A Ovest Di Paperino

Welcome to the dark side.

  • Celluloidi

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    Riprendendo la storia di qualche giorno fa….

    Quando mi son trasferito a Seattle e dintorni non ho sentito l’esigenza di un cellulare. La mia cerchia di amicizie iniziali si limitava ai colleghi italiani approdati più o meno insieme a me. Ci si sentiva per email, dal vivo per il pranzo o la cena, raramente per telefono. Man mano che la vita sociale ha cominciato ad aumentare, l’esigenza di raggiungere ed essere raggiungibile si è fatta preponderante.

    Verizon aveva proposto un piano semi-aziendale (pagava l’employee ma con lo sconto aziendale) in un’epoca in cui la parola prepagato era praticamente sconosciuta. Ho scelto il modello più semplice, un Samsung SGH-600 e ho tirato avanti per un bel po’. Aveva il limite di imageessere un telefono non GSM, quindi un peso inutile per le vacanze in Italia. Ho provato a risolvere con un Sony Ericsson ed un Telìt gentilmente offertomi, ma i lunghi periodi di inattività rendevano la batteria completamente inutilizzabile…

    Per fortuna la concorrenza ha cominciato a scaldarsi e son passato ad un Motorola V66, tri-band o per lo meno con la possibilità di usare una SIM Italiana. T-Mobile me lo ha “sbloccato” (pratica alquanto assai antipatica in voga qui negli USA) e per parecchio tempo sono tanto estremamente soddisfatto. Nessuna feature avanzata anche in questo caso, semplicemente quanto bastava per fare e ricevere telefonate.

    E nel frattempo MS cominciava a sfornare i primi SmartPhone basati su WM. Con un’usabilità estremamente scarsa, i primi modelli sembravano totalmente inutili. Poi è arrivato il momento in cui tornavo in ufficio da un meeting per leggere su outlook dov’era il meeting successivo, in un periodo in cui c’erano anche quattro meeting al giorno uno affianco all’altro (o meeting a pettine, anche peggio). La mia soluzione fu un Motorola MPX 200, un bel mattoncino. Niente piano dati, ma sincronizzazione via USB, tanto era sufficiente farlo un paio di volte alla settimana per essere tranquilli per un bel po’.

    Il primo SmartPhone non si dimentica mai!

    Il resto della storia è già documentato o circa. Cominciando con il Cingular 3125 (compagnia poi acquisita da AT&T). Qualche anno dopo Apple rilasciava il primo iPhone e mostrava al mondo come si scrive un browser mobile usabile. I piani dati diventavano abbordabili, la concorrenza a scalpitare. E così il G1 (ma anche qui e qui); il primo Nexus; un fugace HD7; il fedele Samsung Focus (a cui non dedicai neppure una recensione, ma fu un modello decente); per passare ad HTC One X e finire con l’LG nexus 4. Quest’ultimo è il paperPhone ufficiale 2013 e forse anche di più.

    -quack

  • Browser moderni

    imageDieci versioni dieci di Internet Explorer, l’orologio del PC che indica che siamo a Gennaio duemilatredici, eppure quando si fa click-destro su un’immagine si ottiene il menù non sense sulla destra.

    Le prime cinque opzioni non hanno senso per un immagine che non è un link. Che senso ha mostrarle? Stessa cosa per tutte le altre opzioni disabilitate: mi aspetterei che nel duemilatredici appunto i menù contestuali siano un po’ più “intelligenti” e meno “anni novanta”

    Poi un’immagine si può salvare su disco, spedire via mail (opinabile visto che potrei copiare e incollarla), stampare!, si può andare su MyPictures (perché mai???) e impostarla come background (cosa buona e giusta).

    Si può copiare (buono), si può vedere il sorgente di tutta la pagina o selezionarla (un po’ inutile), e si può aggiungerne il link ai favoriti (uela’!!) e infine si possono vederne le proprietà, l’unica via possibile se dell’immagine interessa la URL.

    In poche parole: una sfilza di opzioni inutili e totale assenza di alcune opzioni presenti nei prodotti della concorrenza di già diversi anni fa.

    Il confronto con Google Chrome è impietoso:

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    Sottotesto: non una sola delle opzioni presenti è di dubbia utilità. Nessuna opzione importante manca all’appello ad eccezione di “imposta come immagine di sfondo”. Immagino per alcuni anche questo un retaggio degli anni novanta.

    -quack

  • Cellulabili

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    Il primo cellulare, comprato ad Agosto 1996, non si scorda mai. Motorola 6200 GSM con scheda Omnitel “Testing Partners”. All’epoca i ponti Omnitel erano così pochi che il più delle volte si era in “roaming” gratuito. La SIM aveva la grandezza di una carta di credito e arrivò con un numero di telefono praticamente indimenticabile; fu comprato in occasione della fine del CAR (fatto a Chieti) in virtù del trasferimento al Comando della Regione Militare Centrale di Roma.

