Una "gamba" della tourneé è quasi fatta. Tante cose interessanti anche se ieri quasi crollavo durante una parte noiosa di presentazione causa jetlag (solo 2 ore di sonno e neanche tanta lucidità per mantenere la mia piccola promessa). Oggi ho fatto rifornimento di "espresso" (si vabbé) e dovrei reggere almeno fino al decollo per la seconda "gamba" (in americano le "parti" di un viaggio si chiamano così).
Quello che ho notato è che sulla East Coast la formalità è quasi d'obbligo. Non ho visto nessuno in blue jeans (a parte il sottoscritto e un collega meno formale di me). Da queste parti la security è un'abitudine e questo mi porterà a parlare di un altro argomento abbondantemente "travisato": il trusted computing. Anche senza Fritz il TC è una realtà.
Come già preannunciato fra qualche ora si parte in tourneé per Raritan e Orlando. Sfiga è non poter incrociare "al volo" Feliciano a cui ho rubato il titolo di questo post e che è in visita a Redmond proprio durante gli stessi giorni in cui io sono fuori (fa piacere essere incluso in una lista che contiene Mark Russinovich, Jeff Jones e Vibro ). La valigia è quasi pronta, manca la preparazione del portatile (cuffiette, microfono, macchina fotografica, ecc.) e quella mentale per arrivare a mezzanotte ed essere svegli e scattanti il giorno dopo alle 6 (*). Mai dormito meno in vita mia tranne durante i 4 mesi di militare; staremo a vedere!
Il blog come al solito non è moderato e qualche spam potrebbe riuscire a superare i filtri preposti; visto anche che qualcuno ieri chiedeva "perche' i tuoi commenti richiedono l'approvazione? neanche i forums di msdn usano la moderazione"
Se ho tempo (da leggere: se non riesco ad addormentarmi come previsto!) e riesco a sniffare qualche byte in wi-fi potrei fare capolino. Ci sono ancora un paio di commenti a cui vorrei replicare: Vik si chiedeva sulla mia battuta da mercato del pesce; ilSilente proponeva i sottotitoli a Giggig robot d'acciao, FDG parlava di difficoltà wireless con Vista e mentre Ampere ha tirato fuori un ritrovato archeologico (ebbene sì, suonavo le tastiere! Ho pure fatto 3 grandi concerti!! Tsè! Ampere ti perdono, anche io mediaticamente!); ci sono pure tanti argomenti di cui sparlare (monopoli, windowsizzazione di Ubuntu, il costo dell'euro e un paio di confronti che definire biased può essere considerato eufemistico). Fuss ca fuss 'a volta buona!
Intanto buona settimana. Soprattutto alla formichina!
-quack
(*) per ben tre volte arriviamo a destinazione a mezzanotte. Due volte su tre tocca presentarsi dai clienti il giorno successivo alle 8AM. Il prossimo viaggio l'organizzo _IO_!
Jeeg robot d'acciao doppiato in napoletano stretto (da leggere: non ho proprio afferrato tutto al 100%) è una figata! Su iutub, tutti gli altri episodi. Difficile decidere il più spassoso:
Ho dato retta a quel saggio di Jeff e ho "rimpiazzato" Flip3D con un clone di Exposé per Mac: migliore di Exposé. Ho infatti installato la versione Beta (a dire il vero abbastanza stabile) di Switcher che permette di filtrare con la tastiera le finestre. È una esperienza indescrivibile vedere le finestre scomparire ad ogni pressione di tasto. Di seguito uno screenshot del mio desktop affollato:
Installarlo è semplice, semmai è un po' complicato disabilitare Flip3D in modo da avere disponibile la comoda scorciatoia + TAB. Le istruzioni in inglese sono qui, ma sommariamente:
Scaricare questo file zip, estrarre ed eseguire (doppio click) il file DisableFlip3D.reg; tale operazione richiede permessi di amministratore. Nello stesso file zip c'è anche EnableFlip3D.reg nel caso si voglia cambiare idea e tornare indietro
Fare logoff/logon oppure aprire un command prompt come amministratore e digitare i seguenti comandi:
net stop uxsms net start uxsms
Avviare Switcher e scegliere la scorciatoia + TAB:
Enjoy.
Un altro supertool da aggiungere alla mia lista. Unica pecca è che richiede Aero per funzionare: ma vale la pena al 100%. Essendo gratis, che lo dico a fare? Accattativillo!
È stata una settimana da dimenticare. Lunedì iniziava il corso di due giorni per il quale ero in lista d'attesa. La lista d'attesa costringe a fare 2 pianificazioni diverse della giornata e della settimana a seconda del fatto che ti accettino o meno. Il corso è stato interessante e il quizzino è stata la prima domanda fatta dall'istruttore abbastanza Dilbertiano.
