A Ovest Di Paperino

Welcome to the dark side.

  • Dov’è Gutmann?

    Da un ricercatore che scrive un paper mastodontico sugli effetti del DRM in Vista mi aspetterei due righe su questo fenomeno:

    Apple HDCP

    (fonte)

    Circa 19 mesi fa dicevo:

    Introdurranno una nuova linea di Mac con il supporto dell'HDCP; probabile anche che alcuni Mac tra i più recenti già supportino - in sordina, stile Apple - l'HDCP ma niente trapelerà fino al rilascio del nuovo OS

    Notevole come il supporto HDCP sia appunto avvenuto in sordina (niente sbandieramenti, nessuna indicazione tra le feature, ecc.)

    Ora la cosa buffa non è tanto il supporto all’HDCP che è praticamente obbligatorio se si vuole distribuire un certo tipo di contenuti multimediali; ma che a differenza di Windows, che in assenza di display HDCP, ne consente la fruizione in 800x600 attraverso le comuni uscite VGA, sui nuovi notebook Apple… l’uscita VGA non esiste! STUPENDO!

    -quack

  • Nickel and dime

    In inglese americano si usa questa definizione per le aziende di servizi intente a spennare i loro clienti anche per importi da 10 (dime) o 5 centesimi (nickel).

    È una compagnia nickel&dime quella che prova a fatturarti 2.50$ di mora per un importo di .52cents. È una compagnia nickel&dime quella che ti fa pagare poco meno di 100$ al mese per un piano telefonico/dati ed ha il coraggio di chiederne altri 30$ per il privilegio di fare tethering in maniera ufficiale e limitato a 5GB al mese.

    Le reazioni non mancano:

    Sooner or later people will learn that an iPhone doesn't really cost 199. (fonte)

    I love how AT&T and Apple work together to find a way to charge us for something that costs them nothing. Jerks. (fonte)

    Dear AT&T, Stop being fucking douchebags. (fonte)

  • Recensioni della domenica

    Venerdì è arrivato l’ “USB Security Foot Pedal”. La prova dei driver è andata benissimo… Vista lo riconosce come uno Human Interaction Device, quindi si tratta solo di capire l’evento generato dalla pressione del pulsante e confezionare un piccolo servizio server che faccia quello che mi serve quando premo il pedale. Questo vuol dire che probabilmente, per tenere a bada i colleghi impiccioni, mi toccherà comprarne un altro al più presto: l’offerta speciale 8$ e rotti spese di spedizione incluse dovrebbe terminare entro pochissimi giorni.

    Lo stesso giorno sono arrivate anche le cuffiette di rimpiazzo a quelle in dotazione al T-Mobile G1. Ho preso le Sony MDR-EX90LP sia per le caratteristiche di potenza (più di 100 mW) che per frequenze supportate (5 – 25000 Hz). Valore di mercato circa 60$, ma disponibili su EBay nuove per la metà spese di spedizione incluse. I Love Ebay. Ricordo ancora 15 anni orsono quando provai scettico gli auricolari dell’Aiwa da 50mW con supporto dei bassi: un’esperienza illuminante. La qualità audio di queste Sony sembra decente, il packaging di plastica pessimo: sto ascoltando lo stesso disco che ascoltai 15 anni fa orsono via PC e l’esperienza mi sembra una tanticchia peggio di quella di allora. Sarà l’età che ha notevolmente invecchiato mi mio apparato uditivo, sarà il fatto che il suono è ulteriormente filtrato da altri speaker. Staremo a vedere con il G1 come andrà quando ne trasferirò gli MP3 diligentemente rippati.

