A Ovest Di Paperino

Welcome to the dark side.

  • Minimum Wage

    Working

    (fonte)

    Esempio reale: un collega mette in vendita l’oggetto X usato al prezzo di 50$. Nuovo costa 55 e mi chiede se passo a prenderlo dal suo ufficio a 30 minuti A/R e passa dal mio.

    Se fatti i calcoli trenta minuti del mio tempo valessero meno dei 5$ di sconto, starei lavorando a circa 15$/h. Gli ho risposto allegando uno smile alla vignetta di XKCD che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.

    Ovviamente ci sono eccezioni al ragionamento. Potrei risparmiare (in senso lato) comprando un computer già fatto, rispetto a farne uno da zero tra prove ed errori e tempo che va via, ma in cambio non avrei solo il computer ma anche quella conoscenza extra che deriva dall’esperienza che ha valore solo individualmente. La stessa storia si applica a Linux: Linux è gratis se il tuo tempo vale zero, qualcuno però non ne fa un problema perché nel frattempo impara qualcosa che considera di valore per la propria esperienza personale.

    A questo punto mi è venuta un’idea per un App:

    image

    -quack

  • Waikiki anomaly

    Le Hawaii sono lo stato americano più giovane (21 Agosto 1959)… e si vede!

    Gli hawaiiani di Waikiki sono generalmente cafoni. Danno l’impressione che ti stiano per mandare affanciullo per la minima informazione, guai a dare la minima idea di volerli contraddire. Piccola eccezione i camerieri dei ristoranti più allamodé, in media gentili quanto gli equivalenti camerieri da fast-food seattliani.

    Il volo di ritorno, che accoglieva una quarantina di anziani fancazzisti diretti a Seattle per vedere la partita di football, è stata un’esperienza vicina ad un incubo.

    Hanauma Bay è bellissima, ma il personale ci ha fatto aspettare all’aperto alle due di pomeriggio, nonostante la disponibilità di ampie zone d’ombra, per vedere un noiosissimo documentario storico sintetizzabile in un paio di raccomandazioni: guardate quanto potete, ma evitate di toccare, dar da mangiare, disturbare, spernacchiare la flora e la fauna marina.

    Famous-Hanauma-Bay-Oahu[1]

    Per fortuna la spiaggia di Waikiki è sempre spettacolare anche vista dal condo…

     DSC_6680

    …e ottimamente frequentata.

    DSC_6983

    P.S. dimenticavo l’anomalia più grossa: i negozi ABC. A Waikiki ce ne sono 37 nel raggio di un miglio, ma sembrano molti di più. Anche perché ci sono casi in cui tra due punti vendita ABC ce ne sono un paio nascosti sotto false spoglie (Hawaiian Casuals ad esempio)

    -quack

  • Ultimate topo

    Finalmente il Touch Mouse è arrivato. Ne ho comprato un esemplare due giorni fa e devo dire che sono ormai totalmente dipendente.

    Rispetto a quello Apple è più brutto. Rispetto a quello Apple funziona.

    Le gesture ci vuole un po’ per impararle ma poi diventa tutto “automatico”; più che altro accoppiate con Windows Snapping sono il massimo: due dita a dx/sx e la finestra snappa; due dita in alto/basso: maximize/minimize. Tre dita in alto/basso: Exposé/Desktop.

    La versione Intellipoint di Exposé è fatta molto bene.

    Tra i contro: il pulsante centrale è scomparso. A me piaceva tanto il fatto che si potesse aprire un link in un nuovo tab, ma pare che il terzo tasto stia diventando obsoleto. Intellipoint permette però di cambiare il comportamento dei click destro/sinistro in base all’applicazione. Il peso: usa due batterie AA che se da una parte durano di più (mi auguro) dall’altra pesano. È racchio ed il logo è stampato nero su nero, quasi non si vede: a questo punto mi chiedo perché stamparlo, avrebbero potuto risparmiare qualche centesimo. Ci vuole un po’ ad abituarsi ad usarlo correttamente, evitando gesture involontarie.