Ieri invece una figura di m***a stratosferica. Qualcuno ha schedulato un meeting alle 9AM (non si fa!) a cui erano invitati tutti i manager importanti del mio team. Sono arrivato in ufficio alle 9.50AM dopo essere tranquillamente passato dall'ufficio postale e da un drive-through Starbucks completamente ignaro. Per trovare un messaggio del manager XYZ in segreteria ("ti stiamo aspettando") e arrivare appunto alle 9.50AM in una stanza gremita di persone a commentare delle slides sulle quali in prima pagina c'era sbattuto il mio nome. How embarassing. Se si aggiunge che il mio provider internet ha fatto le bizze questi ultimi 3 giorni stranamente tra le 7AM e le 9AM, il quadro è completo.
Se ci fosse qualche collega lì fuori che volesse schedulare qualche meeting di lavoro con me, vi do un consiglio:
NON VI FATE PASSARE PER LA TESTA DI SCHEDULARE MEETING CON IL SOTTOSCRITTO PRIMA DELLE 10AM. SE LO FATE SIETE DEI PIVELLI!!!
Questo non vuol dire che io arrivi sempre dopo lo 10AM, anzi! Arrivo quasi sempre tra le 8 e 30 e le 9, periodo di tempo extra-lusso da dedicare alla pianificazione della giornata prima che la maggior parte delle persone cominci a interrompermi.
Ora starei decisamente molto meglio se la settimana prossima non fosse una tranquilla settimana di paura: sono in programma due customer visits sulla East Coast (che non ho mai visitato) e il programma è così stretto che ci sarà pochissimo tempo per dormire (e il mio sogno di visitare la East Coast va a farsi benedire). Uno penserebbe quasi che il meeting di cui sopra e il viaggio a Newark/Orlando siano stati organizzati dalla stessa persona: ebbene sì, uno avrebbe pure ragione! Comunque alla fin fine il viaggio porterà a trattare temi interessanti riguardo l'upgrade a Vista tema molto hot in preparazione al rilascio dell'SP1.
</rant>
Concludo il post del 21 Settembre (coincidenze??) con un'altra battuta della categoria Niko dixit:
Paperino: caro Niko, sai come si dice... in amore vince chi fugge... Niko: e lo dici a me.... sto sempre a fuggire... è per questo che sono un numero uno!!!
UPDATED (20 Settembre 2007, 6:46PM): aggiunto il link alla parte 3 della serie di Ed Bott e un passaggio esilarante su come Gutmann ha usato la documentazione Microsoft per i propri scopi.
Anche di Gutmann ho già abbondantemente parlato in passato e come tale il post potrebbe contenere ripetizioni; però visto che ci sono fresche e grosse novità sull'argomento, ho pensato di farmi un favore e sintetizzare in un singolo articolo quanto sta accadendo in questi ultimi giorni.
In breve: ormai sono in tanti che, in possesso di una copia di Vista, hanno deciso di "vedere" il bluff di Gutmann. Lo hanno fatto dai loro blog George Ou e Ed Bott di ZDNet, come pure Kenneth Fischer di arstechnica.com.
Comincio con i link da cui estrapolerò i brani più interessanti:
La verità imbarazzante è sintetizzabile in questa citazione dello stesso Gutmann (di cui prima non ero riuscito a trovare nessun riferimento scritto):
“Can others confirm this? I don’t run Vista yet, but if this is true then it would seem to disconfirm Microsoft’s claims that the content protection doesn’t interfere with playback and is only active when premium content is present” pag. 35 della versione di Gennaio 2007, disponibile qui.
Tale verità, e cioé che Gutmann ha scritto un intero paper sugli effetti del DRM in Vista senza aver avuto modo di provarlo, è così imbarazzante che ha spinto Bott a dire:
Gutmann is an academic researcher, and the way scientists have worked since the end of the Dark Ages has been with a rigorous set of principles: You start with a thesis, you design experiments that test that thesis, and using those experimental results as well as those of your peers, you assemble evidence that proves or disproves your thesis. Then you publish. As I noted last month, Gutmann has completely skipped the “experimental” portion of this time-tested process.
E il modo pre-Galileano di fare ricerca di Gutmann l'avevo fatto notare anche io nel post già citato.
Di seguito alcune false affermazioni (qualcuno potrebbe cogliere qualche similitudine a quanto detto da qualche cornacchia nostrana!) smentite all'atto pratico dai blogger sopra-menzionati:
Vista non è DRM-compatibile con il bellissimo Samsung Syncmaster 275T Falso, tale monitor è compatibilissimo. L'errore nasce dall'ignoranza su ciò che costituisce un output HDCP; DVI è HDCP compatibile, fonte: link 1.