    Era stato acquistato per ricevere chiamate, la durata della batteria si misurava in ore e per il suo scopo primario aveva un grosso difetto: non era dotato di vibrino, il che lo rendeva “pericoloso” per uso notturno in caserma. Fu venduto dopo qualche mese al maresciallo nel mio ufficio e facemmo un affare in due.

    imageIl modello successivo fu il Motorola 8400, il primo comprato senza sussidio. Funzionalmente pressoché identico, ma con il vibrino e lo sportellino che aveva la funzione di “rispondi/chiudi conversazione”. Aveva anche la funzionalità di richiamo rapido, per poter attivare/disattivare il vibrino senza passeggiare per estenuanti menù.

    Aveva gli stessi limiti del modello precedente riguardo la durata della batteria. Allora si girava con batterie di scorta o batterie superdotate che ne aumentavano in maniera significativa spessore e peso. Anche perché la tecnologia delle batterie di allora era basata soprattutto sull’accoppiata Nichel-Cadmio. È stato per me uno dei modelli più longevi, faceva tutto quello che doveva e… basta!

    Arrivò poi il Motorola 8700. Ero molto scettico sul fatto che pubblicizzassero il fatto che la batteria potesse durare anche una settimana in stand-by. Poi un mio collega mi spiegò che c’era poco da essere scettici. Erano passati da una circuiteria da 5V ad una a 3.3V (cito a memoria) e al posto del Nichel-Cadmio le “nuovissime” batterie al Litio (o Licio secondo qualcuno).

    Oltre a questo aveva un LCD grafico (sempre monocromatico per carità!) che sostituiva l’LCD basato su caratteri dei modelli precedenti. Costava una milionata o giù di lì, ma per l’upgrade ho sborsato molto meno della metà in quanto l’ottimilaquattro era un modello sempre molto ricercato e la collezione di accessori accumulata nel tempo abbastanza consistente.image

    Era rimasto però un solo difetto: la tendenza dell’elettronica a miniaturizzarsi lo rendeva un vero e proprio ciabattone telefonico. Il modello successivo, l’ultimo comprato in Italia per uso e consumo giornaliero, doveva risolvere quest’ultimo annoso problema.

    Fu il momento dello StarTAC 130, gioiello ispirato alla serie televisiva Star Trek. La batteria durava un tanticchio di meno, però non era più necessario un eso-scheleto per trasportare il cellulare. Un modello che ricordo con nostalgia e soppiantato inizialmente dal niente: quando sono arrivato in America il concetto di telefonia pre-pagata non esisteva, il GSM un concetto astratto, e il rapporto costo/beneficio di avere un cellulare estremamente scarso.

    -quack

  • Nitpicking

    Osservazione di un collega pignolo.

    MSDN:

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    Wikipedia:

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    -quack

  • Google LG Nexus 4: meh

    Sono stato uno dei fortunati vincitori della lotteria del Nexus 4, tornata seconda. Ne ho comprato uno in versione 16GB per 396$ circa tra tasse e spedizione, rincuorato dal fatto che il dispositivo si rivende con una facilità incredibile data la scarsa disponibilità sul mercato.

    Seguono le mie impressioni, dopo mesi e mesi di uso esclusivo di HTC One X in versione “liscia”, ovvero così come rilasciato dalla AT&T e qualche giorno di prova.

    Schermo: lo schermo è all’altezza di quello HTC, complimenti ad LG, anche se i colori sono meno saturi e un po’ spostati, effetto quasi retrò. Può piacere o meno, dopo qualche giorno mi sono addirittura affezionato. Ovviamente come tutti i Nexus non ci sono pulsanti HW. Il problema è che come tutti i Nexus, il telefono è un derivato di un non-Nexus con pulsanti HW, per cui lo spazio finisce per essere completamente inutilizzato.

    Costruzione: mi piace molto, simile quasi all’iPhone, sicuramente superiore a quella dell’HTC.

    Antenna: questo è un mistero che ancora non riesco a risolvere. Possibile che HTC sia l’unica che ci capisca qualcosa sull’argomento? A casa ho riscontrato gli stessi problemi di ricezione del Galaxy Nexus e SpeedTest riporta una strana latenza in download con la linea AT&T:

    Screenshot_2012-12-10-19-16-16

    Da notare, oltre alla velocità di download scarsa, la forma del grafico; oltretutto il risultato sopra è uno dei migliori in quanto molto spesso il test si interrompe per mancanza di connettività. Potrebbe essere un problema dell’applicazione, però in fondo l’app non fa niente di esoterico. Probabile un baco di sistema, con T-Mobile il problema non sembra esistere, o perlomeno spostato da download in upload:

    Screenshot_2012-12-13-09-52-49

    Lo streaming audio tuttavia sembra funzionare senza glitch.

    Camera: quasi alla pari di quella HTC, manca il burst mode (feature dell’odiosissimo Sense) e il Flash è troppo forte. Oltre ad alcune limitazioni della applicazione fotocamera di sistema di Android: lo zoom richiede due dita (idiozia!!) e altre piccole cose fastidiose.