    Tra i pro: a differenza di quello Apple è stata disegnata una piccola incalanatura in corrispondenza del confine tra tasto destro e sinistro, dando un feedback tattile estremamente utile; con il mouse Apple mi era più volte successo che premessi il destro e venisse registrato il sinistro e viceversa. Come dicevo sopra un’altra differenza è che funziona, e l’OOBE è spettacolare. Si inserisce la dongle, si accende il mouse, un piccolo tutorial che ho trovato molto utile e via… Persino le impostazioni di default, da sempre il punto debole dei driver Intellipoint, sono le migliori. Last but not least, hanno capito che il laser blu non è un optional e il mouse funziona come si deve su qualsiasi superficie, mouserug incluso.

    Le recensioni su Amazon sono tendenti verso il neutrale/negativo e questo mi aveva lasciato un po’ perplesso. Ma devo dire, che in base all’uso che ne faccio in ufficio, questo mouse è perfetto e prenderebbe volentieri un voto da cinque stelle.

    Non me la sento di consigliarlo con il solito “accattatavillo” date le diverse esigenze ergonomiche di ciascuno. Sarebbe ideale poterlo provare e se fitta ergonomicamente parlando, buttare via nella spazzatura tutti gli altri mouse.

    -quack

  • Addio Porcellino

    Ieri per pura coincidenza ho venduto tutte le varie azioni AAPL accumulate in questi mesi. In totale ventitre.

    Shares:  +9.000  Price: $267.25  Amount: -$2,413.20  
    Shares: +11.000  Price: $308.42  Amount: -$3,400.57  
    Shares:  +3.000  Price: $395.99  Amount: -$1,195.92  
    Shares: -23.000  Price: $368.69  Amount:  $8,471.75  
    
    INCASSO LORDO: $1,462.06

    Al netto di tasse, tassi e cassi, fa circa un MacBook Air da 11”. Ovviamente non potevo neanche immaginare che Steve oggi lasciasse (anche per gli Steve, a lasciare sono sempre prima i migliori). Ora speriamo che Ballmer tenga a lungo, che il MS-DayTrading favorisce i rimbalzi da 80centesimi al giorno, prendere o lasciare.

    -quack

  • Failing

    È tempo di review, su cui fiumi di parole sono state scritte talvolta anche sotto forma di immagini estremamente eloquenti come questa:

    Dilbert.com

    Durante questo periodo è anche molto comune imbattersi, nei soliti social network che all’uopo diventano veri e propri bar virtuali, in frasi [de]motivazionali che ispirino le battaglie per il nuovo anno “scolavorativo”. Una delle più carine, beccata su Twitter, è la seguente:

    ‎"Success is going from failure to failure without a loss of enthusiasm."—Winston Churchill

    Sembra la descrizione perfetta del CEO che quest’anno ci ha propinato un nuovo “review process”. Se l’obiettivo era quello di contenere la fuga di talenti, allora potremmo essere davanti ad un nuovo clamoroso fallimento; se l’obiettivo invece era quello di costruire una azienda ad immaginem et somiglianzam, direi che ci è perfettamente riuscito. Per parlare con i numeri alla mano è troppo presto, ma se fra due mesi la lista di defezioni da me considerate onorevoli fosse superiore ad alcune unità, significherebbe che il pessimismo co[s]mico supera abbondantemente l’ottimismo della volontà.

    -quack

  • Average star rating

    -quack

  • Comparescion

    Essenzialmente work in progress, però rende l’idea.

      win mac
    Spellchecker  

    x

    ISO mounting  

    x

    iSCSI

    x

     
    OOB Hardening

    x

     
    Transasctional Install

    x

     
    App Store  

    x

    Versioning  

    x

    Modern file system

    x

     
    Backward compatibility

    x

     

    -quack

  • Ballmer effect

    Mi son chiesto: ma se invece che maledire SB tutti i sacrosantissimi giorni guardando l’andamento azionario, si cercasse di sfruttare l’effetto Ballmer a proprio vantaggio? Ma cos’è l’effetto Ballmer?

    image

    Definizione: fino a quando SB sarà CEO di questa società le azioni non rimbalzeranno mai di più di un dollaro al giorno, ovvero la volatilità è bassa, anche se non nulla. Anzi, per il mio esperimento direi pure ottimale.