Le versioni a 64-bit di Vista caricano solo driver firmati da Microsoft (cfr. con post sui compiti a casa) Falso, su tale versione i driver devono essere firmati ma non necessariamente da MS. Basta un certificato KMCS (Kernel Mode Code Signing) dal costo di appena 229$ e che viene venduto da diverse autorità di certificazione (Verisign, Thawte, ecc.); fonte: link 1
Alcune combinazioni di interfacce audio/video (ad esempio S/PDIF) non sono compatibili con il DRM di Vista Falso; lo stesso Ed Bott ha provato un paio di combinazioni (fonte: link 1) e non ha avuto nessun problema. Se ci fossero stati problemi sarebbero già venuti fuori sui vari forum. Cos'ha provato Gutmann? Niente, come ha lui stesso ammesso: pura speculazione basata su una interpretazione scorretta delle specifiche.
Il controllo del tilt-bit richiede continuamente risorse CPU intensive Falso; prima di tutto perché questo avviene solo se c'è contenuto protetto che richiede tali controlli. E falseo perché tali controlli, con la media di 30 frame al secondo, non inciderebbero per più dell'1% su una CPU Vista-Compatibile. Fonte: link 1.
L'implementazione del DRM è un requisito primario per ricevere il logo Vista per le schede grafiche Falso; tale requisito non è richiesto per ricevere il Vista Basic Logo. È richiesto solo per il Vista Premium Logo. Fonte: link 2.
La natura del componente chiamato "Media Foundation Protected Pipeline" è così misteriosa che non esiste nessun eseguibile chiamato mfpmp.exe e pertanto è un eseguibile generato al volo Falso, basta guardare l'immagine qui sotto. Fonte: link 2
Mi fermo qui per non togliere al lettore il divertimento. Dovrebbe essere a questo punto chiaro e limpido di che pasta è fatto il paper di Gutmann e tutte le campagne diffamatorie basate su tale paper (che di solito si concludevano con il consiglio di passare ad un sistema operativo della concorrenza incapace di riprodurre MP3 out-of-the-box). Concludo con l'ennesima citazione:
No one has been more active (or successful) in spreading FUD and misinformation about this technology than Peter Gutmann, a researcher from the University of Auckland in New Zealand
Come non essere d'accordo. Anzi l'avevo già detto io!!!
-quack
P.S. [20/9/2007] questo brano tratto dal terzo link è a dir poco esilarante (si potrebbe però anche piangere):
The quoting of Microsoft documents is selective to the point of dishonesty. [...] On the next page, I’ll show you where he chopped out a sentence from the Microsoft documentation that completely contradicts his own argument. He’s obviously counting on his readers not checking his sources.
Non solo Gutmann ha fatto la sua analisi basandosi su specifiche molto spesso vecchie ma ha [maliziosamente] omesso alcune frasi che contraddicono quanto da lui detto. Quello di omettere scientificamente brani rilevanti è un vero e proprio lavoro di evangelizzazione e propaganda. Cfr. le vare omissioni nel già citato articolo sui "compiti a casa"
Sono di nuovo fra i "banchi di scuola" per un paio di giorni (ieri e oggi). L'astinenza da Internet ha fatto molto bene, ho letto commenti molto interessanti al post di ieri e tutti d'un fiato. Se non fosse che ho davanti a me 10 giorni di lavoro allucinanti, mi prenderei pause forzate più spesso nel breve termine. Oggi intanto, grazie a qualche piccolo accorgimento, dovrei poter navigare tra un break e l'altro. Salvo poi tornare al lavoro a fine corso e allucinato a casa a fine giornata dove staziono vegetativo sul divano in attesa di viveri. Il ritorno al lavoro - no comment - diciamo pure che stato abbastanza traumatico: che abbiano sentito troppo la mia assenza???
In un articolo recente Mossberg faceva una recensione di Ubuntu su Dell visto con gli occhi di un utOnto chiedendosi se Linux fosse pronto per il mainstream desktop (secca la risposta di Mossberg: no). Ne ho già parlato pochi giorni fa ma volevo - per memoria futura - riannodare qualche filo con discorsi vecchi appena accennati. Se mi ripeto, pazienza.
Una delle frasi che più mi ha colpito della recensione, disponibile online a questa pagina, è stata la seguente frase:
When I tried to play common audio and video files, such as MP3 songs, I was told I had to first download special files called codecs that are built into Windows and Mac computers. I was warned that some of these codecs might be "bad" or "ugly."
