare. Un altro lo trova, scopre che è un rarissimo IPhone di super-nuova-quinta generazione e si ritrova con un scoop in mano. Rivende il telefono ad una redazione giornalistica che ne pubblica foto e dettagli. Una storia assurda, ma per quello che succede dopo.
Qualcuno ipotizza teorie complottistiche a dir la verità più credibili di quelle degli alieni nell’Area 51. Qualcun altro per difendere l’azienda del cuore scrive 5000 parole, mica pazzi eh!, 11 pagine A4 stampate per spiegare il perché e il per come: sinceramente anche giocare a scacchi con un primate sembrerebbe più entusiasmante, evidentemente qualcuno non ha davvero un pazzo di meglio da fare.
La mia opinione non richiesta: qui mi sembra che si sta esagerando. Se qualcuno fosse finito sul giornale per aver trafugato dei documenti top-secret da una base militare operativa non avrebbe ricevuto il clamore di così tante attenzioni. Ovviamente c’è quasi la certezza che sia stato commesso un reato però se fossi il direttore responsabile di una testata giornalistica di spetteguless tecnologico che vive di questo avrei fatto la stessa fesseria: quando si tratta di fare lo spetteguless più lungo niente batte uno scoop del genere. In fin dei conti, una volta che Gizmodo ha avuto l’opportunità di scoprire che il venditore mascarato non stava bluffando, ha prontamente restituito il maltolto. Purtroppo ci sarebbe da ridere se non fosse che la realtà supera davvero la fantasia: i segreti di Apple non sono segreti di stato ma qualcuno si atteggia come se lo fossero. Dulcis in fundo una perquisizione con sequestro, a quanto pare anche questo illegale, nella residenza del ricettatore giornalista. Certe arroganze sono già antipatiche per sé, figuriamoci quando vengono fatte a nome di altre entità ancora più arroganti.
E Steve Jobs è un’ingrata testa di pazzo.