    Batteria: la durata della batteria è non pervenuta, dovrebbe essere buona, ma in mancanza del supporto sanguisuga LTE, non sarebbe neppure comparabile.

    Bottomline: avrei sperato in qualcosina di meglio. Metterci dentro il chip LTE ma tenerlo spento è un’idiozia, soprattutto in considerazione della differente qualità di ricezione. Sarebbe interessante capire se viene fuori che il prodotto è affetto da qualche baco non ancora reso pubblico. In quel caso varrebbe la pena riprendere il prodotto in considerazione. Ovviamente la Nexus experience è stupenda, ancora non mi capacito del fatto che un device come il mio HTC ne guadagnerebbe parecchio. La tentazione di passare a Cyanogen, ora che l’HTC One X è listato tra i dispositivi supportati, diventa ogni giorno più forte, man mano che l’effetto tranquillizzante della “garanzia” si diluisce nel tempo…. Ho perciò rivenduto il Nexus 4 via Craiglist, guadagnandoci persino 50$. Roba che succedeva solo con i prodotti Apple.

    -quack

    UPDATE 19 Dicembre: effettivamente quello del Nexus su rete AT&T è un problema già noto. A quanto pare le impostazioni APN di default sono scorrette. Già rimuovere il proxy (che viveva chissà in quale subnet) ha reso il tutto moooolto più fluido. Questo gingillo mi convince…..

  • Moving on: Dicembre 2012

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    La settimana scorsa ho ufficialmente completato il mio compito aziendale nello sviluppo di parti di quello che è diventato vehicleforge. La parte interessata coinvolta molto profondamente, al punto che quasi non si vede, nel progetto ed un ottimo esercizio nel capire le potenzialità che un Domain Specific Language può offrire alla definizione di problemi complessi. Se sembra una supercazzola è solo perché la questione è così astratta che davvero non si può semplificare oltre: rinuncerei a spiegarlo a mia nonna limitandomi a dire che “costruisco carrarmati” (per gli audaci: meta level almeno due).

    La scorsa settimana ho cambiato team e quello che stiamo facendo è oltre il top-secret: però posso dire che scriviamo codice in C# prevalentemente e che forse ci tocca fare l’upgrade a Windows 8. Chi l’ha già fatto mi ha detto: “ma è terribile”. La mia risposta: “sappi che tutto ciò che trovi terribile è fatto seriamente con intenzione. E forse l’intenzione è di nuocere gravemente alla salute”.

    Anyway, staremo a vedere se questi carri armati poi funzionano meglio di quelli del Risiko.

    -quack

  • La bicicletta e la spider

    Ritorno ad una metafora a me cara per chiarire alcuni punti del fenomeno “ibridi” imbarcando qualche altro fatto.

    Sia la bicicletta che la spider sono mezzi di locomozione: spostano gente da un posto all’altro. Dal punto di vista teorico sono perciò interscambiabili. Dal punto di vista pratico svolgono compiti diversi seppure con la stessa finalità. In bicicletta nessuno si sognerebbe di fare il pendolare da 200km giornalieri. In auto nessuno si sognerebbe di buttarsi a rotta di collo giù per una montagna.

    Il tablet è una bicicletta: uno svago, un mezzo di consumo soprattutto passivo, per guardare un film, leggere un fumetto o un foto-romanzo. Il PC, nell’accezione etimologica, è uno strumento di lavoro, un modo per raggiungere fini in maniera più veloce. Fino a qualche tempo fa era consuetudine usare il PC anche per fruizione passiva, adesso che finalmente sono arrivate le biciclette la gente compra quello che meglio si adatta alle proprie esigenze.

    In Microsoft hanno provato a sviluppare il concetto di ibrido, un’idea sulla carta vincente. In virtù anche del peccato originale di Microsoft: secondo alcuni di loro la gente vuole solo i loro prodotti, per cui basta metterci un po’ di stucco, attaccare un manubrio e dei pedali ad un’utilitaria ed il gioco è fatto. Il risultato:

    ibrido

    Questo vezzo ha radici antiche. Le prime versioni di Windows (fino a XP per intenderci) erano delle GUI che giravano sopra il DOS; persino Windows 95 doveva fare miracoli per mantenere la baracca funzionante. Perché il mantra era: tutti hanno bisogno di DOS, la GUI è solo una facciata.

    Sono passati quasi 30 anni ed il mantra si ripete: tutti hanno bisogno di Windows, il touch è solo una facciata. Con qualche modifica perversa.