    Esperimento: ci si alza la mattina alle 7, si guarda un grafico e si cerca di interpretare come andrà la giornata. Si decide un prezzo, alto ma non irraggiungibile. Se non viene raggiunto pazienza comunque, ci si pensa il giorno dopo. Si imposta di vendere ad esempio mille azioni a quel prezzo, ordine di vendita valido solo per un giorno. Se succede bene, altrimenti si torna al punto di partenza il giorno successivo.

    Qualora la vendita abbia successo, si imposta un ordine di acquisto per lo stesso numero di azioni ad un prezzo pari quello di vendita meno cinquanta centesimi. Ordine valido fino a cancellazione. Si aspettano un paio di giorni, magari SB viene intervistato e comincia a parlare di Android, di Playstation o similia, il prezzo scende e le azioni vengono riacquistate.

    Lordo = 1000 x 50c = 500$.
    Costo dell’operazione = 16$
    Tasse = 500 x 35% = 160$

    Netto = 320$ circa.

    Periodicità: almeno cinque volte al mese, fa un netto di 320$ x 5 = 1600$. Praticamente uno stipendio part-time spendendo max un’ora al mese tra monitoraggio e studio.

    Variante: progressione geometrica. Invece di puntare a fare cassa, si punta ad aumentare il numero di azioni. Nell’esempio precedente, invece di riacquistare 1000 azioni, riacquistarne in numero tale da spendere tutto il valore di vendita. Supponendo un prezzo oscillante tra 25 e 26, un valore scelto di 25.60 e 25.10 fa in soldoni circa 2% di azioni in più per ogni andata/ritorno. Ovvero progressione geometrica con radice 1.02.

    Sviluppando i calcoli in due anni si potrebbero fare lordi circa 230$, praticamente uno stipendio mediano da developer l’anno.

    Disclaimer: le farneticazioni di questo post non hanno nessuna base economico-scientifico-finanziaria. L’autore non è responsabile dell’eventuale cambio di carriera da parte di qualche lettore.

  • Dribbling

    Nel mio paesino di provincia, oltre quarantamila anime, ci si conosce tutti per lo meno per soprannome, che raccontano vizi, estrosità o a volte origini ancestrali. Alcuni tra i più classici: scoparella (il nonno era un avido giocatore di scopa); portafoglio [sic] che si racconta fosse andato fuori di testa per una donna e da allora elargisce lezioni di filosofia in pubblico; ieluccio (diminutivo di Raffaele) un disabile mentale che cantava “dove sta zazza’” in cambio di una moneta da cento lire; Peppino la befana con le sue manie spaghetti western; Ciccillo Babbè vero inventore del moderno concetto di Walkman.

    Last but not least: Mauruccio, titolare della sala giochi più grande del paese e che subiva la concorrenza del fratello solo pochi metri più in là (in realtà non era concorrenza perché Mauruccio sbolognava a suo fratello i video-game più vecchi). All’epoca, fine anni settanta, il calcio balilla imperava, poi c’erano un paio di flipper rigorosamente made in Italy, e qualche rarissimo videogioco. Era lì che si spendevano intere domeniche a guardare individui con abilità amanuensi incredibili ma con scarso uso della parola: c’era chi riusciva a finire l’intero Pitfall II con l’uso di una sola monetina.

    Il primo videogioco che ho mai provato era un gioco in cui armati di fiocina si cercava di colpire quanti più pesci possibili, cercando di evitare i colleghi sommozzatori. operazione che comportava una decurtazione di 500 punti (qualcuno lo ricorda??). Poi vennero quelli un po’ più evoluti: speedrace, space invaders, donkey kong, ecc.

    arcade_speedrace_ss[1]300_250681[1]

    Un giorno del lontano 1983 nella sala di Mauruccio arrivò dribbling e qualcosa cambiò:

    FastStoneEditor

    Si trattava di una simulazione elettronica del calcio balilla, con una giocabilità pazzesca. Ricordo che per giocare c’era una fila pazzesca; qualcuno non voleva abbandonare il seggiolino e qualcun’altro perpetrava azioni di sabotaggio molto efficaci: fazzoletto di stoffa (ovviamente sporco) sul monitor con l’annuncio di nebbia in campo. Il gioco però fu ucciso immediatamente dal suo estremo successo: era troppo conteso, la gente si metteva volentieri in fila come per andare al dottore ed il risultato era che le finanze di Mauruccio avevano cominciato a prendere una brutta piega in quanto, alla fin dei conti, era una questione di quantità. Gente in fila = meno consumatori di partite.