    E a proposito di G1: mi è arrivata la pellicola di plastica di protezione Invisishield. L’esperienza touch è migliorata di parecchio anche se appiccicarla allo schermo non è proprio una passeggiata. Per quanto riguarda l’aggiornamento software alcuni bachi atroci con il POP3 non sono stati ancora sistemati. L’interfaccia grafica dopo qualche settimana mi sembra davvero molto buona anche se in alcuni tratti inconsistente: condividere una foto diventa un gioco da ragazzi, qualsiasi applicazione può registrarsi come fonte di condivisione che diventa disponibile cliccando sul menù contestuale. Pubblicare una foto su Facebook via Statusinator diventa davvero un gioco da ragazzi. Qualsiasi tentativo di sincronizzazione OTA con Exchange è fallito miseramente e penso sia dovuto al dominio associato con il mio utente: ho provato un paio di applicazioni, una addirittura in alpha e mentre qualche collega riesce allegramente a sincronizzare, la mia esperienza si blocca davanti ad un messaggio di “Access Denied”. Questo vuol dire che ActiveSync non è facilmente bypassabile sperando di farla franca con una connessione agli Exchange Web Services.

    Di più in seguito

    -quack

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  • Commenti

    [pippone semi-tecnico che un giorno ospiterò su un altro blog]

    I commenti sono la parte più delicata ed importante di un blog. Importante perché un blog senza commenti è come il sale senza la pasta; delicata perché si può finire vittima di attacchi XSS: non che per me sia importante, ma visto che ho colto l’occasione per imparare a sviluppare un CMS quasi da zero tanto vale cercare di essere quanto più diligente possibile.

    Nelle passate due settimane ho speso un sacco di tempo nel cercare una soluzione bilanciata per l’editing dei commenti: mi sono sempre meravigliato perché piattaforme di blogging importanti anche come Wordpress non supportassero l’editing in modalità Rich Text in maniera nativa anche se supportano un set limitato di tag HTML in maniera egregia. Pensavo, a dir la verità in maniera piuttosto naive, che bastasse includere un JavaScript (TinyMCE, FCKEditor o qualsiasi altro) per rendere la textarea magicamente user friedly. Fino a quando non ho provato l’esperimento in maniera diretta. Lo scopo di tutto questo spremermi di meningi era volto non solo nel rendere il sistema di commenti pratico e semplice, ma anche ridurre al minimo i miei interventi di post-editing necessari per un tag non chiuso o una sostituzione andata a male (:) –> ).

    Un commento dal momento in cui viene premuto il tasto pubblica, al momento in cui viene “rivisualizzato indietro” subisce così tanti passaggi che alla fine la questione cresce di complessità in maniera geometrica: supporto degli smiley, supporto della creazione/accorciamento automatico dei link, supporto per alcuni tag (grassetto, corsivo, sottolineato e barrato; citazione e link), lettere accentate, varie ed eventuali.

    Pensare che un search/replace/regex possa sistemare tutto tutto tutto si è dimostrato totalmente scorretto. Ad esempio l’accorciamento delle URL va fatto nel testo “normale” ma non all’interno di <A href>; la sostituzione degli smiley va fatta fuori dai tag; i tag invalidi vanno eliminati anziché essere HTML-codificati.

    In seguito mi è venuto anche il pallino di rendere l’editor RichText configurabile come opzionale e supportare quello che io chiamo il semi HTML, ovvero l’ibrido tra HTML e plain text che quasi tutte le piattaforme supportano. Esempio:

    Se l’input è HTML full il seguente HTML <b> &amp; </b> deve essere la rappresentazione di ciò che va renderizzato come &; se l’input è in semi HTML lo stesso diventa la rappresentazione di &amp; i line break (\r\n) vanno convertiti in <p> e <br/>, ecc. Ovvero tutto quello che c’è all’interno dei tag HTML va considerato plain text e come tale va passato attraverso un bel HTMLEncode/LineBrake.Convert. Ho considerato che tale pallino avesse costo limitato in quanto questo era esattamente il modo in cui operava la TextArea prima del lifting. Visto che c’ero ho voluto pure fare in modo che il backend fosse aware se il plugin Javascript fosse stato lanciato con successo o meno (JS magari disabilitato o altro): se il plugin non risulta inizializzato il backend tratterà l’input come semi-HTML anziché HTML full.

