Tipi da messenger: i Danteschi
Si racconta che Dante Alighieri avesse una memoria davvero prodigiosa. Un aneddoto a tale riguardo vede il sommo poeta camminare per le strade di paese ed incontrare uno sconosciuto che gli chiede:
«Oh Dante, qual è il tuo cibo preferito?»
«Le uova» la risposta del sommo.
Dopo un anno lo sconosciuto reinconta Dante per le stesse strade e chiede:
«Oh Dante, ma con cosa?»
«Con il sale», risponde Dante senza minimamente titubare.
Mi capita spesso di chattare con qualcuno che dopo avermi salutato mi pone domande che mi sembrano strane tipo «ma per quella cosa?» o «hai risolto il problema?» o «allora che mi dici di quel fatto?» facendo riferimento a passate conversazioni «scadute» da svariate settimane. Approfitto allora di questo fantastico mezzo che è il blogghe per dire che a differenza dei miei mirandoliani interlocutori io purtroppo non ho le qualità di Dante Alighieri. Vuoi per colpa della galoppante età, vuoi per colpa della mia dislessia. La cosa è più imbarazzante per me che per chi mi interpella. Una volta poi, qualcosa del genere è accaduta live e quello che segue è una ricostruzione più o meno fedele.
Ero in una pizzeria in compagnia della formichina: passa alle sue spalle una persona dal volto familiare che si dirige verso il bagno. Al suo ritorno mi riconosce e si avvicina al tavolo:
sconosciuto: «Come va?»
paperino: «Ah bene bene. E tu?»
sconosciuto: «Ah si pure, un po' di stress sul lavoro...»
paperino: «eh quello non manca mai, sai com'è...»
[qualche minuto di conversazione]
sconosciuto: «beh vi lascio, buona serata»
formichina: «ma chi è?»
paperino: «ti giuro che non mi ricordo e siccome neanche lui mi ha chiamato mai per nome ho l'impressione che ci siamo incontrati ma nessuno dei due si ricorda dove»
Ero troppo in imbarazzo per chiedere «tu chi sei» e alla fine è stato un po' come per Lino Banfi in questa scena del mitico Vieni avanti cretino:
Happy chatting. Ma di che stavo parlando?
-quack