A Ovest Di Paperino

Welcome to the dark side.

  • Microsoft is not Apple

    Venerdì era arrivata una email “super-segreta” su qualcosa di imminente.

    winpho-7-series-photoshop

    Di più su Engadget. Certo che del nastro adesivo migliore potevano pure permetterselo.

    -quack

  • Comunicascion of service

    Piccola comunicazione di servizio. È cambiato il link al feed RSS. Il nuovo feed RSS è qui.

    Alcuni link utili per la migrazione:

    Subscribe with BloglinesAdd to Googleaddtomyyahoo4rss-iconOffline/desktop reader

    Scappo via da feedburner/google come avevo promesso qualche giorno fa. Il vecchio feed funzionerà ancora per un po’ con l’aggiunta di un promemoria più o meno evidente.

    Vedasi quest’immagine:

    feed

    -quack

    P.S. FeedBurner potrebbe metterci un po’ a propagare la ‘modifica’; il feed dei commenti sarà spostato la prossima settimana.

  • Chi beve birra

    ~quack

  • Dark side tale

    Compro una scheda hardware di cui mi darksideriprometto di condividere maggiori dettagli e che viene venduta in due bundle diversi.

    1. Scheda + Applicazione A

    2. Scheda + Plugin per applicazione B

    Siccome mi interessa tantissimo il secondo bundle, comincio ad informarmi su come comprarlo. Sul mercato americano non è mai comparso. Sembra disponibile forse in Giappone ed è in vendita al pubblico in Australia, ma il negozio online non sembra voler spedire verso gli Stati Uniti.

    Navigo sul sito dell’azienda che produce la scheda scoprendo che il bundle B è abbastanza supportato, infatti è possibile scaricare un aggiornamento che però richiede che la versione precedente sia già attivata. È giusto, non mi oppongo anche se mi da un po’ fastidio il fatto che non riesca a poter comprare quello che voglio. Scompatto ed installo l’aggiornamento e scopro l’esistenza di una fantomatica libreria “ApplicazioneA.Dll”, ovvero il plugin venduto da una società terza usa codice di chi ha scritto l’applicazione A in licenza per poter implementare il plugin per B. Ad occhio e croce il formato del codice seriale, 6 gruppi alfanumerici di quattro cifre, sembra essere identico con quello dell’Applicazione A. Nel frattempo scopro l’esistenza di un’offerta limitatissima per il bundle numero 1. Mi azzardo, provo, ricevo.

    Tento di usare il PID dell’applicazione A con il plugin B ma non funziona. Ogni volta che il plugin viene lanciato parla con un server internet per chiedere se la chiave è valida. La cosa mi infastidisce tanto, saranno pure cacchi miei quando e come voglio lanciare l’applicazione/plugin? Ci attacco un proxy, guardo la connessione HTTP (che tapini, manco usare SSL per questo tipo di dialogo) e sorpresa il plugin B parla con i server dell’applicazione A.

    Mi incazzo, hanno abbondantemente gonfiato le siffatte ciufole. È ora di adattare il software alle _MIE_ esigenze. Tento di carpire come comunicano client e server sperando di usare il trucco del proxy ma c’è bisogno di una attivazione riuscita per tentare un replay attack. Guardare codice in assembler e cercare di fare il reverse engineering di quale sia il messaggio di sblocco non è più alla mia portata; tra l’altro penso che un replay attack non è il modo più semplice per riattivare il software qualora dovesse servire. Tento disperatamente la patch binaria, non saranno mica così pirla da non aver perlomeno da qualche parte “firmato” il codice tramite una banale checksum.

    Trovo un pezzo di codice che fa più o meno questo:

                int EAX = 0;

     

                EAX = Call_ProceduraMisteriosaX();

                if (EAX == 0)

                {

                    return 0;

                }

                EAX = Call_ProceduraMisteriosaY();

                if (EAX == 0)

                {

                    return 0;

                }

                EAX = Call_GetPointerForError(EAX);

                return EAX;

    Sostituisco i due if(EAX == 0) con return 0; in assembler equivale a sostituire TEST EAX, EAX con XOR EAX, EAX. Ovvero rimpiazzare due volte l’opcode 33 (TEST) con l’opcode 85 (XOR), cambiando lo stato di 10 bit in tutto su una ventina di milioni.

    Sono scettico ma funziona molto bene.