    Al mondo ce ne sono pochissimi esemplari, quasi tutti in Italia, in quanto la ditta produttrice era la gloriosa “Model Racing” di Montemarciano. Se riuscissi a trovare il modo per emulare i controlli stile calcio balilla, mi verrebbe in mente di costruire un’emulazione dedicata.

    -quack

  • Quiz riflessivo per programmatori C#

    Data una classe X_Class ed una proprietà Y_Property di tipo Zeta:

            class X_Class

            {

                public Zeta Y_Property { get; set; }

            }

    ricavare il nome della proprietà sotto forma di stringa in maniera programmatica (hint: usare la versione 4.x del Framework).

    BONUS POINT: L’esercizio ha anche un suo perché, stabilire quale.

    Soluzione:

    public static string YPropToString()

    {

        return ((MemberExpression)
         ((Expression<Func<X_Class, object>>)
           ((o) => o.Y_Property)).Body).Member.Name;

    }

    Probabilmente si può fare di meglio. Lo scopo, come spiegato nei link dei commenti, è di fare in modo che il codice non compili se viene rinominata una proprietà

    -quack

  • Campagna acquisti

    Ora che ho finalmente capito il vero asset di Skype, sebbene lungi da valere 8 fantastiliardi di dollari, provo a fare un suggerimento per la prossima campagna acquisti.

    Teamviewer: sono secoli che per Windows ci vuole una soluzione per il supporto remoto affidabile come questa, capace di far briciole dei vari NAT e di trapanare anche il più pazzuto firewall aziendale. Ho studiato tanto e dal punto di vista server una soluzione così costa davvero pochissimo; certo il talento per crearla inhouse c’è già, ma in MS si fa così.

    Possibile che non ci siano un paio di fantastiliardi per comprare questa azienda? Mi viene il dubbio che Steve non abbia mai dovuto fare un’assistenza remota, soprattutto in orario di ufficio.

    Nel frattempo mi consolo con la spesa pazza del mese. IPlunge:

    Con 5 fantastiliardi si potrebbe comprare un iPlunge per ogni essere umano del mondo civilizzato.

    -quack

  • Wiping policy

    Il supporto per Exchange in Windows Phone è fantastico, tranne per una piccola antipatica anomalia: richiede l’uso di un PIN, di norma opzionale se non si usa Exchange.

    Il problema è che il PM che ha disegnato la feature deve essere di natura estremamente paranoico: a differenza dei comuni cellulari, inserire un pin sbagliato per tre volte non porta al blocco del telefono e conseguente necessità di dover inserire il PUK. Quei furbi di WP7 hanno pensato che la punizione esemplare da elargire è il reset totale del telefono a livello di appena uscito dalla fabbrica.

    C’è gente come me, vittima di un wiping accidentato, che ancora si chiede che relazione c’è tra casella postale aziendale e foto/video/musica/applicazioni personali. Tra l’altro a differenza di Android, il recupero di tutte le applicazioni è un poco divertente esercizio di memoria, risorsa già largamente in esaurimento con l’avanzamento dell’età.

    Questo eccesso di paranoia deve essere una malattia in rapida diffusione visto che persino in Apple, ove sono tendenzialmente poco attenti a questa materia, si permettono di bloccare la mail in uscita se il contenuto è considerato discutibile. Una vera epidemia da scemo del villaggio.