    Infine ho anche cercato di evitare che il copia-incolla desse la falsa illusione di supportare anche tag non supportati, tipo le immagini. Il primo tentativo è stato quello di abilitare il cut-paste in modalità plain-text only. Con FCKEditor la cosa è supportata out-of-the-box, con TinyMCE ho dovuto fare qualche giro di troppo alla fine mi sono arreso.

    Nel provare TinyMCE e FCKEditor mi sono reso conto dei limiti dell’uno e dell’altro. FCKEditor – prima che mi si accendesse la lampadina del distinguere completamente il semi-HTML dall’HTML full – era stato problematico per la sua estrema fedeltà all’HTML. Se si digitano due spazi consecutivi il secondo verrà giustamente e automaticamente convertito in &nbsp;. E questo creava non pochi grattacapi nella gestione degli smiley (o delle URL) che per essere interpretati correttamente hanno bisogno di essere “staccati” dal testo tramite uno spazio o equivalente (inizio riga, fine riga). TinyMCE invece mi ha dato non pochi problemi con il cut&paste, ma in compenso è stato abbastanza semplice fare in modo che prima di “pubblica” l’editor ci prefissasse una stringa nota per segnalare al backend che il JS era stato inizializzato correttamente. Tornando ad FCKEditor ho avuto molte difficoltà nell’editare il contenuto del testo e alla fine ho cercato una soluzione altrettanto pratica.

    Alla fine il risultato è sintetizzabile nei seguenti passaggi:

    • filtrare tutti i tag HTML non presenti nella whitelist
    • iterare su tutto il contenuto che non è un tag HTML e fare le sostituzioni del caso (in realtà alcune sostituzioni sono applicabili anche all’interno di alcuni tag)

    Questi due compiti non sono così semplici come si può immaginare, basta un esempio più banale per rendersi conto di quanti trabocchetti ci sono per la via. Io mi sono affidato a buona parte del codice di gestione dei commenti di DasBlog, anche se date le drastiche modifiche richieste sono in preda ad una tentazione di refactoring.

    Se occorre ampi pezzi di codice C# sono a disposizione. Oltre al classico feedback per critiche, osservazioni, ecc.

    Il prossimo post sull’argomento riguarderà i pericoli intrinseci del fare caching dei risultati.

    -quack

  • Italian 101

    Il mio italiano scritto non è perfetto né mai sognerei di raggiungere la perfezione: per me risulterebbe più facile scrivere codice senza errori. Però fino ad oggi non ho mai avuto la sensazione di avere gravi problemi di comprensione. Per stabilire se è colpa mia o di chi ha scritto, faccio una domanda “tecnica”.

    Cosa significa “XYZ costa parecchio di più di ABC”:

    1. XYZ costa almeno il doppio di ABC
    2. XYZ costa tra il 50-100% in più di ABC
    3. XYZ costa tra il 10-50% in più di ABC
    4. XYZ costa meno del 10% in più di ABC
    5. XYZ costa meno di ABC

    Da “expat” sarei dell’avviso che la risposta giusta sia la 2. La prima in italiano credo si scriva “costa esageratamente di più”. Mentre la terza in italiano dovrebbe essere “costa un bel po’ di più”. Ovviamente è tutto molto fuzzy.

    -quack

    P.S. non si vince niente.

  • Wishlisting

    Wishlisting è andare in un bookstore a tempo perso, farsi un giro, farsi accalappiare da alcuni titoli e prendere nota con Compare Everywhere.

    Poi con calma ordinare sul web e attendere l’arrivo a casa scaglionato.

    A proposito di libri, lunedì ho ricevuto questo titolo:

    OSXinternalsAnche se Amit è stato più volte definito il Russinovich di Apple, il confronto secondo me non regge. Il primo è stato capace di tenere sessioni su “Windows Internals” anche ad alcuni employee di Microsoft, oltre ad essere autore di numerosi tool che dimostrano la profonda conoscenza dei meandri dell’OS; dubito che Amit abbia azzardato qualcosa di simile anche se ha tutto il mio rispetto per il suo curriculum.