    La coscienza? È a posto. Il prezzo dei due bundle è identico. L’applicazione A non mi interessa. Ho cercato in tutti i modi di comprare il secondo bundle senza successo; e dal punto di vista economico non mi sembra di danneggiare nessuno, visto che la distribuzione degli introiti dei due bundle sembra essere la stessa. E a suggerirlo c’è il fatto che l’azienda di B distribuisca un’applicazione a riga di comando simile all’applicazione A in maniera totalmente gratuita. Sinceramente certe manovre distributive tafazzi-style mi lasciano completamente allibito; nel frattempo s’è fatta ora di tornare al lavoro di tutti i giorni nel bright side.

    -quack

  • Excelsize

    …o in italiano excelcizio.

    Di questi tempi, con all’incirca mille dollari, si può scegliere tra:

    image

    o un MacBook 13.3”, con Intel Core 2 Duo, 2GB di RAM, NVidia 9400M 256MB, yada, yada, yada tutto il resto ‘uguale’.

    Se si volesse tracciare un grafico di quanto conviene un Mac vs. un PC qualsiasi (il primo Dell a tiro di schioppo) a distanza di qualche mese da un nuovo modello si avrebbe un qualcosa del genere:

    image

    Ovvero più passa il tempo e meno conviene comprare un Mac a condizione di non effettuare una locazione “artificiale”(*). E di questi tempi il più conveniente dei Mac viaggia asintoticamente verso lo zero….

    -quack

    (*) (acquisto nuovo/usato - rivendita usata) / numero di mesi di possesso.

  • Geek al volante

    Mi son fatto convinto che ci sia una classifica, del tutto personale, di categorie di persone al volante in relazione soprattutto alla provenienza geografica e basata su un campione di conoscenze dirette e personali:

    1. i baresi, perché chi sopravvive a sessioni di guida in provincia di Bari è un talento nato
    2. gli italiani, perché come diceva un collega americano in una lista di consigli per viaggi di lavoro in Italia don’t rent a car in Italy: you will die
    3. gli europei, perché in Europa le strade sono a misura di cavalli by design
    4. gli americani
    5. gli asiatici
    6. gli indiani ex-aequo con i geek; i geek indiani sono pericolosissimi

    Se qualcuno non ci crede, questa foto è stata scattata pochi giorni fa nel parcheggio del mio building. Non l’ho scattata io e non ho avuto neanche occasione di vederla dal vivo nonostante fosse parcheggiata di fronte alla mia finestra. Però ne garantisco l’autenticità

    fretta Ovviamente sono nate subito disquisizioni sulla probabilità che il conducente fosse un geek in gonnella in quanto le donne sembrano più capaci nel distinguere sfumature cromatiche a differenza degli uomini in grado di riconoscere un rumorino sospetto. Durante il dibattito è stato preso persino in considerazione il fatto che c’è un benzinaio appena dietro l’angolo. In pochi però conoscono l’identità del parcheggiatore misterioso e sono ben cauti nel non lasciarla trapelare.

    -quack

  • Decalogo per l’aspirante acaro blogger moderno

    1. Scegliere un nome appropriato e nazional popolare; la regex per i più pigri
      .*(Ubuntu|Linux|LUG)(project|freedom|inside|discovery|per tutti).*
    2. Scegliere un host pubblico (wordpress/blogspot/altervista/netsons)
    3. Cercare un tema attapirante e aggiungerci il solito pinguino da qualche parte
    4. Tradurre in italiano alcune delle innumerevoli guide ormai obsolete disponibili in rete su come aggiornare la versione 2.4.3 del pacchetto XYZ e renderla compatibile con il pacchetto ZYX in versione 4.3.2
    5. Scegliere un bel motto. Esempi:
      Con Linux nulla è impossibile, è solo stramaledettamente più complicato
      Trucchi per tutti i turchi, chicche per Chicca e guide per Guido e Guida
      Viva la libbbertà abbasso la gnocca
    6. Sperare di scalare qualche classifica come quella di wikio o di BlogBabel
    7. Celebrare il raggiungimento dell’ambizioso traguardo con un post celebrante auto-celebrativo di celebrazione per la nuova entrata nella top XX copiando ed incollando l’intera classifica così com’è ivi inclusi i link a blog che non c’entrano una pippa h4ckers
    8. Ricelebrare il nuovo traguardo con un altro post celebrante auto-celebrativo di celebrazione per aver raggiunto le lontane vette della top YY con YY << XX ovviamente ricopiando ed re-incollando l’intera classifica così com’è ivi inclusi i link a blog che non c’entrano una pippa
    9. Stampare e incorniciare una copia cartacea della classifica fotografante il momento di gloria
    10. Ringraziare amici e parenti per la loro partecipazione

    -quack

  • Lanzichenecchi

    L’entrata di Apple nel mercato degli e-book è benvenuta quanto una calata di lanzichenecchi, quanto un emorroide da 10cm o un brufolo sui genitali (maschili).