    -quack

  • Email storm

    emailstormAn e-mail storm is a sudden spike of Reply All messages on an email distribution list, usually caused by a controversial or misdirected message. Such storms start when multiple members of the distribution list reply to the entire list at the same time in response to the instigating message. Other members soon respond, usually adding vitriol to the discussion, asking to be removed from the list, or pleading for the cessation of messages. If enough members reply to these unwanted messages this triggers a chain reaction of email messages. The sheer load of traffic generated by these storms can render the email servers inoperative, similar to a DDoS attack. (fonte)

    Wikipedia continua con un esempio che mi permetto di tradurre in italiano: tempo fa tutte le caselle di posta erano raggruppate sotto quattro mailing list ciascuna contenente 13000 mailbox. Queste mailing list avevano il nome di “Bedlam DL1”, “Bedlam DL2”, “Bedlam DL3” e “Bedlam DL4”, in modo tale che se si voleva raggiungere tutti gli employee nell’organizzazione bastava mettere in Bcc queste quattro liste che erano uno dei segreti ben mantenuti del dipartimento IT di Microsoft. Il 14 Ottobre 1997 un utente ha scoperto di essere iscritto a Bedlam DL3 e a chiesto a tutta la lista di essere rimosso. È seguita un’indondazione di “me too” che ha causato qualcosa come centinaia di GB di traffico sufficienti a congestionare la rete per diversi giorni (fonte).

    Il rito si ripete periodicamente ogni paio d’anni: qualcuno scrive ad una mailing list qualcosa che somiglia ad una domanda e i più cretini, quelli a cui prudono le dita, cominciano a fare “reply all” con la loro risposta; poi ci sono i cretini assoluti che provano a spiegare ai cretini che “you are doing it wrong” mandando un messaggio a tutta la DL e poi ci sono quelli da manuale che, con un reply all, scrivono “la risposta alla domanda è XYZ, ma va bisogna fare reply all? (well, too late…). Oggi una tale tempesta si è abbattuta sulla DL “Sinofsky reports”, assolutamente una bazzecola se confrontata con “Bedlam DL3”, ma con sfumature altrettanto divertenti: oltre a ricevere la caterva di email in inbox, il cinguettio continuo del cellulare-sincronizzato-corporation è diventato insostenibile: per fortuna con la nuova versione di Outlook/Exchange hanno introdotto un nuovo comando micidiale, “ignore thread”. E finalmente pace per le mie orecchie.

  • Dodici

    Le banche cominciano ad assomigliarsi un po’ in tutto il mondo. La mia è diversa…. è più furba ed ha inventato un escamotage che definire geniale è un voler platealmente minimizzare.evil

    Partiamo dal presupposto che in America, in generale, lo stipendio viene versato due volte al mese. Questo non significa che si guadagna il doppio, ma semplicemente che lo stipendio mensile viene dimezzato e versato sul conto corrente due volte al mese. I giorni prefissati sono il 15 e l’ultimo giorno del mese, qualsiasi esso sia. A differenza dell’Italia, posto in cui il versamento avviene di solito nel giorno 27, in cui le aziende pospongono il pagamento nel caso il 27 cada di weekend, in America il pagamento viene anticipato. Ovvero se il 28 Febbraio cadesse di domenica il pagamento verrebbe versato il giorno 26. L’oscillazione per il pagamento di fine mese è molto più ampia ovviamente di quella di mezzo mese. La prima va dal 26 al 31, la seconda varia solo tra il 13 ed il 15.

    La mia banca non ha perso l’occasione per sfruttare una “debolezza intrinseca” di questa convenzione a proprio vantaggio stabilendo come giorno di scadenza dei pagamenti per la carta di credito il 12. Considerando che nella prima quindicina ci sono anche le scadenze di acqua, mutuo, luce, gas ecc. scegliendo il 12 la mia banca si garantisce la più alta probabilità che il cliente non possa coprire il bilancio dovuto della carta di credito in tempo (la questione poi è ancor più complicata grazie al cosiddetto grace period).

    Io gente così la assumerei al Ministero delle Entrate per combattere l’evasione fiscale.

    -quack

  • Multe all’Italiana

    In America le multe automobilistiche si dividono in due categorie:

    • Serie A: moving violations; ovvero infrazioni commesse in “movimento” tipo passare con il rosso, non rispettare uno stop et similia.
    • Serie B ovvero tutte le altre, tipo parcheggiare dove non si può.