    Ad una prima sfogliata superficiale devo dire che il titolo sembra ben fatto. Buffa la storia del “BIOS”, ovvero come Apple ci abbia messo più di dieci anni prima di arrivare a capire quanto fosse controproducente infilare tutto un OS in una memoria a sola lettura. Purtroppo gli argomenti più “succosi” sono davvero trattati in maniera superficiale, ma resta comunque un buon libro.

    -quack

  • Scientific American sulla privacy

    Qualche mese fa avevo comprato un numero di Scientific American che dedicava alla privacy l’argomento di copertina. Non sono più riuscito a trovare la copia cartacea, privacy ma fortunatamente ho visto che gli articoli sono disponibili (quasi?) tutti online a questo indirizzo.

    Una frase che mi ha fatto riflettere parecchio, proveniente da un articolo sui social network, è questa:

    Public sharing of private lives has led to a rethinking of our current conceptions of privacy. (fonte)

    In tema di privacy anche se non c’entra quasi una cippa, oggi ho comprato questo: USB Foot pedal security button. Lo scopo in realtà è quello di semiautomatizzare la scansione dei documenti, visto che il mio scanner è attualmente sprovvisto di pulsante per attivare la scansione. Però se funziona come dovrebbe ne compro un altro per evitare il ficcanasare di qualche collega troppo impiccione.

    -quack

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  • Funny: Win7 vs. Snow Leopard

    Dallo stesso giornale che pubblicò la notizia del brevetto sul sistema binario, un raffronto tra gli imminenti Win7 e Snow Leopard:

    win7 vs OSX 10.6

    have fun!

    P.S. l’immagine è intenzionalmente ridotta per invogliare a cliccare sull’originale.

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  • Un-be-lie-va-ble

    Questo buco nel mio nuovo telefonino G1 ha l’impressione di essere un traforo del monte bianco:

    anything you type into your keyboard is also being run in a hidden console with root permissions.

    Praticamente tutto quello che si scrive sulla tastiera viene eseguito anche in una console non visibile. E se si chiaccia (enter)reboot(enter) il telefono si riavvia. Qualcuno l’ha chiamato Worst. Bug. Ever.

    Post da tenere caro ogni volta che viene ‘vantata’ la presunta sicurezza intrinseca dell’open source.

    Aggiornamento: ieri è finalmente arrivato l’update di sistema. L’esperienza dell’upgrade, soprattutto se confrontata con prodotti analoghi, è stupenda.

    -quack

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  • Liar’s poker

    È da un po’ di tempo che noto – durante la pausa pranzo in caffeteria – un gruppo di persone incontrarsi spesso per giocare ad un gioco con i numeri seriali delle Liars Pokerbanconote da un dollaro. Ne sono sempre stato incuriosito, ma le ricerche online non hanno mai portato da nessuna parte. Oggi grazie ad un amico e pro-collega ho scoperto che si tratta del Liar’s Poker e Wikipedia ne dedica un articolo intero con tanto di analisi probabilistica.

     

    Un must read come il libro omonimo, considerati i risvolti finanziari degli ultimi tempi

    -quack

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  • Nomi

    Shakespeare nel suo capolavoro Giulietta e Romeo si chiedeva che cosa ci fosse in un nome:

    "What's in a name? That which we call a rose
    By any other name would smell as sweet."

    Me lo son chiesto anche io quando ho dovuto battezzare i miei PC. Un nome non è solo un nome ma anche un alias per un indirizzo IP. All’inizio avevo cominciato ad usare il nome mnemonico del processore prefissato dal mio email alias, come da convenzione necessaria in ufficio. Purtroppo tale ‘convenzione’ a casa è diventata presto problematica ed è cominciata l’era dei nomignoli miscelata con nomi generici ma mnemonici:

    paperino – il laptop storico
    paperinik – il nuovo laptop; non ho riutilizzato il nome di sopra per non incasinare i backup sul server
    formichina – il laptop della formichina
    server – il Windows Home Server
    workstation – il QuadCore per “lavorare comodo”
    mediacenter – il PC da salotto nonché client FaucetPVR

    Infine, per un periodo seppur breve di tempo, aveva fatto la sua comparsa paperoga, il MacBook Pro lato OSX.