    Tornando alla bicicletta: un tablet/telefono nelle mie aspettative (e quelle di tanta gente comune) deve essere prima di tutto un elettrodomestico. Acceso/Spento, qualche funzione complicata (anche le lavatrici sono programmabili!), ma grosso modo pochi sbattimenti di balle. Microsoft gli elettrodomestici non riesce proprio ad immaginarli: per MS un elettrodomestico è un PC con un’interfaccia da elettrodomestico. Esempi: Windows Home Server, Windows Media Center (per ammissione di un developer del team), ecc. Questo non significa che siano scadenti, ma sicuramente sotto il punto della manutenzione le cose non sono ottimali rispetto a prodotti della concorrenza (Tivò, Time Capsule, ecc.). Con il Tivò ad esempio non mi era mai capitato di perdere una “funzionalità” a causa di un update (anche se la possibilità c’è), con MCE un giorno di punto in bianco alcuni filmati Netflix si inceppavano nella riproduzione al punto da richiedere CTRL+ALT+DEL –> Task Manager –> Kill Process(es).

    Da un tablet non mi aspetto un aggiornamento con riavvio ogni paio di settimane (che poi visto come è lucchettata la piattaforma ARM non sarebbe neanche necessario). Un PC travestito invece ha bisogno di aggiornarsi ogni settimana.

    Quindi gli ibridi non funzionano? Non sarei così categorico, ma quello che non funziona è l’accoppiata tra ibrido e experience consistency uber all fortemente voluta da JLG (non saprei se la cosa però partisse da SS). Significa far finta che TUTTI i PC abbiano il touch. Far finta che tutte le macchine abbiano pedali e che pedalare sia sempre la scelta più giusta in tutte le condizioni.

    Alla stessa maniera, pensare di poter usare Excel o Explorer senza problemi senza un mouse è pura e propria idiozia.

    Infine l’apice dell’idiozia è scoprire che – a dispetto della concorrenza – la piattaforma telefono (volendo una mini-bicicletta) è incompatibile dal punto di vista delle applicazioni con quella tablet. Il perché una applicazione scritta per touch da 10” debba essere più compatibile con uno schermo non touch da 24” che uno touch da 4” resta abbondantemente un mistero.

    Questo però non vuol dire che ci sia gente che abbia piacere ad andare in giro con la macchina dei Flinstones.

    -quack

  • My Crash Plan?

    Sono passati più di tre anni da questo post e con tristezza devo ammettere che finora con grandissima mea culpa ho ripiegato su soluzioni artigianali (copiare i file su un hard-disk esterno). Si aggiunga che nelle ultime settimane il disco di sistema di WHS ha cominciato a sclerare: gli hard disk non sono più quelli di una volta! Quelli migliori al giorno d’oggi sono garantiti 3 anni, una volta cinque anni era lo standard.

    Qualche giorno fa, solleticato da varie polemiche circondanti questo post ripreso da LifeHacker, ho deciso – rincuorato anche dagli esperimenti dello stesso Scott – di ritentare la fortuna con CrashPlan che offre tutte le feature che servono per un backup come serve a me. Nell’ordine:

    1. seeding: considerando che il materiale “vitale” occupa circa 1TB (foto e video), fare l’upload via rete di una tale quantità di dati è definitivamente qualificabile come stupido. Ci vorrebbero mesi e il mio ISP mi sbatterebbe fuori dall’universo. Il seeding permette di creare il backup iniziale su un HD esterno, importarlo sulla macchina di destinazione, e usare internet per il backup differenziale da quel momento in poi.
      Infatti:
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    2. personal cloud/buddy backup: anziché ripiegare su servizi online, permette di usare un mio secondo PC, dislocato geograficamente in maniera strategica, come destinazione di backup.
    3. computer adoption: mi piacerebbe far girare crashplan sul mio WHS, però l’HD esterno da 3TB ha problemi con il dock USB (non compatibile con drive > 2TB). Il computer adoption mi permette di fare il seeding da un PC e continuare con il backup differenziale da un altro PC (il verso contrario del seeding al punto uno)

    In passato ho avuto diversi problemi a far parlare due PC via internet quando c’erano di mezzo dei firewall incazzosi. La nuova versione, aperta l’opportuna porta sul router di casa, sembra essere in grado di funzionare decentemente.

    Ho dovuto saltare un po’ di ostacoli, ma ho trovato tutta la documentazione che mi serviva sul sito di crashplan. Nell’ordine:

    Nei prossimi giorni porto il seed a destinazione e vedo come va. Se sono soddisfatto potrei prendere in considerazione anche il loro servizio cloud da 3$ al mese per unlimited storage; l’unica limitazione è che il seeding è limitato a 1TB e sinceramente fare l’upload di 400GB non mi fa impazzire: spero di convincerli.

    -quack

    UPDATE (21.11.2012, 2:49PM PST): portato il seed a destinazione sono cominciati i guai.

    Prima di tutto, dopo una scansione interminabile (100mila file non dovrebbe richiedere tanto) mi dice che ci sono 38GB di dati da sincronizzare. Ma io 38GB di file non li ho neanche toccati, anzi mi aspettavo di ricevere l’informazione che il backup è identico.