    Il motivo è semplice: quando Apple entra in un mercato si muove con la stessa grazia di un elefante in una cristalleria. lanzichenecchi Esempio: quando Amazon è entrata nel mercato degli MP3 i prezzi sono praticamente calati. Il viceversa non è assolutamente valido: Apple entra nel mercato degli e-book ed i prezzi aumentano violando qualsiasi legge di mercato; tra l’altro caro Steve Jobs, non avevi detto che i libri non li legge più nessuno? Il problema è che, come fa notare Beppe Severgnini, il rilascio dell’iPad farà sì che qualcuno pur di usare il nuovo iAssorbente si metterà a leggere libri di fatto rovinando il mercato a quelli che finora lo facevano solo per puro piacere intellettuale.

    Due parole sul CEO del decennio: sinceramente dopo l’uscita su Google mi è davvero un po’ scaduto. Realizzare che Google è un competitor solo ora è davvero da gonzi, come è da gonzi applaudire a questa trovata; evidentemente tra Apple e gonzaggine c’è davvero una forte correlazione. Se l’avesse fatto Steve Ballmer e fossi lì dal vivo ad ascoltarlo, l’avrei spernacchiato a lungo. Ma questa dev’essere l’altra faccia della medaglia di avere un CEO “tennico”.

    Brava Amazon nel fare la cosa giusta, lasciare la scelta ai propri clienti: tanto con i masochisti più hardcore c’è poco da fare.

    -quack

    P.S. dimenticavo che volevo spendere due parole sulla questione Flash on iPad. La cosa che mi stupisce incredibilmente è che c’è gente che usa la menzogna come una droga: non riesce a farne a meno. Secondo il CEO del millennio, Flash non adatto all’iPhone/iPad per troppo bacato salvo poi essere utilizzato ingannevolmente in alcune immagini promozionali. Too buggy my a**e. Per due motivi:

    1) ad Apple la qualità del software non è mai interessata. Se lo fosse comincerei a chiedere di sistemare la trave che si ritrovano nel c**o anziché guardare la pagliuzza negli occhi del vicino (i driver CD di iTunes sono un esempio spettacolare)
    2) abilitare Flash su iPhone/iPod equivale a dare la possibilità di sviluppare minc**ate cross-platform. Infatti – stima mia personale – un buon 99% di applicazioni per iPhone sono della stessa stregua di iFart. Supportare Flash, nel mondo rovesciato dipinto dai loro spot del grande fratello 1984, è controproducente.

    Alquanto interessante è la reazione dei pappagalli incapaci di accendere la corteccia frontale che ci stanno propagandando che Flash serve solo al porno/pubblicità inutile/giochini dannosi e rende tutto molto instabile. Certo perché una sessione di browsing su cellulare deve essere senz’altro mission critical…

  • Tipografi della domenica

    Per le stampanti laser, come per le comuni fotocopiatrici, ho sempre avuto un avversione simile a quella di Michael Bolton di Office Space, ovvero la mia sola presenza in sala stampa può portare all’inceppamento di tutte le stampanti in funzione. Sono uno dei pochi però che si scoraggia di fronte alla scritta “PC LOAD LETTER”. Con le stampanti moderne, in grado di mostrare graficamente le operazioni da fare per sbloccare la stampa, la manutenzione occasionale è quasi semplice. Niente spiega perché debba toccare sempre a me per quelle rarissime volte che stampo qualcosa che mi serve, però mi capita. La cosa irritante è però scoprire che, una volta sistemato il problema temporaneo, in coda di stampa c’è sempre un documento prima del mio.