    -quack

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  • 10 volte tanto

    In un post precedente avevo menzionato che Apple ha il fegato di vendere certi upgrade anche a 10x il prezzo di mercato. Esageravo? No

    Stavolta il raffronto è con la RAM DDR2 667:

    AppleRam

    4 GB di Apple-RAM costano 300$ (considerando che 225$ corrispondono al prezzo di un upgrade di 3GB). fonte

    4 GB di PC-RAM da Fry’s costano 30$

    FrysRAM (fonte)

    In pratica i banchi di RAM DDR2 vengono venduti allo stesso prezzo di quelli DDR3. Politica bislacca quella di tenere prezzi “artificialmente” alti che nella maggior parte dei casi avvantaggia gli early adopters (tranne casi clamorosi).

    Questo rende felicissime le persone come me che sono in attesa di sbarazzarsi di HW made in Cupertino (sono in procinto di vendere una time-capsule acquistata a Luglio). Comprare un prodotto Apple è come comprare una barca!

  • Io Fumo Windows

    Almeno stando a Stallman.

    Stallman (fonte)

    A giudicare da cosa si fumi in altri ambienti per sparare cazzate madornali come quest’altra:

    For those that decry the constant prediction of the “year of the Linux desktop” I am happy to say that next year Linux may actually ship on more desktops than Windows or the Mac. That is right, I said next year. What is driving this? Two words: fast boot.

    devo dire che poteva andarmi molto peggio.

    Fumate Windows. Nuoce molto meno alla salute.

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    P.S. ho ricambiato di nuovo l’editor dei commenti. Dovrebbe essere moooolto meglio. Grazie per la pazienza.

  • Laptops are weird

    Laptops

    Essere fotografati da una vignetta di XKCD è divertente. Ma anche triste

    E a proposito di vignette sono notevoli anche le ultime di Joy of Tech, tutte incentrate intorno a SteveJ & Apple:

    Notes on the new Apple Notebooks
    Firewire and MacBooks
    G1 vs. IPhone
    Where your Apple Tax goes

    Tutte prontamente archiviate nella pagina delle mie preferite di tutti i tempi.

    -quack

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  • Heisenbug

    Mi sono imbattuto nella definizione geniale (anche se leggermente scorretta) di questo tipo di baco. Geniale in quanto è bastato il nome per capire esattamente di cosa si trattasse: ovvero di bachi che cambiano il loro comportamento se osservati attraverso il microscopio di un debugger (di solito hanno a che vedere con l’inizializzazione delle variabili). Wikipedia fa le pulci a questa definizione osservando che tale tipo di effetto è conosciuto come l’observer effect, ma è spesso confuso appunto con il principio di indeterminazione di Heisenberg.

    Ravanando in giro si può scoprire l’esistenza di altre tipologie di bachi legate ad effetti ben noti nel mondo della fisica:

    • il Bohr bug, che si manifesta puntuale come una cambiale
    • il Mandelbug, le cui cause sono così oscure che causano comportamenti caotici e non deterministici
    • il Schroedinbug, che rimane dormiente fino a quando non si manifesta per un motivo insolito e non smette più di manifestarsi

    -Enjoy!