    Dopodiché finita l’interminabile scansione, il crashplan service è crashato. Adesso continua a crashare in continuazione ogni dieci minuti. Sinceramente l’idea di avere un’app come CrashPlan è di essere in pace con se stessi. I crash ci possono pure stare, ma al primo backup differenziale dicono estremamente male. Sconsolato tocca pensare ad un’altra soluzione….

    UPDATE (28.11.2012, 3:16PM PST): Ho contattato Crashplan tramite Twitter; devo dire che mi fa piacere vedere aziende che hanno il bug DB interfacciato con i social network e mi hanno spiegato come risolvere il problema del crash del servizio (alcuni setting della JVM sotto-dimensionati di default). Ho riprovato il seeding e questa volta è andato tutto bene; si aggiunga che giorni fa c’era un’offerta da black friday in cui offrivano il servizio di backup cloud con uno sconto fortissimo, inizialmente 100% e decrementava di qualche punto % ogni due ore. Ho pagato la modicissima cifra di 1.20$ per tutto l’anno e a questo punto ho ordinato anche il servizio di seeding deciso a backuppare online solo lo stretto indispensabile anche in virtù del fatto che la versione plus di CrashPlan permette di definire diversi backup set (nel mio caso: online, offsite e onsite). Aggiungerò un disco da 3GB al mediacenter che userò come backup onsite per i file meno vitali (praticamente la mia collezione di DVD rippati: doverli ri-rippare mi verrebbe a costare molto di più del costo di un hard-disk da 3TB). E con questo sono apposto.

    Ma nel frattempo….

  • Terremoto

    Premessa: sono ancora appassionato di Microsoft, mi farebbe piacere se l’ecosistema Windows continuasse ad avere lo stesso successo che ha avuto fino ad avantieri. Su vecchie (PC) e nuove piattaforme (telefoni, tablet, quellocheverrà).

    Sinofsky se ne è andato e allora rispondo qui ad un po’ di domande che mi son fatto anche io.

    È stato licenziato? Poco probabile (chi dice “assolutamente no” sta mentendo sapendo di mentire).

    È andato via per colpa di Windows modesto? Anche questo poco probabile, persino l’altro Steve non ha ancora abbastanza dati per capire come andrà. Bisognerà aspettare Surface Pro e qualche trimeste ancora.

    Chi è Julie Larson-Green? È miss Ribbon, che io ritengo una idea geniale e rivoluzionaria. Ma è anche miss Windows 8 “consistency over discoverability”, idea coraggiosa, pensata male e implementata peggio. Non puoi disegnare un ibrido bicicletta-automobile (già discusso ampiamente in passato) e mettere la “consistency” dell’esperienza al primo posto. Significa far pedalare anche quando non serve. Detto questo può darsi che il mix di idee buone e pessima implementazione, ovvero una volta scelta una rotta meglio schiantarsi che aggiustarla, fosse dovuto al binomio Julie/Steven. Può fare bene, ma d’altra parte è una splendida PM in una azienda che dovrebbe essere developer-driven. Non so se e quanto durerà, ma la promozione potrebbe avere l’effetto paradossale di fare bene a Windows. Statisticamente dico che tutte le volte che ho pizzicato Steven a pranzo off-campus (almeno tre o quattro) era in compagnia di Julie, è chiaro che lei fosse il successore designato anche agli occhi di Ballmer cieco com’è come una talpa.

    Il peggior danno di Sinofsky è stato Windows Phone 8. Ottimo OS per carità, ma se quelli di WP non avessero dovuto fare il merge della codebase con Windows, avrebbero rilasciato le stesse feature almeno dodici mesi fa: io penso addirittura diciotto mesi. E avrebbero allo stesso tempo assicurato una compatibilità migliore con i vecchi dispositivi, perché WP7.8 è semplicemente ridicolo. Questo tempo buttato purtroppo non si può neanche ricomprare perché gli avversari hanno le casse molto più rinpinguate di quelle di Redmond.

    Come l’hanno presa i miei colleghi? La stragrande maggioranza l’ha presa bene, avrà festeggiato con Champagne di annata. Molti di questi hanno già lasciato l’azienda negli ultimi dodici mesi, io non mi ci includo perché l’effetto Sinofsky su di me è stato molto più lasco di dodici anni di leadership Ballmer. Fossi De Vaan non la piglierei bene.

    Cosa è successo? Probabile davvero che si sia stancato. Anche un personaggio tossico come lui (il miglior complimento che gli è stato fatto da un collega di Exchange interpellato per un baco sul prodotto e che è un dick) tanti anni di guerra possono essere troppi. Magari stizzito pure per la questione ballot-screen/ServicePack1 che gli è costata un po’ di dindi.

    Microsoft sta meglio o peggio senza Sinofsky? Neutrale. Finché non cambiano gli equilibri e altri vertici la vedo dura. Tifo per il Gu o Threadwell che sono persone eccezionali e tecnicamente le più competenti in azienda.