    tipografi

    Aldilà del fatto che i “raccogli-stampe” sono generalmente pieni di documenti stampati giorni prima dai tipografi della domenica: gente che lascia stagionare i documenti anche per settimane. Quando sono arrivato nel main campus c’era una collegona (nel senso che occupava il volume di tre colleghi medio-obesi) che era specializzata nel bloccare le stampanti a lungo termine: stampava un corposo manoscritto di duemilaquattrocento pagine il venerdì pomeriggio precedente alle sue partenze per lavoro o per vacanza e lasciava un’intera ala del building 24 letteralmente paperless. All’epoca non era neanche possibile cancellare fisicamente il job presso la stampante per cui bisognava attendere l’intervento di un amministratore. Con le nuove stampanti per fortuna questa possibilità è stata definitivamente scongiurata; resta però la rabbia nello scoprire l’ennesimo tipografo dietro l’angolo. Spesso mi è venuta la tentazione di cestinare alcuni documenti senza nessuna pietà; d’ora in poi mi limiterò a farlo ogni tre per due. Se ne becco uno, lancio un dado e se esce pari cestino. Si accettano suggerimenti su cosa fare quando esce dispari.

    -quack

  • Supercazzole

    Si confronti questo video:

    con questo.
    D’altra parte come non si può non partire con uno sbrindellamento a destra quando si parla di the most advanced technology in a magical and revolutionary device at an unbelievable price.

    -quack

  • Il triangolo

    Fino a poco tempo fa immaginavo il mondo della tecnologia diviso tra hardware e software e tutte le teorie sulla mercificazione dell’uno o dell’altro. In realtà da tempo ormai ci sono tre aspetti: software, hardware e “pubblicità”.

    In questo post assumo semplicemente che software = Microsoft, hardware = Apple, pubblicità = Google. In un mondo connesso come quello attuale tutti e tre i fattori sono determinanti per il successo di un prodotto; la pubblicità forse un po’ meno ma se consideriamo che la pubblicità serve a finanziare la miriade di servizi online che usiamo tutti i giorni la questione quadra.

    La cosa era poco chiara anche ai piani alti di Cupertino, visto che per anni hanno inciuciato con Google per far meglio concorrenza a Microsoft. Con il rilascio di Android, l’annuncio di ChromeOS e la commercializzazione di Nexus One, anche nel quartier generale di Apple devono aver messo il sale in zucca. E tutti a correre ai ripari: oggi compro quell’azienda specializzata nella vendita di pubblicità sui telefonini, l’altro ieri ho comprato quell’altra azienda specializzata in mappe, domani annuncio che sostituisco Google con Bing, ecc. Google è passata da amante a rivale nell’arco di pochissimi mesi (il che lascerebbe intendere che Apple è abbastanza bi… polare).

    In tutto questo un altro paio di considerazioni, giusto per tirare in ballo anche Mozilla e preparare un bel caldo minestrone con brodo di guerra di browser (nessuno si fida più di nessuno: Apple con Safari ha dimostrato di non fidarsi di Microsoft; stessa cosa di Google vs. Mozilla e il rilascio di Chrome). Di solito diamo per scontato che utenti (chi usa) e clienti (chi paga) siano la stessa cosa, ma se guardiamo ai tre browser più popolari non è assolutamente così.

    Mozilla è praticamente “pagato” da Google.
    Chrome è praticamente “pagato” da chi commissiona pubblicità su Google.

    Può capitare alcune volte che bisogna prendere decisioni che siano veri e propri conflitti di interesse tra cliente e utente. Qualsiasi decisione si prenda, a pagare in questi casi sono sempre gli utenti, anche se la decisione è quella che beneficia direttamente il cliente l’utente a discapito di chi paga (cliente). Il motivo è semplice: cliente insoddisfatto –> meno soldi per lo sviluppo –> meno possibilità di innovare.

    Questo non vuol dire che chi è pagato dai propri utenti svilupperà un prodotto migliora, anzi… ma sicuramente in certe scelte è motivato più correttamente della concorrenza. E questo lo dice un utente di Chrome/Firefox che quasi sicuramente passerà ad IE9 (spera).

    Da teamplayer di Microsoft però ho solo un grande rammarico: quando le altre due aziende sfornano prodotti in aree per loro secondarie, riescono a farsi percepire abbastanza bene (Chrome, Nexus One, iPhone OS, iPhone platform). Il viceversa purtroppo non è assolutamente valido (Bing AdSense? Inesistente; Zune? Praticamente un fiasco). Però considerando la storia passata, sono convinto di lavorare per l’azienda più promettente.