La schermata di warning a cui Mossberg si riferisce è questa, vecchia conoscenza di questo blog:
Una finestra di dialogo che esordisce con un punto esclamativo e la scritta "Restricted Software"[1] diciamo la verità può fare impressione all'utOnto medio; anche perché - e ridiciamo la verità - Mossberg essendo residente negli Stati Uniti non dovrebbe poter cliccare il pulsante 'OK'. Questo solo per ascoltare un brano MP3 neanche protetto con DRM.
Tutto questo nel tentativo nobile, da parte di Canonical, di dire la propria sulla questione dei brevetti software. A Canonical i brevetti software non interessano e se l'utOnto deve soffrire - o peggio violare qualche legge - per ascoltare qualche MP3 sono fatti suoi. La cosa buffa è che la recensione di Mossberg è stata ripresa da più blog e il tono generale dei commenti è che Mossberg è un ritardato, soprattutto da parte di gente che sulla questione è abbastanza confusa:
At least the Linux codecs are free.
(Un momento, anche scaricare canzoni via pitupì è gratis!!! Insomma sentimento generale è che la gente confonde gratis con libero e legale ed è la stessa gente che, "sapendone" di più, si permette di dare del ritardato a Mossberg.)
Ciò mi porta a pensare - e qualcuno mi corregga se sbaglio - che in Canonical e altrove le battaglie politiche sul software sono più importanti della User Experience: il codec MP3[2] costa davvero un'inezia quindi più che una questione economica è davvero una questione di principi. La stessa FSF ha iniziato una campagna di sensibilizzazione contro gli MP3 (non bastava quella contro il DRM chiamata 'defective by design') denominata 'Play Ogg'; d'altra parte le battaglie politiche sono sempre state all'ordine del giorno in FSF e non ne hanno mai fatto mistero.
E qui apro una piccola parentesi.
(
Come sarebbe la mia vita se vivessi secondo i dettami di oggi (perché per aggiungere un ulteriore grado di complessità tali dettami sono alquanto variabili nel tempo) della FSF?
niente MP3 o formati proprietari; la mia collezione di MP3 andrebbe riconvertita in un formato 'benedetto' da FSF
niente acquisti di media online (musica e video); nel peggiore dei casi protetti da DRM, nel migliore dei casi codificati in un formato non 'benedetto'
niente DVD; i DVD commerciali (brutta parola in certi ambienti) sono codificati in MPEG2 e l'MPEG2 non è tra i formati benedetti
niente YouTube; anche YouTube usa un codec proprietario oltre ad usare Flash un'altra tecnologia proprietaria
niente video-editing; probabilmente non potrei importare dalla mia videocamera (dubito DV sia un formato 'benedetto') meno che mai esportare su YouTube o DVD.
niente immagini mentre si naviga su internet; la quasi totalità dei formati di immagine sono proprietari (BMP, JPG, GIF(?), WMF, TIFF (?)); è safe solamente navigare in modalità testo (remember the seventies)
Per chi vive nel 2007 tali dettami sono pura utopia: dubito che i "capi" di FSF vivano in perfetto purismo come loro stessi predicano.
)
Chiusa la parentesi.
In tema di brevetti - che come si vede sono al centro della questione MP3/Mossberg/Linux - mi è piaciuto molto quanto detto da Manuel de Icaza nell'ormai famosissimo newsgroup thread "OOXML is a superb standard"[3] :
The problem is that people think that the problem is as simple as "patents bad" and everyone wrapping his virtual kafia around his head and running to the streets yelling "death to patents" has no idea how complex the system is and how little effect yelling has on actually changing anything. If you want to engage on a serious patent discussion, I would love to do so, but you are going to need some legal training and get a lot more depth before we can have a productive discussion.
Insomma per dire la propria e per agire in tema di brevettabilità del software c'è bisogno di training legale (mica pizza e fichi) cosa sui cui concordo al 100%. Chiedo: il boicottaggio degli MP3 in questione è una giusta mossa in tale direzione o semplicemenete una scelta stupida in termini di usabilità?
Infine due parole sulla semplicità. Prima di tutto una citazione dal libro di Seth Godin, la mucca viola, che parlando del brand Linux dice:
Al di là delle tanto decantate origini open-source, perché Linux ha tanto seguito? Perché, fra altre cose, diventarne utente richiede molto impegno. Linux è difficile da installare, difficile da usare per chi non abbia molta pratica e non facile da integrare in un ambiente aziendale di tipo tradizionale. Tutti questi ostacoli hanno creato uno zoccolo di utenti estremamente fedeli (NdP: tra cui molti talebani), i quali hanno capito che quante più persone avessero investito il proprio tempo nell’utilizzo e nel sostegno di questo prodotto, tanto più il sistema operativo sarebbe migliorato, si sarebbero fatti investimenti in software e interfacce utente e i problemi interni sarebbero scomparsi. I difetti del prodotto sono diventati un bene.
