A Ovest Di Paperino

Welcome to the dark side.

ueb tu o: trenitalia

Sono quasi dodici anni che vivo nel continente nuovo ma ancora casco come un pischello nella trappola dell’immigrato: aspettarmi che i “più importanti” siti italiani funzionino almeno come il sito del “tabaccaio sulla quarantesima”. Puntuale stavolta sono finito nelle grinfie di trenitalia.

Il sito ti accoglie con una pagina rassicurante che non lascia assolutamente intravedere l’intenzione sadica del designer. A livello di usabilità è peggio di una martellata continua sui testicoli. Lo use case è quello di prenotare una cuccetta sul Bari-Milano delle 22:59.

Si inizia tramite la ricerca via partenza-destinazione e si viene presentati con una pagina riassuntiva in cui sono visualizzati i costi di prima e seconda classe. Nessuna indicazione visiva sulla disponibilità di cuccette e per curiosità vengo attirato dal pulsante “collegamenti intermodali”. Che sarà mai? Clicco e si apre una pagina che dà all’utente la possibilità di capire, senza poter prenotare, come arrivare da Milano Centrale alla Malpensa. Nessun pulsante di ritorno e per tornare indietro clicco quello del browser. Noto il pulsante “dettagli per selezione”, pensato secondo la logica scegli prima il treno e poi ti dico che servizi ci sono. Tali servizi sono mostrati in loco ma tramite una legenda (?). Dopo di che penso a prenotare il treno opportuno e scegliere il tipo di cuccetta: la logica è sempre la stessa, dimmi cosa ti interessa e ti dico se c’è posto. Mi ricorda tanto un cellulare Motorola che avrà venduto in tutto quattro esemplari e che funzionava pressappoco così:

utente: salva contatto
cellulare: indica posizione in memoria
utente: 42
cellulare: posizione occupata; indica posizione in memoria
utente: tasto fanc*lo

Una volta individuato come un topo in un labirinto il percorso ideale, clicco il pulsante acquista. Sei registrato? No! Allora registrati qui, nome, cognome, ecc. Al termine della registrazione non è più possibile accedere alla prenotazione scelta. Bisogna ricominciare da capo e l’assurdità è che mentre lo user name è case sensitive la password non lo è. Dei genii.

Rifaccio la prenotazione, spiego che il biglietto è per un’altra persona. Clicco su pagamento e per colpa mia (maledetta dislessia) scelgo “Carta Amica/Carta sì” invece di “Carta di credito O prepagata” (non avevo letto la disgiunzione). Finisco su un sito terzo per il pagamento con il certificato HTTPS non valido: MA CHI SONO QUESTI FOLLI? Mi fido lo stesso ma ovviamente la mia VISA non è una carta amica, il pagamento non va a buon fine e anche in questo caso finisco in un vicolo cieco senza un back-link. Ho dovuto ricominciare da capo, procedo per il checkout e nel “carrello virtuale” ritrovo due prenotazioni. Ne cancello una mi avvio al pagamento e sul biglietto compare il nome sbagliato. Ennesimo tentativo, controllo stavolta la presenza del nome giusto, mi avvio verso il checkout aspettandomi due prenotazioni ma in questo caso ce n’è una sola. Scelgo il pagamento con carta di credito, la banca esercente espone il logo “verified by Visa” che mi tranquillizza parecchio; inserisco gli estremi della carta di credito, incredibilmente sono all’ultimo passo, la carta di credito mi chiede la verifica ma…. nessun responso, vengo rediretto alla pagina della banca in cui devo inserire di nuovo tutti gli estremi: numero, scadenza, ecc. Penso di aver sbagliato la password Visa, questa volta scelgo la via dei dati personali, sembra fatta ma di nuovo mi ritrovo sulla pagina della banca con l’importo da pagare. Durante tutti questi tentativi un timer minaccioso concedeva solo 15 minuti per completare la transazione, me ne rimangono appena otto e decido per un vaffanc*lo globale: volevo solo comprare un biglietto mica partecipare all’ultima trovata sadica di Jocelyn.

Un sito così neanche le ferrovie dello Zimbabwe…

-quack