    Cosa provo? Quasi indifferenza, da una parte dispiaciuto se Sinofsky è stato allontanato vittima delle sue stesse pratiche che poi sono la semplice manifestazione allo stato purissimo della cultura Microsoft. Dall’altra contento per chi rimane e per lui se veramente va a fare qualcosa che gli piace di più (i maligny suggeriscono: ippica?). Certamente oggi, per quello che so oggi, non tornerei indietro.

    -quack

    P.S. ho scritto velocemente, senza rileggere. Stream of consciousness.

  • Cercare numeri reali

    einstein[1]Soluzione pratica ad un problema comune. È la seconda volta che si manifesta in meno di due anni e avrei pensato che la soluzione a mio dire più pratica di tutte fosse anche la più intuibile. A guardare le facce ogni volta che la propongo direi di no.

    Il problema: cercare e visualizzare tutte le righe (di una tabella, lista, contenitore, ecc.) contenenti valori in virgola mobile. Ovvero: se l’utente cerca “2.5” il valore 2.4998 dovrebbe essere “accettato”?

    Soluzione: usare i principi della notazione scientifica. Ovvero convertire:
    (X == 2.5) in (2.45 < X <= 2.55); similmente (X == 2.50) in (2.4995 < X <= 2.505) e
    (X <= 2.5) in ( X <= 2.55). Lasciare ( X < 2.5) così come è e agire simmetricamente per il verso opposto.

    Ora spero nel premio Nobel per il parsing.

    -quack

  • Allegro ma non troppo

    allegro ma non troppo

    1. Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
    2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
    3. Una persona è stupida se causa un danno a un'altra persona o ad un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno.
    4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide; dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare o associarsi con individui stupidi costituisce infallibilmente un costoso errore.
    5. La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista

    Di Carlo M. Cipolla.

    -quack

  • Il suonatore di una nota sola

    Vignetta antica, 1921.
    Mi ricorda l'impegno di certe persone che conosco...
    1 2 3 4

    -quack

  • Xenews - Ottobre 2012

    Piccolo ragguaglio di quanto accaduto negli ultimi sette mesi di MondoXen e Cray1.

    Non ho provato niente di nuovo seguendo il motto di se funziona non toccarlo. Il mio Cray1 ha un uptime di diversi mesi, senza nessun intoppo software (tocco ferro): gli ultimi due riavvii sono stati causati da pressioni accidentali del pulsante reset della macchina che si è riavviata in tutto il suo splendore e senza colpo ferire.

    Ma nel frattempo…

    1. lo stack XCP è stato portato verso Ubuntu. Significa che dopo aver installato XEN si può installare lo stack XCP con un semplice comando apt-get
    2. è stata rilasciata la versione 4.2 di Xen con alcune feature interessanti in concomitanza del punto precedente
    3. è stata rilasciata la versione 1.6 beta di XCP (il Cray1 gira su 1.5 beta) che mimicka le feature di XenServer 6.1 e sono tutte interessanti per chi virtualizza per lavoro

    Ora mi sta venendo la tentazione di tirare su un altro server per testare la configurazione parallela. Quel maledetto di Jeff di CodingHorror mi ha fatto notare una feature estremamente interessante delle schede madre SuperMicro.

    Per fortuna c’è carenza di tempo ed io ne soffro un po’

    -quack

  • Android vs. Android: Galaxy Nexus vs. HTC One X

    Ho avuto modo di provare anche un Galaxy Nexus per un po’ e lascio qui le mie impressioni in confronto all’HTC One X.

    image

     

    Samsung Galaxy Nexus

    HTC One X

    Schermo   Vince l’HTC One X per due motivi. La qualità è superiore. E a differenza del Nexus i tasti Home, Back e Task List sono HW e quindi non occupano una porzione dello schermo stesso. Vedasi foto sopra
    Software Vince il Galaxy Nexus:
    niente crapware
    tethering abilitato di default
    OS aggiornabile (JB)
    In constrasto Sense lascia a desiderare ma ha una tastiera virtuale migliore di quella stock Android.
     
    Durata Batteria   Dura un pelino di più.
    Rimuovibilità Batteria Quella HTC non si può rimuovere  
    Fotocamera   Non solo megapixel e qualità del sensore. Vince il burst mode, l’HDR e un panorama mode migliore (peccato solo landscape)
    Wireless   L’antenna dell’One X, bachi a parte, è decisamente migliore. A casa il Nexus non ha quasi ricezione 4G mentre l’HTC va spedito e a palla
    Internazionalità Il Nexus è sbloccato di default. Per l’HTC occorre sborsare ulteriori $$ (non tantissimi per la verità)  

    I difetti più grossi dell’HTC sembrano essere – nel mio quotidiano – ampiamente superabili. Forse il crapware è l’aspetto peggiore, ma rimosso il widget metereologico dalla home page, le prestazioni mi sono sembrate tutto sommate decenti. Non mi interessa la MicroSD e per la batteria ho trovato molto più conveniente portarmi appresso uno di questi che si adatta ad ogni telefono: non richiede di spegnere il telefono e non lo devo “regalare” quando faccio il prossimo upgrade, ammesso che l’affarino duri fino ad allora.