È stupefacente quanto sia comune trovare guide sul come qualcosa sia "semplice" seguite dai classici 200 passi (primo passo: aprire una finestra terminale ). All'occhio dell'esperto qualsiasi operazione diventa semplice e per questo gli studi di usabilità vengono condotti all'interno di lab isolati usando cavie che non sono familiari con il prodotto esaminato; per lo stesso motivo il commento di gente alle prime armi o alquanto digiuna di informatica è da considerare prezioso. Gridare "al ritardato" o RTFM (dov'è il manuale del tostapane?) non porta da nessuna parte. Vogliamo scommettere? Poor Mossberg...
[1] Questa finestra di dialogo sarebbe di per sé molto ironica se si prende in considerazione una delle tante bufale su Vista che afferma che il nuovo sistema operativo voglia avere un controllo su quale software possa girare.
[2] In realtà, data l'architettura delle distro, si dovrebbe parlare al plurale. Il codec MP3 che si scarica cliccando OK - a differenza di altre piattaforme - non sembra essere "compatibile" con tutte le applicazioni multimediali per Ubuntu (esempio concreto: Amarok non funziona con il codec MP3 di default)
[3] Inutile dire quanto sia stata aspramente criticato - soprattutto da nulla facenti - l'affermazione stessa nonostante l'opinione di Miguel sia basata sull'esperienza pratica di Novell nel cercare di implementare entrambe le specifiche. Per avere un'opinione altrettanto qualificata bisognerebbe prima scrivere migliaia e migliaia di righe di codice (leggi: esperienza necessaria per giudicare), in seguito osservare l'implementazione di entrambi gli standard ed infine dire la propria. Dubito qualcuno dei detrattori sia così qualificato.
Non è a livello di una battuta da mercato del pesce, ma questo è un episodio divertente accaduto in un bar del mio paese durante le passate vacanze estive.
barista: hey, Niko ieri mi son divertito con tua sorella!! Niko: coincidenza anche io con la tua! Però io son figlio unico!
Tutto vero, compreso il fatto che Niko non abbia né fratelli né sorelle.
-quack
P.S. durante la vacanza Niko e mio fratello sono stati one-liners comedian incredibili. Abbiamo comprato un block-notes apposta per registrarle ma è andato smarrito Se le battute faranno capolino tra i miei ricordi, avranno un posto d'onore qui sul blog
Mi piace riportare le frasi di Shuttleworth soprattutto quando è in totale sintonia:
it would be reasonable to say that this (NdP: Ubuntu) is not ready for the mass market
Fonte: Wall Street Journal, 13 Settembre 2007 pagina B1 articolo di Walter Mossberg
Se qualcuno non è d'accordo - e sono passati in tanti su questo blog che giurano che la zia Tilly non avrebbe nessunissimo problema con Ubuntu - chieda spiegazioni a Mark direttamente.
Sono decisamente contro le guerre di religione. Mi scocciano nel senso più noioso dell'accezione in quanto poi si finisce per sentire o leggere sempre le stesse stupide cose.
Però spulciando i referrals ho trovato un paio di chicche di veri e propri «talebani». Andiamo a cominciare.
Dal forum di Ubuntu Italia un tipo, riferendosi al mio post "sul come scegliere un sistema", si chiede:
Lo sa quanti programmi di videoediting ci sono per Linux?Perchè non si è informato?
E che parlo a fare se scrivo ma certa gente non sa leggere? Lo stesso tipo per ironia della sorte nello spazio dedicato alla sua firma chiede aiuto su «come installare la stampante su Ubuntu» (ma nessuno gli risponde e lui piange).
Dopo costui un altro personaggio si chiede:
non c'è nessuno che possa fare un reply per fare crollare tutto quello che ha detto con esempi concreti?
Magari!!! Sei pagine piene di risposte al thread ma nessuna indicazione di un vero programma di video editing che funzioni per Linux.
Gli fa eco un altro:
Io per la stragrande maggioranza del tempo uso linux. Ora però sto scrivendo da xp perché per stampare delle foto i driver di windows della mia stampante vanno molto meglio..
Ouch. Cos'è sfiga o comincio a intravvedere un pattern??
