A Ovest Di Paperino

Welcome to the dark side.
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Dico la mia visto che sia gli ultimi commenti, sia gli ultimi avvenimenti sembrano spingere la discussione in tale direzione. Lo faccio elencando una serie di considerazioni in ordine sparso e probabilmente senza filo logico. La premessa che quello che scrivo è solo frutto della mia mente bacata è più che mai valida per questo post.

Monopoli. Secondo la dottrina economica americana non è il monopolio in sé ad essere considerato nocivo ma usare un monopolio a proprio vantaggio per aumentare la share in un altro mercato. L’esempio classico è quello di Windows/I.E. Secondo gli accusatori Microsoft ha usato il monopolio dell’OS (Windows) per aumentare la share di I.E. Anche allora l’accusa è stata accolta in maniera estremamente controversa per un paio di questioni. Una ad esempio è che Windows non impedisce l’uso di altri browser. Ce ne sono altre che probabilmente verranno fuori durante la discussione nei commenti.

Storia. Microsoft è stata chiamata in giudizio e condannata per alcune pratiche a dir poco discutibili. Quella di imporre l’esclusiva di MS-DOS è stata una di queste e da allora è stata messa sempre sotto stretta osservazione. Quello che la gente dimentica è il periodo storico in cui questo accadeva: sono passati più di 15 anni e la concorrenza allora non era Linux/OSX/qualsiasi-altro-gusto-di-Unix: si chiamava DR-DOS/Novell ed erano più che altro sistemi basati sul cloning di MS-DOS. Da allora le cose sono cambiate ed il prezzo della licenza OEM dipende solo dal “volume di acquisto” e non da diritti d’esclusiva.

Linux. Molti sostenitori di questo sistema aperto/gratuito fanno quest’equazione: Qualità Ottima / Prezzo Zero = Infinito. E a questo punto si chiedono: com’è possibile che un prodotto che ha un elevato rapporto qualità/prezzo e che per di più è gratuito non riesce a conquistare quote di mercato? Semplice, la concorrenza gioca sporco… Questo tipo di ragionamento è molto comune, sono pochi che riescono ad afferrare che qualità e prezzo sono fattori ben meno oggettivi di come si potrebbe pensare.

Libero mercato. Ripeto quanto ho detto in precedenza. Molti confondo il libero mercato con la disponibilità di avere quello che si vuole al prezzo che si vuole. Faccio un esempio che può sembrare ingenuo ma che è tristemente basato su una storia vera. Tempo fa Dell ha deciso di vendere alcuni modelli di laptop con Ubuntu anziché Windows. Alcuni personaggi loschi si sono leccati i baffi pensando: Vista ultimate costa 300euri, Ubuntu costa zero ergo un laptop con Vista da 400euri deve essere venduto a 100euri. Lo scontro con la realtà del costo della licenza OEM di Vista usata nei prodotti di fascia bassa per compratori di altissimo volume come DELL è di molto inferiore al loro immaginato risparmio li ha portati a gridare allo scandalo. Ricordo vividamente un commento del tenore “quei ladroni di Microsoft sono riusciti a trovare il modo di lucrare anche sulle licenze di Ubuntu”.
Tornando al discorso sul libero mercato: libero mercato è incontro tra domanda ed offerta. Se la domanda per un certo prodotto è bassa renderà l’offerta bassa e sconveniente soprattutto per prodotti a costo marginale nullo (software, know how, ecc.). Se Fry’s decide di fare lo sconto del 20% se compro un certo specifico modello di processore ed un certo specifico modello di motherboard non posso imporre a Fry’s di vendermi solo la motherboard con quello stesso sconto: ed infatti al momento dell’acquisto si sottoscrive un contratto in cui ci si accorda che CPU & MoBo sono inscindibili ed in caso di restituzione per rimborso vanno restituiti entrambi. La questione operatività sollevata da EnricoC è totalmente irrilevante: nessuno mi vieta di regalare un televisore con l’acquisto di un materasso e nessuno finora si è sognato di imporre (notare la scelta del verbo) al venditore la vendita del materasso “nudo”. Dell/HP/Toshiba hanno tutto il diritto di scegliere come e con cosa vendere i loro prodotti.

EULA e rimborsi. Tutto quanto detto sopra però ha una piccola/grande eccezione. Il software è un bene immateriale solitamente venduto in licenza d’uso. Sebbene questo non limiti il fatto che possa essere venduto in bundle con l’hardware, l’EULA di Windows permette una piccola scappatoia. Notare l’uso del termine “scappatoia” perché di questo si tratta. L’EULA di Windows permette il rimborso da parte del rivenditore (leggasi: Dell/HP/Toshiba) se prima di installare/usare il software non si accettino le eventuali condizioni d’uso. È una scappatoia perché nel momento in cui il prodotto viene venduto tali condizioni sono estremamente chiare. Tornando all’esempio dei materassi/televisori è come se la ditta di televisori dicesse “questo televisore non può essere usato per martellare dei chiodi e se lo avete comprato per usarlo come martello vi siete sbagliati e potete chiedere il rimborso al rivenditore”. Quando qualcuno cerca di ottenere il rimborso della licenza di Windows sta facendo proprio questo: in termini spicci sta facendo il finto tonto anche se dal punto di vista legale ha tutte le ragioni per farlo. A questo punto dovrebbe essere chiaro perché alcuni rivenditori possano essere meno accomodanti di altri. Qualcuno ne fa una questione di principio ed è disposto a investire quantità di tempo che superano di parecchio l’eventuale rimborso, come se il bundling stesso fosse illegale.

Unione europea: uno dei più grossi fraintendimenti è che un ente come l’UE sia super-partes. Se questo è vero in discussioni fra due entità entrambe “europee” sicuramente lo è meno quando una delle parti è americane. Se si combina questo con il fatto che anche alcuni commissari UE possono sbagliare, si può capire quanto portare sul tavolo affermazioni come “l’UE ha fatto la multa” siano di poca utilità nel cercare di capire come muoversi. Piccola parentesi: da cittadino europeo sarei un po’ più felice se quei soldi (che per me sono comunque ottenuti in maniera poco pulita) finissero per finanziare la ricerca fonte di innovazione e di futura competizione sana. Mi scusassero se esprimo tutti i dubbi del caso.

Opera, WMP e IE. Faccio una operazione temporanea di “suspension of disbilief”. Suppongo cioé che multare ed imporre a Microsoft di vendere copie di Windows senza WMP sia cosa buona e giusta (le famose edizioni N). Se così fosse mi dovrei aspettare una marea di copie vendute ed invece di Windows N sono state vendute zero (o quasi) copie. Errare humanum est, perserverare… Fossi nei panni di Christen Krogh, Chief Development Officer di Opera, passerei meno tempo a gioire e più tempo a capire come mai un browser uscito dal nulla (leggasi: Chrome) sia stato capace di ragranellare in pochissimo tempo market-share comparabili con quelle di un browser decennale.

Mi fermo qui, sicuramente c’è abbastanza per alimentare una discussione interessante. Unica richiesta è che i toni siano civili come al solito e magari anche di più.

-quack