    Per il tethering ho risolto con FoxFi, funziona alla grande con il mio tablet Toshiba. Probabile che quando rilasceranno Jelly Beans per HTC mi venga addirittura il prurito di installare una ROM alternativa come ClearROM invalidando la garanzia.

    Quando ho comprato l’HTC il Samsung Galaxy S III era appena uscito. Mi sarebbe piaciuto provare anche quello. Sto considerando un periodo di prova con AT&T visto che il mio contratto è finalmente in scadenza…

    -quack

    P.S. dimenticavo: con HTC sense anche alcune applicazioni di default sono sostituite da altre fatte in casa. Il browser con un’app chiamata “Internet”, e così via. Per fortuna sul market c’è sia Chrome per Android (decente) che tutte le app Google Experience.

    Aggiornazione, Aggiornazione: Sono stato in un negozio AT&T a provare il Galaxy SIII. Il crapware Samsung è decisamente peggio a parte qualche baco in meno. Ma quello lo faccio sistemare.

  • Mato mato, impazzire di tomato

    Sono sempre stato un big fan di DD-WRT, installato su un paio di router in precedenza. L’altra settimana però il Cisco Linksys che avevo ha deciso di lasciare le penne, forse a causa delle temperature eccessive, lasciando in eredità cinque led lampeggianti.

    Ho deciso di comprare un ASUS RT-N66U in quanto ha avuto ottime recensioni in giro e Jeff di Coding Horror ne parlava estremamente bene. Non che mi servisse un router dual band, ma data la rarità dell’evento della morte di un router, tanto vale essere un po’ future proof.

    Jeff vi ci ha installato il firmware Tomato: io ho dato un’occhiata agli screenshot sul sito e l’ho trovato carente rispetto a DD-WRT per le feature che mi interessano. Ho cercato quindi le istruzioni per l’installazione di DD-WRT e son partito.

    La procedura di installazione è rimasta piuttosto arcaica: bisogna resettare la NVRAM, installare una versione mini di bootstrap, resettare la NVRAM, controllare che tutto sia apposto, resettare la NVRAM, fare l’upgrade alla versione completa, resettare la NVRAM ed il router è pronto all’uso. Peccato però che il router non abbia dato segni di vista sin dal passo successivo all’installazione del mini-fw.image

    Per fortuna questo tipo di tecnologia ha fatto grandissimi passi avanti per quanto riguarda il recovery da bad firmware. Basta avviare in “modalità provvisoria” ed è possibile rifare l’upload (non proprio: bisogna impostare l’indirizzo IP del PC su 192.168.1.2 altrimenti il router non risponde). Dopo diversi tentativi andati a vuoto, ho deciso di installare tomato per vedere se almeno fossi in grado di restituirlo alla vita, con il piano B di reinstallare il firmware Asus originale nel caso peggiore.

    Devo dire che tomato mi ha lasciato estremamente sorpreso in quanto la carenza di feature è solo dovuta al fatto che gli screenshot sono datati. In realtà le feature utili ci sono tutte e funzionano decisamente meglio della versione di DD-WRT che girava sul mio vecchio router.

    La configurazione è andata avanti in maniera piuttosto spedita, salvo qualche voce di menù situata in posti poco intuitivi. Rimane da configurare la parte che riguarda il QoS in quanto la telefonia è ormai interamente gestita da dispositivi VOIP (ooma Telo per le chiamate locali, Linksys pap per quelle verso l’Italia).

    Voto globale: accattatavill’

    -quack

  • L’isola deserta

    Se dovessi mai naufragare su un’isola deserta e dovessi avere la ‘fortuna’ di poter ascoltare solo un album, tra tutti quelli che ho mai ascoltato, sceglierei indubbiamente questo.

    MCMXC

    Se non l’avete mai ascoltato, fatelo oggi a patto di farlo con le cuffiette adatte (Sony MDR-EX90LP, decisamente il miglior rapporto prezzo prestazioni per questo tipo di musica). Ne ho comprate tre copie: due CD smarriti, l’intero album via Amazon; è secondo me la migliore musica per lavorare e pompare meta-codice come dannati.

    -quack

  • Il caso Metro

    metro

    Alcune domande per il lettore più arguto.

    1. Possibile che non ci si sia accorti prima dei possibili rischi di usare un marchio come Metro?
    2. Ma davvero pensate che Metro AG possa avere qualche speranza nel difenderlo in corte? Si tratta di un nome generico associato più che altro ad una categoria di mezzi di trasporto, da cui lo stile ha preso il nome
    3. C’era davvero bisogno di fare questa cazzata di proibire le app con il nome Metro nello store e poi cambiare idea; di essere vaghi sulle spiegazioni e addirittura mentire spudoratamente (era un codename più che una menzogna è una barzelletta)?

    C’è qualcuno che si azzarda a predire che con Windows 9 il desktop è destinato a scomparire. Con cosa soppianteranno l’intero ecosistema (apputtanate? Ma per favore…) non ci è dato di capire.