In quanto a commenti tecnici sul mio blog non va molto meglio su un altro forum. Un tipo che ha per avatar un'immaginetta di Berlinguer scrive di me:
Speravo vivamente che questo bipede con pollice opponibile fosse un fake. Purtroppo sembra proprio che lavori per Microsoft (e non poteva essere altrimenti, visti gli argomenti dei suoi thread), quindi non è un ragazzino 17enne che scrive per il gusto di farlo
Lo stesso «Berlinguer», per 'spiegare' il nome del mio blog, teorizza:
Probabilmente è un modo per dire: "Sono completamente fuori dal mondo, non fateci caso...".
Devo ammettere che il titolo del mio blog sul forum attira molte simpatie:
Ah, ok, anche se non c'entra comunque una sega
Cmq sì, non c'entra una mazza con l'informatica!
Pensa te, da ignorante totale ignoravo che per parlare di informatica su un blog bisogna avere un titolo che ci azzecchi!
Un altro avventore, in riferimento ad una frase sul mio post «sull'erba», dice:
ma uno che scrive ste cazzate qua "La parte più interessante dell'articolo di Long riguarda il «perché». Long si chiede infatti quali sono i motivi secondo i quali l'azienda di Cupertino avrebbe dovuto anche lei scegliere l'erba come uno sfondo per il desktop (magari il motivo c'è ma è tenuto in gran «segreto»)." secondo te è degno di vivere?
Non è il primo, già qualcun altro voleva strangolarmi perché non parlo bene di Linux (ma poi in realtà un sacco di gente finisce su questo blog per capire come installare Ubuntu su una VM). Ho intenzione di creare subito una pagina "dicono di me". Ma per fortuna c'è «Berlinguer» - e la sorte ha un senso dell'ironia formidabile visto che «Berlinguer» si firma con una frase sulla questione morale - che prende le mie "difese":
Secondo me sì, sono sempre stato contro la pena di morte. Però andrebbe internato, e costretto a vivere senza la possibilità di scrivere su blog, forum o qualunque altra forma di esperienza multimediale condivisibile da utenti.
Evviva la democrazia. Mentre il signor Bianchi aggiunge:
Questo tizio secondo me una patata (nella sua accezione femminea) dal vero non l'ha mai vista
E a questo punto, bischero che sono, mi è venuta in mente una battuta da mercato del pesce (dove immagino questi signori si trovino benissimo a loro agio a giudicare dai contenuti sopraffini di certe espressioni). La tengo per me ma so che è inutile: quelli che sanno davvero leggere l'hanno già capita.
Concludo con una ennesima citazione; stavolta vado a memoria ma l'autore è lodevole. Einstein infatti diceva «due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana; ma dell'universo non sono neanche sicuro».
Da non confondersi con la Coca Cola, arrivata molto tempo dopo (che originali questi Ammerigani!).
La "cola cola" è il simbolo di Gravina, il mio paese di origine. È un fischietto in terracotta decorato a mano che rappresenterebbe una gazza ladra (con la cresta?) abbastanza comune nei boschetti che circondano il paese. È alla "cola cola" che ho pensato come souvenir ideale obbligatorio di ritorno dalla vacanza nel proprio paese d'origine per i colleghi in MS (*):
Nella foto un esemplare di cola cola alto circa 3cm, misura ideale per essere impacchettata e trasportata in quantità superiori alla decina che oggi consegnerò ai miei colleghi durante il team meeting. Le "cola cola" vengono prodotte in più misure e la misura media "normale" è di circa 15cm, ma in valigia non sarei mai riuscito ad infilarcele in quantità sufficienti.
Piccola curiosità: l'attuale sindaco del mio paese ha deciso di far "installare" una "cola cola" gigante alle porte della mia città, idea non gradita da tutti i gravinesi. Qualcuno si è spinto oltre ed ha creato questo fotomontaggio decisamente suggestivo:
La fonte (un elaborazione dei miei amici Piero e Niko) è il mio amico Ampere73 dal blog sempre prodigo di informazioni su "quanto succede in città" e oltre. Grazie!
-Enjoy
(*) in passato ho collezionato un "occhio magico della fortuna" turco, una maschera cinese, un set di tre piramidi egiziane decorate, una collanina fatta a mano dagli abitanti sul lago titicaca, un portafortuna tipico napoletano (il gobbetto sul corno), una ampollina con oro dell'Alaska (meno di qualche decimo di grammo). La collezione si arricchisce.
* sai cos'ho in tasca? * un iPhone? * come hai fatto ad indovinare?!?