    Due parole infine sull’iAssorbente. Non sono riuscito a leggere tutti i commenti, però stamattina pensavo che il nonno non ha tutti i torti. Tutti pensano all’iAssorbente come ad un terzo dispositivo da portarsi appresso insieme ad uno smartphone o ad un laptop. Molte critiche sono piovute perché in tanti si aspettavano che l’iAssorbente fosse il mix perfetto. In realtà è un prodotto diverso: conosco tante persone che non vogliono uno smartphone e che beneficerebbero di un dispositivo né troppo grande né troppo piccolo per navigare/leggere la posta/sfogliare il giornale. Se qualcuno sceglierebbe un netbook per farlo, allora ci dev’essere per forza qualcuno che sceglierebbe un dispositivo più semplice. Un netbook infatti ha gli stessi vantaggi/svantaggi di un PC: nella valutazione che ciascuno di noi fa quando pensa se valga la pena o meno c’è sempre la possibilità che qualcuno possa pensare che gli svantaggi di un netbook sono troppi per l’uso che se ne intende fare di dispositivo secondario per la navigazione periferale (leggasi: mentre si fa finta di vedere un programma poco interessante alla TV per tener contento il proprio partner, ecc.).
    Altro punto: Apple si può permettere di sperimentare con i propri clienti, perché qualsiasi ca**ta faccia c’è sempre un numero consistente di unità vendute. È accaduto con l’iTelefono di prima generazione, anche se diciamolo come dispositivo l’iTelefono era molto meglio dell’iAssorbente. Però per il primo iTelefono non c’era nessun SDK: la gente ha cominciato a sbloccarlo, son venute fuori applicazioni interessanti, Steve Jobs ha visto che tutto ciò era buono e sono arrivati all’iTelefono di terza generazione. Però io mi ci vedrei sparapanzato sul divano a navigare periferalmente usando un iAssorbente di terza generazione e magari con le ali. Certo è che questo modello per ora non si può proprio vedere… e nemmeno sentire nominare

    -quack

    P.S. dimenticavo un fatto fondamentale. Come ha risolto Apple dal punto di vista del marketing il fatto che iPad non ha la potenza di un PC? Semplice, down-scalando (orribile termine) l’OS. I netbook sono lenti, iPad è velocissimo ma una applicazione per volta.

  • Genius bar

    Cliente: salve, tempo fa ho comprato una copia di Snow Leopard ma il disco non è più leggibile, potreste sostituirmi il supporto?

    Genio: guardihomer-simpson che non si può installare il prodotto su più di un Mac…

    Cliente: sì ma io non voglio installare il prodotto su più di un Mac, voglio solo che mi venga sostituito il supporto che è difettoso… non è leggibile insomma…

    Genio: un attimo….

    (va nel retro; dopo 5 minuti torna con due dischi, il cliente sembra contento)

    Genio: i tecnici mi hanno detto che per installare l’OS su più di un Mac c’è bisogno della versione “famiglia” che costa 20$ in più

    Cliente: sì ma io non voglio installare l’OS su un altro Mac (stava scappando “PC”), voglio solo che mi venga sostituito il disco difettoso…

    Genio: ce l’ha la ricevuta?

    Cliente: sì è elettronica, non l’ho stampata

    Genio: potrebbe recuperarla?

    Cliente: veramente no, è finita chissà in quale angolo della mia casella di posta elettronica, così su due piedi…

    Genio: mi dispiace ma non posso aiutarla… non abbiamo un archivio delle ricevute elettroniche (geniale! Giustamente…)

    Cliente: io il disco l’ho comprato qui, potrebbe controllare tramite carta di credito (show them the money)

    Genio: sì questo posso farlo…

    controlla sul terminale

    Genio: sì, ci risulta… un attimo torno sul retro

    Cliente: mi raccomando, gli spieghi che non voglio installarlo su un altro Mac, voglio solo una sostituzione del supporto…

    Genio: ok!

    sparisce ancora per cinque minuti

    Genio: i tecnici hanno controllato e dicono che il disco non è difettoso, ma come cortesia lo sostituiamo comunque.

    Cliente: scusi ma come hanno fatto a controllare così in fretta se durante l’installazione ci vogliono circa quindici minuti per rilevare l’errore?

    Genio: sì ma loro hanno tenuto il disco tutto questo tempo (mente palesemente visto che era già tornata in precedenza con il disco del pollo)

    Cliente: vabbé, la ringrazio, arrivederci

    Genio: grazie a lei, buonasera, e si ricordi che non può installare il sistema su un altro Mac.

    Cliente: (senza parole)

    -quack

    P.S. ogni riferimento a persone o fatti ecc. ecc.