    E poi mi chiedo: ma Metro sul server che ci fa?

    -quack

  • Selling WinRT

    A stretto giro di posta dalla riflessione precedente, mi son chiesto: ma WinRT chi se lo compra?

    Chi ha già pubblicato qualche applicazione, perché dovrebbe riscriverla per WinRT/Metro? Quali sono i vantaggi? Sarò troppo negativo ma vedo solo motivi contro, ad esempio il fatto che WinRT è supportato solo su Windows 8. Ha senso riscrivere applicazioni ‘desktop’ per WinRT e precludersi il mercato di tutto ció che è desktop oggi? Dubitissimo.

    E quelli che vogliono scrivere un’applicazione ex-novo che vantaggio ne trarrebbero? La presenza sul Market? Vale davvero così tanto da bilanciare il fatto che l’applicazione non girerebbe su tutto quello che esiste oggi?

    Qualcuno potrebbe pensare che, mal riparata, MS potrebbe portare WinRT anche su Win7 e precedenti, ma sarebbe un disastro.

    E allora? Chi se lo compra? Quelli che vorrebbero sviluppare applicazioni per telefono? E perché dovrebbero comprare WinRT rispetto a iOS/Android? Perché così possono scrivere torcie d’emergenza che girano anche su desktop? È questo il vero selling point di WinRT?

    E soprattutto: che ci fa Metro su Windows Server?

    -quack

    P.S. credo di aver detto tutto quello che penso e spero di non tornare più sull’argomento.

  • Asso Pigliatutto

    Asso

    Prima Windows Phone, ora XBOX. La fame di potere di certa gente è quasi ingestibile. Si accettano scommesse sul prossimo bersaglio da colpire e affondare. Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungooooo…

    -quack'

    P.S. la domanda da un milione di dollari ancora non ha una risposta: ma Metro su Windows Server che ci azzecca? Un’idea (malvagia) ce l’ho.

  • Il Windows che avrei voluto

    Una serie di pensieri buttati alla rinfusa che non ho tempo di riordinare.

    Separazione delle “responsabilità”: si possono unire più gadget in un unico dispositivo (media player, navigatore satellitare, telefono, ecc.) ma è stupido pensare che il fatto che un dispositivo sia multi-uso implichi la stessa interfaccia per tutte le operazioni. L’app telefono su iPhone è un app telefono e non usa l’interfaccia del GPS o per usare il media player non c’è bisogno di usare il T9.

    Si può mettere in un unico dispositivo PC e Tablet? Certamente sì, hanno parecchie cose in comune. Ma questo non significa che per usare il PC si debba passare dalla modalità tablet o viceversa.

    Il mio slate Windows l’avrei voluto così: un OS tablet che gira in una macchina virtuale e che diventa attivo nel momento in cui sfilo lo slate dal dock. Da quel momento in poi il desktop scompare completamente, non si può usare e le applicazioni sono quelle da tablet. Perché nel momento in cui sfilo lo slate ho le mani impegnate e l’interfaccia desktop non ha senso di esistere.

    L’opposto è altrettanto valido: non appena si collega un mouse al tablet, l’esperienza diventa “solo” quella desktop, magari con una piccola eccezione e cioé poter far girare le applicazioni tablet in una finestra in modalità “emulazione” e possibilmente senza touch.

    Stessa rigida separazione per le app: vuoi usare Excel? Attacca un mouse al PC! Vuoi usare l’apputtanata del tabaccaio dietro l’angolo? Possibilmente staccalo e l’esperienza sarà migliore.

    Tutti i setting modificati in modalità tablet, rimangono e vivono solo in modalità tablet: se setto la luminosità a 10, collego il mouse la cambio a 5, nel momento in cui stacco il mouse e il dispositivo ritorna tablet, la luminosità torna a 10. Tutti i setting per la modalità tablet vivono solo nell’interfaccia tablet. Fanno eccezione pochissimi setting di sistema (magari solo l’impostazione di reti wireless e non). Tutti i setting per la modalità desktop vivono e vengono applicati SOLO nella modalità desktop.

    Tutto questo è supportato dal fatto che le cosiddette APPUTTANATE si dividono più o meno in queste categorie: giochi (irrilevanti), applicazioni “utili” tipo produttività personale on the go o torcia tascabile (inutilissime sul desktop), applicazioni che rimpiazzano i siti Web (altrettanto inutili) e qualche altra categoria che ora non riesco ad immaginare.

    Ho l’impressione che un dispositivo come questo farebbe gola all’enterprise molto più di Surface, che è solo una pallida imitazione di quello che davvero si può fare.

    P.S. per me un PC è un dispositivo per creare contenuti e il processo creativo richiede l’uso di strumenti adatti; il tablet è un device passivo, pensato per il consumo. Non a caso per creare “contenuti” per Android/iOS oggi è richiesto l’uso di un PC.