Sono mesi che sognava di comprarlo e finalmente per fortuna sua gliene hanno regalato uno di zecca (la sfortuna l'ha beccata chi ha fatto il regalo per via del pacco di Steve da 200$[1] ). Gli ho chiesto (visto che ero armato di macchina fotografica) se potevo scattare una foto del mio blog "visto" sull'iPhone. Ecco il risultato, davvero bellino:
Prima di riuscire a scattare la foto abbiamo dovuto (giuro, tutto vero):
allontanarci abbondantemente dal building (il mio collega riferisce che Edge "non prende" nel building)
riavviare un paio di volte l'iPhone (il mio collega diceva: potrei giurare che da qui ho fatto un paio di telefonate senza problemi)
riavviare la mia Casio per via di problemi con la memory card (falsi contatti)
Ennesima dimostrazione che certi "misteri" sono insiti nella "tecnologia" in sé senza distinzione di marca (come qualche religioso vuol fal credere).
Visto che siamo in tema di superstizioni e visto che ho letto già commenti su quanto sarà dolorosa l'installazione del SP1 per Vista (commenti basati sul nulla dato che se non sbaglio la beta non è ancora uscita), un allegro omaggio da un post di Engadget di oggi:
future iPhone "software updates will most likely break" 3rd party app compatibility
Traducendo il linguaggio da PR di Apple in Italiano, le probabilità di "rottura" sono prossime al 100%
[1] In realtà sto trattenendo a stento le risate quando penso a quei disperati che stanno vendendo il modello da 4GB su ebay. Qualcunoaveva già provato ad avvertire di stare alla larga da un prodotto di prima generazione: ma si sa come son fatti i fedeli di certe religioni. Un po' di humor non guasta.
Come anticipato ieri, ecco qualche foto delle decorazioni dei miei colleghi. Lo spaventapasseri - di cui sono venuto a conoscenza solo da poco in quanto stipato in un altro ufficio - è la mascotte della "pizzeria":
Decorazioni sulla porta:
e sulla ciabatta:
Le piante vere. A sinistra la sopravissuta, a destra il vaso vuoto dell'altra:
Visto che ci sono perché non mostrare anche l'angolo "cottura". Due schermi 19" (in attesa del terzo?), la tastiera super ergonomica, due cubetti neri commemorativi, il sensore di presenza e una lattina vuota.
Angolo telefonico con immancabile bandiera istituzionale:
Al ritorno dal viaggio in Italia ho trovato un paio di piccole sorprese. La prima è un aumento della bolletta telefonica di 52cents; ovviamente ed inesorabilmente in rispetto alla legge di Murphy, il nuovo importo era già fatturato per il mese di Agosto. Siccome avevo schedulato in automatico il pagamento per l'importo flat, nella bolletta di Settembre ho trovato un late fee (mora) di 2.50$. Queste cose mi fanno leggermente imbestialire, non tanto per gli importi totalmente trascurabili, ma per le relative percentuali (500%). Stamattina mi è toccato chiamare la compagnia telefonica e far rettificare: per fortuna la rettifica è stata semplice e immediata.
La seconda sorpresa riguarda uno scherzo goliardico a mie spese ma implementato a metà. È tradizione fare scherzi goliardici a chi va in vacanza per lungo tempo, di solito modificando l'aspetto dell'ufficio. Qualcuno si è ritrovato la scrivania sul soffitto, qualcun altro se l'è ritrovato pieno di materiale più disparato (palline da ping pong, lattine vuote, balle di fieno, ecc.). Per me hanno pensato ad una pizzeria, ma l'esecutore (di solito si lascia l'ingrato compito all'ultimo arrivato) ha lasciato il lavoro a metà. Anzi meno di metà. E mi son ritrovato con due ghirlande di piante finte in ufficio; domani armato di macchina fotografica scatto qualche foto delle ghirlande che fanno pendant con una finta pietra tombale da halloween. Una delle due piante vere, lasciata in custodia ad una mia collega, è invece completamente seccata. C'est la vie.
Quella che segue è la sintesi del viaggio di ritorno, Bari -> Seattle. Se non fosse stato al limite del tragico, ci saremmo divertiti molto di più.
I bagagli "forse" arrivano. Al momento del check-in, siccome il volo è gestito da due compagnie, ci fanno solo il biglietto per Malpensa. La signorina molto gentile ci dice che a Milano c'è pochissimo tempo e ci spiega come correre a fare il biglietto della British. I bagagli, per la mancanza di tempo, forse "arriveranno".
Turisti per l'Egitto. Ingannati dal fatto che la coda per la security sembra molto breve, nel momento in cui varchiamo la soglia della porta ci ritroviamo una serpentina a quattro livelli di persone in attesa di imbarcarsi per Sharm El Sheikh. Facciamo la fila dietro un genio (si vede che ha viaggiato molto) che all'amico dice
Che ignoranti che sono. Una volta imbarcati i bagagli non ti possono lasciare a terra.
Beata ingenuità!