  • Password management nel 21 secolo

    La nuova release di Firefox mi ha fatto imbestialire molto. Uno dei miei plugin preferiti non funziona più, buona parte delle nuove funzionalità le trovo totalmente inutili (Personas? come on…) e quindi mi sembrava ora di tornare ad usare Chrome-on-Scroogle.

    L’unico motivo però che mi legava a Firefox era la compatibilità di questo con i vari plugin di password management offerti in bundle con i lettori di impronte digitali. Deciso a trovare una soluzione alternativa, mi son imbattuto in LastPass. Solo qualche mese fa avrei fatto una smorfia di disgusto: un password manager online mi sembrava una pessima idea, dopo aver letto recensioni entusiaste di un simile sito made in Italy (Clipperz.com). Poi però ho analizzato un attimo il workflow e valutato un po’ di pro e contro mentre nel “frattempo” penso ad una soluzione “ideale”, quella di hostare un password server per conto mio.

    Mi sarei potuto accontentare di KeePass ma non sono riuscito a trovare una soluzione convincente che fosse compatibile con un clipboard manager come ClipX e compatibile al meglio con tutti i browser decenti. Mi dispiacerebbe se cambiando ancora idea sul mio browser di default mi costringesse a rivedere di nuovo questa scelta.

    Un password manager online ha un grosso vantaggio rispetto a quelli offline: girando contestualmente nel browser potrebbe riempire automaticamente i form di login senza passare dalla clipboard. In più un password manager online offre la possibilità di accedere ovunque alle mie password in maniera estremamente sicura tramite l’uso di One Time Password. Sia Clipperz che LastPass da questo punto di vista offrono le stesse feature ma ho scelto il secondo per due motivi fondamentali: la disponibilità di plugin nativi per tutti i browser che mi interessano (IE, FF e Chrome) che si traduce in una comunicazione più sicura ed il supporto di multi-factor authentication via YubiKey un affarino USB moooolto interessante. L’offerta di 2 YubiKey con un anno gratis di LastPass Premium (che costa 1$ al mese ed è necessario per il supporto della YubiKey) poi sembra molto allettante… un pensierino ce lo sto facendo.

    La soluzione ideale? Portare il server Clipperz in .Net e scrivere una piccola extension per i tre browser. Ma è il tempo che mi manca, bisognerebbe allungare le giornate, ecc. per cui per ora mi accontento di quello che già sembra un grosso passo avanti.

    -quack

  • Tecniche ‘avanzate’ di BSOD debugging in pseudo-SQL

    1. SET @bigBang = SELECT min(DATE) from BSODs
    2. SET @buggyAppName = SELECT appName FROM Applications WHERE versionUpdateDate= (SELECT MAX(versionUpdateDate) From Applications WHERE versionUpdateDate< @bigBang)
    3. DELETE FROM APPLICATIONS WHERE appName = @buggyAppName
    4. INSERT INTO APPLICATIONS
      (SELECT TOP 1 * FROM INTERNET_OLD_APPLICATIONS WHERE appName = @buggyAppName and versionUpdateDate < @bigBand ORDER BY versionUpdateDate DESC)

    In linguaggio umano: usando il reliability monitor annotare la data del primo BSOD misterioso, cercare tra le applicazioni quella che è stata rilasciata più di recente ma prima di tale data, cercare in rete una versione precedente, de-installare-nuova/installare-vecchia.

    La tecnica funziona in un buon 90% dei casi dovuti a software, persino quelli più insidiosi come:

    BSOD_nuovo

    (nel caso specifico l’applicazione fallata era Virtual CloneDrive, a cui sono arrivato tramite la tecnica “superiore” di installazione del debugger Zen e semplicemente osservando il famoso ATAPI.SYS in fondo allo stack)

    Buona fortuna

    -quack

  • Mitighescion

    Ovvero per quale motivo al mondo il governo francese e quello tedesco hanno sconsigliato l’uso di Internet Explorer.

    È semplice: il pianeta è pieno di malinformatici. Gente che, non conoscendo la differenza tra mitigazione ed eliminazione, pontifica a destra e sinistra su quale browser usare, quale sistema operativo usare, che marca di PC comprare.

    La differenza per gentilezza la spiego io: si chiama defense in depth e parte dal presupposto che rilasciare prodotti perfetti è impossibile. Se il prodotto è “pericoloso” come lo è appunto un browser, significa perseguire una politica di limitazione del danno. E cioè se una pagina cattiva riesce a causare un odioso buffer over/underrun l’unica applicazione a sopperire è il browser stesso.