  • G1 one week after

    Come avevo preannunciato segue una piccola review del G1, a cui ne seguirà un’altra dopo il primo update del software di sistema

    Usabilità: Molto buona. Superiore all’iPhone/iPod Touch per la parte musicale; creare playlist al volo è facilissimo, settare un mp3 come suoneria è banale, ecc. Stessa cosa per il resto dell’interfaccia anche se con qualche eccezione: ci sono due modi per simulare il tasto destro che portano a menù contestuali diversi. Questo richiede un po’ di sforzo mnemonico per ricordare o capire dove può essere un determinato setting. Positivissimo: non occorre nessuna applicazione particolare per gestire l’Android via USB. Viene semplicemente gestito come un qualsiasi drive USB. La trackball è veramente utile e sopperisce a eventuali lacune del touch screen (ma non ho ancora rimosso la plastica protettiva, non sono riuscito a comprarne una nel frattempo)

    Feature: ci sono tutte quelle che ci dovrebbero essere a parte la connessione con Outlook/Exchange e il tethering.

    Qualità audio: non uso molto la parte telefonica ma mi sembra decente.

    Perplessità: l’Android Market comincia a popolarsi di applicazioni simpatiche ed utili, ma il fatto che sia obbligatorio usare una licenza open source credo stia spaventando i grossi produttori. Nessuna applicazione è a pagamento ma questo lo vedo più un male che un bene (c’è qualche applicazione nell’Apple a pagamento che mi sarebbe piaciuto comprare)

    Peccati di gioventù: ce ne sono diversi alcuni molto irritanti. La Mail POP3 non funziona correttamente (l’IMAP sì ma altri lamentano il contrario); se si stacca il telefono dalla USB alcune applicazioni non riconoscono più la memory card e tocca riavviare; non c’è nessun modo per chiudere le applicazioni (o non l’ho ancora trovato) e dopo un po’ di navigare l’esperienza degrada; l’accelerometro non è preso in considerazione nell’orientamento della UI.

    Bluetooth: qualche baco durante una chiamata ricevuta (mi è apparso null al posto del nome del chiamante sul display dell’autoradio). Chiamare e ricevere chiamate funziona decentemente. Il riconoscitore vocale (call casa) funziona ‘na cifra.

    Exchange: nota dolentissima. Nessun supporto ad Exchange. Le applicazioni di terze e quarte parti per sopperire sono messe molto male: ho sincronizzato i miei contatti via Funambol e mi son ritrovato con una rubrica inusabile; un sacco di voci inutili, un incredibile numero di duplicati. ContactSync non sembra gradire le mie credenziali. Alla fine ho deciso che farò da me. Ho trovato il classico uovo di colombo, la soluzione semplice che posso buttare giù in 50 righe di C# circa che mi permetterà di sincronizzare contatti/calendario exchange con quello di GMail dopo opportuno passaggio di filtratura anti-anti-privacy. Che google scopra che ho un appuntamento con la misteriosa Gina non me ne può frega’ de meno.

    Durata batteria: nella norma. Un paio di giorni con uso normale (non faccio/ricevo molte telefonate), un po’ meno se con abuso di EDGE/G3/Wi-Fi. Diventa secondario se si considera che la batteria è facilmente sostituibile.

    Si dice che l’aggiornamento è già in corso. Seguiranno approfondimenti post-update.

    -quack

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  • Rumore assordante

    Oggi non si riesce a lavorare…

    C’è un rumore assordante come di fotocopiatrici in fase di riscaldamento. Qualche collega in California dice che il rumore lì è molto più assordante e confermano l’impressione delle fotocopiatrici in array pronte a studiare ad uno ad uno i bit della M3.

    Lavavetri a cupertino :)

    Chissà se a Cupertino una macchina del tempo l’hanno comprata già.
    Peccato che nelle tante recensioni qualche figaggine non ha ancora fatto capolino. È ancora presto of course, oggi è il primo giorno appena. Lascerò ai veri recensori fare il loro mestiere, sono troppo di parte per essere obbiettivo. Poi se sarà il caso dirò la mia.