Maleducazione poliglotta. Poco dietro di noi, un signore poliglotta in viaggio anche lui per Malpensa, "sorpassa" un ragazzo che ci aveva lasciati passare (il suo volo partiva dopo un po', il nostro era ad "imbarco immediato"). Nasce quasi una collutazione e il signore chiama la polizia urlando a voce alta. Aspettavo che imprecasse in tre lingue, ma non è andata così. La security è dovuta intervenire.
Era meglio viaggiare coi sandali. Sono passato 3 volte sotto il metal detector per colpa di un paio di scarpette comprate in Italia. L'addetto sembra abbastanza incazzato ma i guai non sembravano ancora finiti.
Sono più di 100 mL. Questo ci è stato detto nel momento in cui ci hanno sequestrato 3 litri di olio super-extra-vergine di oliva fatto in casa e la bottiglietta di liquore che avevamo voluto tenere nel bagaglio a mano. Effettivamente stavolta hanno ragione loro, mea culpa per non essermi ricordato di questo importante dettaglio durante la preparazione dei bagagli.
Ce la faremo? Sul tabellone la partenza è rinviata di 30 minuti. Chissà se ce la faremo ad imbarcarci _NOI_ per Londra. Figuriamoci i bagagli!
Aspettando un segnale. Aspettavamo un segnale dal cielo, ma osservo imbarcare una bara (piena?) nella stiva. Se è un segnale, di sicuro non è rincuorante.
Agitazione. Dopo nove anni di viaggi Seattle/Bari A/R sono riuscito a beccare la prima vera agitazione sindacale in atto (le altre erano state fortuitamente evitate per manciate di giorni). Il personale di terra è in "sciopero bianco" e si limita a rispettare il contratto alla lettera causando gravi inefficienze (per la serie non è possibile manco incazzarsi con loro) e il ritardo si allunga di altri 15'. Tra me e me penso che se non ci fosse l'Italia, il mondo occidentale sarebbe un meccanismo svizzero. L'hostess gentile ci fa sistemare nelle prime file che se ci danno un finger si risparmia qualche minuto prezioso (no: troppo sfigati, ci danno un bus).
Prima corsa. Arriviamo a Milano con 45 minuti di ritardo e pochissimo tempo a disposizione per fare la carta di imbarco. Decidiamo di correre come dannati direttamente al gate. L'aereo parte alle 14.50, noi siamo lì alle 14 e 30. Ci danno i biglietti e ci dicono che di li a poco comincia l'imbarco. In realtà l'imbarco comincia alle 15.30 e si parte alle 15.50. La coincidenza per Seattle sembra ormai praticamente persa, l'hostess ci parla di prepararci ad accomodarci in albergo. In realtà siccome il volo è in discesa (??) l'aereo ci mette 1h e 30m anziché 2h, con un ritardo netto perció di "soli" 30 minuti. Forse basterà correre.
Seconda corsa. Arriviamo a Londra, un aereoporto così strano che ti fanno la security anche dopo il volo (????). Corriamo al gate dopo che la navetta ci ha portati dal terminale 1 al terminale 4. Stavolta facciamo davvero appena in tempo perché l'imbarco era già iniziato da un po'.
Corridori inutili. Anche l'aereo per Seattle sembra portare un ritardo non indifferente (circa 45 minuti). Per fortuna essendo destinazione finale non ci sarà da correre ancora, solo semmai fare qualche "solita" discussione alla dogana (anche se questa volta abbiamo "importato" decisamente di meno. Non c'è stato il tempo materiale per visitare una latteria, mentre olio e liquori sono stati sequestrati alla partenza.
E i bagagli? Arrivati "sani e salvi" nonostante tutte le probabilità contro. All'immigrazione l'addetto ci saluta in Italiano mente l'addetta alla dogana sembra leggere tutta la nostra stanchezza negli occhi e si fida ciecamente e giustamente della dichiarazione cartacea senza altri controlli.
Che sfiga, ma tutto è bene ciò che finisce bene (non ho ancora aperto le valigie, ma spero non manchi niente)
Mentre qualcuno via messenger specula sul perché dei vari problemi di "ops something went wrong" (tranquilli: sometimes it's a hardware problem!), mi son imbattuto su alcune citazioni di James Zawinski, "hacker". La più bella, tanto bella da essere invidioso di non averla detta io:
Linux is only free if your time has no value. (fonte)
Come non concordare! Incredibile anche che qualcuno cerchi di propagandare Linux parlando di problemi di compatibilità di Vista. Ma se passare da XP a Vista causasse "problemi", come definire un ipotetico passaggio da XP a Linux? A me viene in mente la parola tragedia