A Ovest Di Paperino

Welcome to the dark side.

Touchdown

Siamo finalmente arrivati in Patria. Come recitava Morpheus, some things will never change. Dopo nove anni ancora non mi riesco ad abituare all'anti-gentilezza d'impatto non appena si tocca suolo italiano. Riassunto di un paio di episodi:

  1. siamo passati dal customer care Alitalia per confermare che il pezzo di carta che avevamo in mano come ricevuta del biglietto elettronico fosse sufficiente per passare la fila alla sicurezza; di tre impiegati una, sul posto di lavoro, parlava allegramente e ad alta voce dei suoi fatti personali con una amica al cellulare. L'altra tentava di aiutarci dandoci informazioni sbagliate (un gate totalmente diverso che senza carta d'imbarco ci ha fatto rischiare di perdere l'ultima coincidenza) mentre il terzo "aiutava" un signore e la sua famiglia rei di voler far passare del cousous in volo
  2. la security: concentrato di maleducazione totale. Trattare clienti come se fossero capi di bestiame è il modo più veloce per farsi licenziare dalle mie parti. Nessuna istruzione su come fare il controllo, un metal detector per ogni due file, incompetenza totale nel trattare i clienti. L'ho già detto?
  3. i pugliesi in viaggio; nulla in contrario con in pugliesi (sono pugliese anch'io) ma mi sembrano una comitiva di ragazzini chiassosi in gita con l'età media di 50 anni. La scena folkloristica al baggage claim sembrava tratta da La mia Africa
  4. la dogana in Italia. Per la prima volta mi hanno chiesto «da dove vieni?». Da «Seattle». «Allora devi fare la dogana». Mi fanno infilare i valigioni nella macchina a raggi-X per la quindicesima volta, ma non il mio marsupio che stava per esplodere. Che cosa potessero trovare via raggi-X ancora non l'ho capito.

Intanto ieri sera tardi mi son accorto che sono stato PI-zzato (effetto simile all'essere slashdotted). Spero che il mio host abbia tenuto e ringrazio pubblicamente Patrizio Tassone per la citazione e il suo articolo che - se fosse possibile - condividerei al 200%. Alcuni brani che ho gustato:

Con un ecosistema del genere, già debilitato, i nuovi paletti che la GPL3 inserisce, se da un lato vanno a proteggere quei principi che la FSF persegue, dall'altro rischiano di uccidere il malato, facendolo tornare un gioco per geek
Ma spostare il discorso sulla libertà è un vantaggio di troppo che si concede a FSF: per come la vede Torvalds, la GPL3 limita le libertà, non le amplia, ficcando il naso in cose che non dovrebbero riguardare la licenza
[...]
Si equipara quello che FSF vuole sia "legale" con quello che è il proprio credo.

Infine questo pezzo è semplicemente favoloso:

Se oggi si mettono paletti su dove eseguire il software, chi ci garantisce che domani la GPL3.1 o la GPL4 non contengano una clausola che vieterà l'uso di software coperto da GPL nei paesi dove vige la pena di morte, o in quelli non considerati "liberi" (dalla FSF, ovviamente!), o in quelli che non concedono una pensione agli sviluppatori GPL per lavoro usurante? Un po' più di rispetto per le idee altrui e meno proclami aiuterebbero sicuramente a non dividere la comunità creando blocchi contrapposti, ma a favorirne l'espansione.

Un po' quello che avevo detto anche io con l'allegoria dell'accendisigari.

BRB

P.S. in meno di sei mesi Vodafone mi ha invalidato la mia vecchia SIM telefonica. Toccherà comprarne un'altra e trovare una soluzione un po' più permanente.