    Is Windows 7 a major or minor release? So from a technical standpoint, Windows 7 is a minor upgrade. From a usability standpoint, however, Windows 7--like XP--is a major upgrade, one that erases problems with its predecessor and brings with it a slew of new capabilities, most of which are quite welcome, and some of which are laugh out loud excellent. (fonte)

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  • Vista WinPE su chiavetta USB in 10 minuti o meno

    Tempo fa ho indicato la procedura su come ottenere una chiavetta WinPE bootabile, ma la procedura stessa mi è sembrata troppo laboriosa. Ho cercato diverse scorciatoie e per caso mi sono imbattuto in un post che mantiene quanto promette: “Easiest Bootable WinPE on a USB stick - 10 mins max.... and only needs 120Mb or so” (Update: il link è morto nel frattempo ma le istruzioni riportate qui sotto sono valide)

    Praticamente si tratta di scaricare un tool per portatili HP che con la semplice pressione di un pulsante si occupa di quanto è necessario perwinpe creare una chiavetta USB.

    Nel post originale si consiglia di cancellare alla fine il file *.ibr nella root de l drive bootabile. Spiega anche che il file \IBRPE\thinstate.cmd viene automaticamente invocato subito dopo il boot e può essere modificato a completo piacimento.

    Il tool è gratuito e la chiavetta USB risultante funziona anche su macchine non-HP.

    Siccome è fikus e gratuito il consiglio è sempre il solito: accattatavill’

    -quack

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  • Sul buon uso di un capo

    Svelo il mistero di ieri.

    Tempo fa ho cominciato la collezione dei quartini celebrativi. Senza impegno mi son accorto che ho in realtà cominciato ben 8 anni fa. Poi ho nascosto il raccoglitore comprato ad una svendita per 3$ e la collezione è finita nel dimenticatoio fino a quest’estate. Ho ritrovato il raccoglitore per caso e mi son accorto che di monete ne mancavano più di trenta. Quando ne mancano così tante è molto facile progredire e in un mese sono arrivato a -15.

    Poi il mio capo è venuto nel mio ufficio e mi ha chiesto se stessi facendo la collezione e se avessi per caso una Alaska extra (messa in circolazione ad Agosto). Gli ho detto di no e che mi mancava ben più dell’Alaska per completare la mia di collezione e lui si è offerto di darmi una mano. Gli ho dato la mia lista e mi ha letteralmente stupito con un ritmo di 2 o 3 monete al giorno.

    A questo punto mi ha incuriosito: più o meno traffichiamo in maniera simile, tra pranzi e caffé giornalieri; eppure con tanto impegno non sono riuscito a fare meglio di lui. Fino a quando gli ho chiesto il suo segreto che come in un gioco di prestigio una volta svelato rende la magia meno tale. Lui semplicemente nei momenti di pausa forzata (deve fare 10 mila passi al giorno) va nelle kitchenette provviste di distributore automatico, inserisce una certa quantità di quartini e preme il pulsante di restituzione. La cosa interessante è che i distributori automatici qui in U.S.A. restituiscono monete diverse da quelle inserite come in genere ho visto fare altrove. Praticamente 3 o 4 volte al giorno il mio capo prende la mia lista, preleva un mucchio di quartini che ho lasciato a disposizione sulla mia scrivania e si diverte a cambiarli nella macchinetta.

    Ad oggi mi mancano solo Missouri, Illinois ed Hawaii (in circolazione dal prossimo 3 Novembre).

    Missouri Illinois Hawaii

    (sorry per la banalità del quiz, ma non si dica che non ho avvisato )

  • Suspense!

    Altro quiz ispirato ad una delle “rubriche” della Settimana Enigmistica, in realtà più simile a quello dei fagioli della Raffa in TV. Il giusto teaser per il weekend che volge a termine

    Cosa accomuna: Missouri, Illinois e Hawaii?

    • Non sono gli stati USA che ho visitato, ne quelli che non ho ancora visitato
    • Il legame non è di tipo geografico, politico o culturale
    • C’è un legame tra gli stati, il sottoscritto ed il 2008

    Qualche indizio seguirà prima della mezzanotte PST. Poi domani la soluzione sarà rivelata.

    (chiedo venia ai partecipanti ma si tratterà di una banalità)

    -quack