    Nel caso del baco di cui si è tanto parlato in questi giorni è la stessa differenza che c’è tra un baco sfruttabile facilmente ed uno che potrebbe essere limitato solo al mondo teorico.

    Ovviamente è altrettanto chiaro che se una persona si ostina ad usare e consigliare Mac perché è sicuro non può sapere né capire quanto l’effetto di qualche mitighescion può essere fondamentale quando OSX è l’unico sistema operativo al mondo che scompatta ed esegue automaticamente file zippati.

    Ma questa è la vie nell’era dei malinformatici.

    -quack

    P.S. Google non sta raccontando tutto quello che sa. Ed il mondo dovrebbe aprirsi al principio di reciprocità: se il governo cinese usa malware per rubare dati, tutto il software prodotto in occidente ed esportato in Cina dovrebbe essere dotato di backdoor. Così la vedo io….
    (manco a farlo apposta ecco un baco spettacolare; venghino siòre e siòri)

  • Work in progress

    Breve descrizione sul quantitativo di manodopera necessario in U.S.A. per effettuare alcuni tipi di manutenzione stradale:

    Registrazione di un bullone su un ponte
    Un camionista per trasportare i coni necessari per proteggere 200 metri di corsia (100m per ogni direzione) più lo spazio davvero necessario (in genere 2m x 2m)
    Due aiuto-camionisti per scaricare e piazzare i coni.
    Un aiuto-aiuto-camionista per proteggere gli aiuto-camionisti dal traffico e far rallentare le auto in arrivo.
    Un camionista per trasportare il tabellone elettrico da piazzare 500 metri prima dei lavori con una scritta “Lavori in corso”.
    Un camionista per trasportare gli operai e gli attrezzi.
    Un operaio (max. due) per registrare il bullone.

    Manutenzione su un palo elettrico nei pressi di un incrocio
    Più o meno come nel caso precedente, con l’aggiunta di 2 ausiliari traffico con palette STOP/SLOW per ogni ramo dell’incrocio, ovvero tipicamente 8.

    Manutenzione di un semaforo
    Come nel caso precedente ma con l’aggiunta di un poliziotto.

    -quack

    P.S. non sto scherzando/esagerando

  • Nexus: il bello il brutto il cattivo

    Bello:
    Lo schermo 3.7” e la definizione 800x480; se si prende come termine di paragone l’iPhone siamo ad un altro livello (3.5” per 480x320). _TUTTI_ quelli che l’hanno visto dal vivo concordano.
    La forza bruta: processore da 1Ghz e 512MB di RAM (iPhone: 600Mhz & 256MB)
    I sensori: finalmente c’è un sensore di prossimità utile soprattutto durante le chiamate. Il microfono aggiuntivo non posso giudicarlo ma sembra un’ottima idea.
    La fotocamera: il flash funziona decentemente, non mi posso lamentare; l’autofocus è mooolto più veloce.
    La scheda di rete: WiFi-N e ho detto tutto. Sincronizzare via wireless è ancora più piacevole.
    Il connettore per le cuffie, finalmòn!
    La pseudo-trackball: molto più ergonomica di quella del G1.
    Il software: l’integrazione con Facebook è carina, ma tante altre chicche.
    Hacker friendly: questa volta Google ha esagerato con la bontà. Il bootloader è sbloccabile molto facilmente e da lì a installare ROM custom ci vuole veramente pochissimo.

    Brutto:
    La qualità del sensore della camera: mi sarei aspettato di meglio, ma può darsi che sono abituato mooolto bene.
    L’assenza di alcuni tasti HW: mi sarebbe piaciuto un tasto HW per la fotocamera e un modo più veloce per accedere alle funzionalità telefoniche. Anche un doppio click della trackball sarebbe andato bene, spero che la cosa venga migliorata via software: era così anche nelle prime versioni di iPhone e mi meraviglio che nessuno ci abbia pensato.

    Cattivo:
    Lo stack bluetooth. Cribbio, vada per le canzoni random e tutto il resto ma è imperativo che se arriva una telefonata mentre sto guidando debba poter rispondere. Mi succede troppo spesso che l’audio diventa muto se collegato al bluetooth e tocca manovrare sullo schermo per dirottare la telefonata allo speakerino interno. Molto, molto male.
    La scelta di usare il formato microUSB per la connessione: semplicemente molto stupida e l’impressione che ho avuto è che sia stata una scelta solo per motivi di design.