    Le prime, oltre a finire sul driving record, sono particolarmente antipatiche in quanto le società assicurative interrogano il database che è semi-pubblico e stabiliscono aumenti e bastonamenti a rinnovo di contratto. La scusa è che se qualcuno non si ferma al rosso è chiaramente molto pericoloso e prono ad incidenti ed altri episodi che possono danneggiare le casse dell’assicurazione. Questo ha senso se il criterio venisse normalizzato in base alla zona di residenza ma questo avviene solo a convenienza dell’azienda assicurativa. Per intenderci: a Chicago chi guida controsenso tagliando la strada ad un auto della polizia rischia al massimo un’ammonizione qualora i poliziotti non siano impegnati in interventi più urgenti tipici di una città calda. A Bellevue-Redmond, ove i poliziotti hanno ben poco da intervenire in furti scippi o rapine, si prende una multa per non essersi completamente fermati ad uno stop o se si cambia corsia senza “segnalare” (accaduto).

    Multe all’Italiana

    La città di Redmond, tra mille polemiche, s’è inventata la categoria A2 installando i micidiali semafori-paparazzi. La multa arriva ovviamente a casa, con tanto di link online per scaricare il video e scoraggiare chi vuole contestarla in sede legale, ma con la dicitura:

    This infraction will not [sic] be part of your driving record and will be processed as a parking violation

    Ovvero pagate tranquillamente, possibilmente senza fare tante storie e noi all’assicurazione non diciamo un bel niente. Che simpatici!

    -quack

  • Visioni

    La storia di MS di ieri e di oggi attraverso i motti.

    Era Bill Gates

    A PC on every desk. Negli anni ‘80 questa frase era estremamente futuristica. Nel 2011 ci pare scontata come l’acqua calda.

    Information at your fingertips: avveniristica anche questa quando Cairo era un progetto ambizioso come il file-system avanzato che avrebbe permesso di scandagliare Gigabyte di dati e farne rapporto dettagliato. Nell’era di Google, Bing, Windows Search e Spotlight anche questo sembra scontato come l’acqua calda.

    Era Steve Ballmer

    FordWhere do you want to go today?

    CepuYour potential, our passion.

    e

    BallmerBe What’s Next (hey, but wait for us!).

    Di questi ultimi tre, il primo è appropriatissimo per l’ultimo modello di 4x4 della Ford; il secondo è perfetto per scuole di supporto come il CEPU. Il terzo è così vuoto e demagogico che potrebbe andar bene anche per l’amaro medicinale Giuliani o per la campagna elettorale di una Moratti o di un Pisapia.

    La si nota la differenza? È una coincidenza il fatto che questa mancanza di visione di cui tutti si lamentano si riflette anche nei vari company motto? Se si legge il libro di Paul Allen si capisce quanto fossero visionari Paul e Bill, il primo molto di più (sognava internet di oggi nel 1977), il secondo pragmatico quanto basta per focalizzare sul breve e tenere d’occhio il futuro.

    È stato Bill Gates a scrivere l’Internet Tidal Wave memo. Sempre lui quello sul Trustworthy Computing. Quando è arrivato il primo io non c’ero, ma quando è arrivato il secondo al mio scetticismo iniziale si è subito sostituito un entusiasmo orgoglioso da “io c’ero”.

    Ci sono tecnologie interessanti che potrebbero essere la chiave di volta per dare qualche mazzata alla concorrenza ma che, nell’era Ballmer, rischiano di finire in un cassetto solo perché non sa “come venderle”.

    Poi per carità grossi fallimenti dovuti a sperimentazione avanzata possono anche essere assorbiti: se tradiscono però il fatto che il CEO non ha fatto correttamente il suo lavoro di supervisione, la questione è diversa.

    -quack

  • After the rapture

    * THEY ARE STILL HERE!
    * sh*t!

    -quack

    P.S. spero non urti la sensibilità di nessuno

  • Millenovecentottantaquattro

    Nel 1984 qualcuno di voi non era ancora nato.

    L’internata appena arrivata, classe ‘90, non era neanche in progetto.

    Il mio capo balbettava appena qualche parola.

