Sneakernet
Piccolo aggiornamento: sono nella fase finale di messa a punto del Cray-1 e stasera ho fatto la migrazione dell’OS dal disco meccanico (che poi ho scoperto essere un povero 5400rpm) al disco solido. Immaginavo che usare CloneZilla sarebbe stato più semplice che usare un prodotto per Windows che gira su Windows in quanto CloneZilla lavora offline, ma mi son sbagliato di grosso. Per fortuna avevo una licenza gratuita dell’ottimo prodotto della Paragon Software ed è passata la paura. Effettivamente l’hard disk era il collo di bottiglia, il sistema adesso si avvia in meno di un minuto, misurato al momento in cui la sintesi vocale annuncia che “il servizio rippatutto” è stato avviato con successo. Col disco meccanico i minuti richiesti erano quasi sei, ma il resource monitor non mostrava molto accanimento verso il disco e per questo ero un po’ scettico.
Adesso che le prestazioni sono decenti, che il guest agent di xenserver sembra non avere più bisogno di un GB di RAM per girare e che lo scanner è tornato allegramente a poter essere condiviso, è arrivato il momento di riprendere a pensare ad un piano di backup offline (ho i file importantissimi riversati anche nel cloud, ma ciò non basta secondo la famosa regola del 1-2-3).
È da parecchio che rimugino su un sistema basato appunto su Sneakernet, ovvero tenera aggiornate due repliche di dati usando un supporto fisico come mezzo su cui far viaggiare i dati. Credo che abbia cominciato a pensare a qualcosa del genere mentre ascoltavo una collaboratrice dello scomparso Jim Gray, ed ho pensato ad una ricetta basata su ingredienti a mia disposizione:
- la possibilità di ottenere l’elenco dei file modificati, aggiunti, cancellati o rinominati a partire da uno snapshot disponibile con qualche incantesimo da riga di comando con solaris
- una volta ottenuta la lista, processare i file e metterli su una chiavetta che poi a destinazione verranno sincronizzati con la seconda replica
- un servizio Windows (perché nonostante tutto sono ancora estremamente più produttivo con C# che con qualsiasi altro mezzo) che automatizzi quanto più possibile la sequenza di operazioni: tipo inserisci la chiavetta, si smazza il delta e quando ha finito la sintesi vocale annuncia che la copia è pronta
Vista la mia attuale familiarità con Java, ho pensato ad un demone Solaris che si mette in ascolto e che, ricevuta la parola d’ordine, mette a disposizione il delta su una share e poi tutto il resto comodamente gestito da Windows.
Avrei pensato che la parte più difficile sarebbe stata conciliare il nuovo delta con un delta pre-esistente, ma a quanto pare scrivere un demone in Java sembra sulla carta molto più semplice di quanto sia in realtà. Tra l’altro mi dovrei fidare di un OpenJDK qualora volessi usare una versione più recente di quanto preinstallato già su OpenIndiana.
Ergo, il viaggio che mi aspetta sembra essere molto lungo… caro diario…
-quack