    Altro:
    Questione 3G/Edge: è chiaramente un problema SW, qualcuno ha trovato un work-around che funziona ed immagino che la pezza ufficiale arriverà molto presto. Per le mie modalità d’uso il problema non esiste neanche: in ufficio la rete 3G è abbastanza stabile, semmai ho problemi con il GPS ma sono del tutto irrilevanti fino a quando su Google Maps non comparirà la mappa dell’interno dei building del campus.
    Questione assistenza: è incredibile che l’aggeggio sia stato messo sul mercato senza pensare a questo piccolo dettaglio, però mi sembra che tutte le storie che ho letto in giro ruotino intorno al 3G/Edge e all’aneddoto di un tipo che si lamentava di aver specificato l’indirizzo sbagliato per la spedizione e non aver nessun modo per contattare FedEx ecc.

    Conclusioni:
    Quando è uscito il G1 ero molto contento per aver trovato un aggeggio che fosse la sintesi di tutto quello che volevo portare con me e all’epoca se la giocava bene con l’iPhone 3G. Tutte le limitazioni son venute fuori quando ho installato un paio di applicazioni interessanti che su un processore da 400Mhz hanno ben poco di multi-tasking friendly. Apple ha scelto una non-soluzione (quella di non supportare le applicazioni in background), Google con il Nexus One si è finalmente redenta e pertanto a me l’iPhone envy è passata completamente.

    -quack

  • Expression Tree

    Se c’è una attività lavorativa che mi piace più dello scrivere codice è quella di “rimuovere codice” extra. Ecco una nuova versione dei “metodi dinamici di delegazione” che ho scoperto mentre per lavoro mi documentavo sulla libreria degli ET della versione 4.0 del framework .net:

            private TypeConstruct constructor;

            delegate object TypeConstruct();

     

            private static TypeConstruct CreateConstructor(Type t)

            {

     

                NewExpression call = Expression.New(t);

     

     

                Expression<TypeConstruct> lambda = Expression.Lambda<TypeConstruct>(

                  Expression.Convert(call, typeof(object)));

     

                return lambda.Compile();

            }

    Il codice qui sopra a differenza del precedente è compatibile anche con i setting di sicurezza estremamente aggressivi del mio Web Hoster pur mantenendo lo stesso livello di performance. Devo ammettere però che ho molta difficoltà nell’afferrare tutti i dettagli di quanto succede sotto il cofano. Però funziona…

    -quack

  • Segreti

    Quanto è successo in questi giorni ha reso chiaro un paio di cose.

    In Google/HTC non sanno tenere segreti, vista l’abbondanza di informazioni disponibili sul Nexus One diverse settimane prima del lancio. Niente a che vedere con quelli di Cupertino. Se qualcosa trapela è studiata a tavolino; quelli che fanno trapelare realmente qualcosa vengono suicidati direttamente o indirettamente dalla Apple Gestapo. Qualcuno la chiama maturazione.

    Anyway: per fortuna c’è il Nexus One, che a guardare le specifiche sembra molto meglio dell’iPhone ad una frazione del costo. La mossa astuta di creare pressione ai partner secondo me, per quanto controversa, alla fine pagherà. Qualcuno l’ha paragonata all’introduzione dello Zune/ZuneStore vs. PlaysForSure, ma c’è una differenza fondamentale: nel caso di Android i partner possono usufruire comunque della piattaforma cosa non possibile per i partner Zune data l’incompatibilità tra il formato Zune e PfS. Quindi mentre è molto probabile che in futuro Motorola/LG/Sony/Acer vengano invogliate ad immettere sul mercato prodotti decenti a prezzi ragionevoli (come on Sony, 800$ per un XPeria X10??), il marchio PfS è destinato all’oblio. E per fortuna un terzo incomodo (Amazon) ha salvato la situazione smerciando canzoni “libere” a prezzi finalmente competitivi…

    …roba che vien da ringraziare il cielo che Steve Ballmer e Robbie Bach abbiano deciso di non presentarsi al CES quest’anno.

    -quack

    P.S. dopo tanto tentennamento ho ordinato il Nexus One anche io. Peccato per la scarsa dotazione di memoria Flash (cara Google davvero pensi che poco Flash significa più Web??), altrimenti sarebbe stato uno smartphone perfetto, quello che ancora non esiste.

  • Remade in Redmond

    Con tutto questo contare di fagioli, davvero non ci speravo più.

    image

    Sicuramente più appagante della precedente.

    -quack