    Il sottoscritto trascriveva il suo primo programma, in Basic (Microsoft, era scritto nelle stelle) e open source:

    10 REM I COMPUTER NON SBAGLIANO MAI
    20 PRINT “DIGITA UN NUMERO”
    30 INPUT A
    40 LET A = A + 1
    50 PRINT “IL NUMERO CHE HAI DIGITATO E’ “; A

    Nelle pop chart di mezza Europa imperversavano i Wham! con il loro secondo e più famoso album “Make it Big” e un loro semi-oscuro successo, ma perfettamente rappresentativo del duo-style, entrava per sempre nel lato destro del mio cervello:

    Wham!–Freedom, 1984

    Domani è il giorno del giudizio universale, almeno stando alla setta eBible, e stasera si festeggia in virtù del fatto che, la multa automatica che dovrei aver preso ieri ad un semaforo, potrei anche non pagarla.

    Enjoy

    -quack

  • Malware reactions

    Dopo anni che il marketing Apple, che di per sé non è una gran noia se non per il fatto che il suo prodotto pubblicitario è tenuto in considerazione come il testo sacro dai zeloti (e che Apple sia una religione lo conferma anche la risonanza magnetica), ci aveva rassicurati che il malware è solo roba per Windows, il lupo è finalmente arrivato. La prima vera “pandemia informatica per Mac”, stando a quanto la seguente timeline conferma:

    What a Mac malware attack looks like
    An AppleCare support rep talks: Mac malware is "getting worse"

    La reazione dei zeloti è sintetizzabile in “smettetela di gridare al lupo al lupo”:

    Wolf!

    Ma le cose non sono così limpide:

    Crying wolf? Apple support forums confirm malware explosion

    La ciliegina sulla torta, la politica ufficiale…

    Apple to support reps: "Do not attempt to remove malware"

    …che sa molto di:

    mindtrick

    Non c’è davvero da aggiungere altro. Che tristess.

    UPDATE:

    Once you know that the call is about Mac Defender, and then the customer decides to try and ask you general questions to find a loophole (IE: “OK, then how would you uninstall a third party program in general” or “How do I stop programs from starting upon launch”) The point of this is, things that would be considered “general product usage” questions are not allowed to be answered if the customer has already informed you that he potentially has MacDefender and is now asking obvious questions to skirt our policy. [fonte]

    Cioé se qualcuno chiama per chiedere come si fa a disabilitare l’avvio automatico di programmi, sono autorizzati ad aiutarlo. Se la stessa persona fa capire che ha installato per sbaglio MacDefender non sono più autorizzati a dirti neanche come si spegne il PC. Che azienda viscida.

    the total number of customers affected could be between 60,000 and 125,000, and growing.

    Condizionale a parte, sono numeri da pandemia o allucinazione collettiva?

    -quack

  • Letture interessanti–Maggio 2011

    Questi giorni, anzi queste notti, sto leggendo il libro di Paul Allen intitolato Idea Man: A memoir by the Cofounder of Microsoft.

    Non l’ho ancora finito e già mi è venuta nostalgia di Paul, dei tempi in cui la capitalizzazione era quella dell’azienda più grande del mondo, in cui il sorpasso ad IBM era una questione di quando (oggi è vero il contrario). Si parla ovviamente anche di Ballmer, del fatto che durante i meeting quando Bill Gates ancora era presente venisse spesso smerdato contraddetto pubblicamente, ecc. Confermando quanto avessi immaginato sui retroscena dei vari avvicendamenti e sulla domanda del secolo: qualcuno avrà il panettone 2011 o si accontenterà della colomba pasquale?

    Altro libro interessante è Drive, riassunto in un video cartoon in maniera molto efficace. L’ho comprato ma non l’ho ancora sfogliato, la teoria sembra molto interessante.

    Sempre sull’argomento tecnologico, un articolo di Fortune intitolato Inside Apple in vendita separatamente anche per Kindle.

    Last but not least: ho sfogliato un libro scritto da un lettore appassionato di questo blog (no, non è una marchetta). Si chiama “VI + 1 = Seven” ed è dedicato a Windows 7. L’ho trovato abbastanza completo ed è il seguito del volume “Il Futuro è in Vista” disponibile su Lulu. A cinque anni e passa dal rilascio ritengo, e condivido con Francesco, che Vista sia stata una pietra miliare, danneggiato solo da una sfortunata serie di coincidenze (a proposito, le varie cornacchie di cosa si occupano al giorno d’oggi?). Anche questo testo consigliatissimo.

    -quack